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giovedì 10 aprile 2025

STUPIDO COME UN SACCO DI MATTONI    
di Luigi Mazzella


Peter Navarro

La vittoria di Donald Trump non ha scalfito (e dovevo ritenere prevedibile che non lo potesse) la mia teoria secondo cui la cosiddetta “cultura Occidentale”, imperniata su tre assolutistiche credenze religiose del tutto   inverificabili e due utopie politiche, esse sì  realizzate ma in forma tragicamente disastrosa, non sia idonea  in alcun modo a eliminare l’irrazionalità, spesso cieca, della nostra vita pubblica e privata. Intendiamoci: queste credenze, che oggi nel Terzo Millennio, appaiono (Solo ad alcuni, peraltro) cervellotiche, si sono affermate e diffuse a macchia d’olio prima nel Vecchio e poi nel Nuovo Continente per la necessità (umana, troppo umana) della massa: a) di credere in qualcosa di “superiore” o b) di seguire gli insegnamenti di Maestri considerati “sommi”; in entrambi i  casi per non sentirsi “smarriti” sulla Terra e indifesi soprattutto di fronte ai pericoli della Natura o alle sopraffazioni dei ricchi visti come individui “superpotenti.
La situazione attuale, comunque, è quella che è! Se si credono reali le cose che, in maniera deterministica, riescono a immaginare menti dominate dalla paura della vita e psiche turbate da incontrollabili fattori emotivi, l’effetto della distorsione  della visione è, mutatis mutandis, il medesimo che consegue all’uso dell’alcol o di sostanze stupefacenti: scenari, falsi, irreali prendono il posto di quelli veri. Naturalmente gli abbagli non escludono che certe intuizionipersonali possano, episodicamente, corrispondere alla verità dei fatti e delle cose. Così è avvenuto, infatti, a mio parere, per il neo eletto Presidente Statunitense. Egli ha capito che, se nel corso del  suo precedente mandato, il Pentagono aveva risposto con uno sberleffo al suo ordine di ritirare le truppe americane dall’Afghanistan e che se la CIA, l’NSA, l’FBI, i giudici avevano sempre mostrato (se non ostentato) ostilità ai suoi metodi non conformistici di governo, non vi sarebbe stata a suo beneficio, come dicono a Roma, “trippa pe’ gatti” e che non avrebbe cavato dal buco “il ragno” infiltrato nelle maglie delle pubbliche istituzioni dal Partito Democratico degli Obama  & co.



L’intuizione del “Donald” si era estesa al fatto che, pronube e artefice la CIA, tutti i servizi Occidentali d’intelligence erano stati deviati e, con le “arti” loro proprie avevano favorito la crescita della Sinistra nel vecchio Continente. Di conseguenza il Partito Democratico (in Italia passato dalle mani di Berlinguer a quelle di Napolitano) da lui sconfitto negli States era in grado di dare i suoi colpi di coda in Europa, dove “imperava” come potente commissaria una teutonica e granitica “pulzella” dal cognome Albrecth (pre matrimoniale) tutt’altro che rassicurante. Fin qui la “buona novella”. È noto, però, che le intuizioni possono elidere taluni effetti negativi dell’irrazionalità ma non debellarla in toto.
E, difatti, essa è ricomparsa nello  sventurato Occidente sotto la forma fantasmagorica (ed imprevista) dei Dazi! Come mai?
Nel “regno dell’irrazionalità” un ruolo importante è svolto dal fattore emotivo e Trump ha sempre avuto e mostrato con ingiusticabile orgoglio, atteggiamenti da uomo passionale. Pur non essendo in grado di valutarne la credibilitàaccademica e scientifica, si è legato all’ ex consigliere economico di Barack Obama (che quanto a propensioni per il litigio e per la guerra non è stato “secondo” a nessun Presidente Statunitense), di nome Peter Navarro, inventore di sinonimi e anagrammi di docenti da portare a sostegno delle sue teorie.
Il professore universitario, ascoltato e seguito da Trump, mostra, con i suoi scritti, di essere visceralmente ostile alla Cina (che immagina come la Nazione capace di distruggere la cosiddetta “civiltà occidentale”). Dell’irrazionalità degli abitanti della nostra parte del Pianeta, quel “luminare”, probabilmente  accecato dall’avversione etnica, non scorge invece i difetti. Per imporre il pazzesco dazio del 104% alla Cina e per nascondere tale suo vero e ultimo intento, Trump ha dovuto mettersi  contro il mondo intero, suscitando un vespaio che ha preoccupato Elon Musk, uomo di straordinarie capacità intellettive e realizzative che, anch’egli sorpreso dall’exploit Trumpiano, ha qualificato Peter Navarro “imbecille come un sacco di mattoni”.