STUPIDO COME UN SACCO
DI MATTONI di Luigi Mazzella
Peter Navarro
La
vittoria di Donald Trump non ha scalfito (e dovevo ritenere prevedibile che non
lo potesse) la mia teoria secondo cui la cosiddetta “cultura Occidentale”,
imperniata su tre assolutistiche credenze religiose del tuttoinverificabili e due utopie politiche, esse
sìrealizzate ma in forma tragicamente
disastrosa, non sia idoneain alcun modo
a eliminare l’irrazionalità, spesso cieca, della nostra vita pubblica e
privata. Intendiamoci: queste credenze, che oggi nel Terzo Millennio, appaiono
(Solo ad alcuni, peraltro) cervellotiche, si sono affermate e diffuse a macchia
d’olio prima nel Vecchio e poi nel Nuovo Continente per la necessità
(umana, troppo umana) della massa: a) di credere in qualcosa di “superiore” o
b) di seguire gli insegnamenti di Maestri considerati “sommi”; in entrambi
i casi per non sentirsi “smarriti” sulla Terra e indifesi
soprattutto di fronte ai pericoli della Natura o alle sopraffazioni dei
ricchi visti come individui “superpotenti. La situazione attuale, comunque,
è quella che è! Se si credono reali le cose che, in maniera deterministica, riescono
a immaginare menti dominate dalla paura della vita e psiche turbate da
incontrollabili fattori emotivi, l’effetto della distorsione della visione è, mutatis mutandis, il
medesimo che consegue all’uso dell’alcol o di sostanze stupefacenti: scenari,
falsi, irreali prendono il posto di quelli veri. Naturalmente gli abbagli non
escludono che certe intuizionipersonali possano, episodicamente, corrispondere alla
verità dei fatti e delle cose. Così è avvenuto, infatti, a mio parere, per il
neo eletto Presidente Statunitense. Egli ha capito che, se nel corso delsuo precedente mandato, il Pentagono aveva risposto
con uno sberleffo al suo ordine di ritirare le truppe americane dall’Afghanistan
e che se la CIA, l’NSA, l’FBI, i giudici avevano sempre mostrato (se non
ostentato) ostilità ai suoi metodi non conformistici di governo, non vi sarebbe
stata a suo beneficio, come dicono a Roma, “trippa pe’ gatti” e che non avrebbe
cavato dal buco “il ragno” infiltrato nelle maglie delle pubbliche istituzioni
dal Partito Democratico degli Obama& co.
L’intuizione del “Donald” si era
estesa al fatto che, pronube e artefice la CIA, tutti i servizi Occidentali d’intelligence
erano stati deviati e, con le “arti” loro proprie avevano favorito la crescita
della Sinistra nel vecchio Continente. Di conseguenza il Partito Democratico
(in Italia passato dalle mani di Berlinguer a quelle di Napolitano) da lui
sconfitto negli States era in grado di dare i suoi colpi di coda in Europa,
dove “imperava” come potente commissaria una teutonica e granitica “pulzella”
dal cognome Albrecth (pre matrimoniale) tutt’altro che rassicurante. Fin qui la
“buona novella”. È noto, però, che le intuizioni possono elidere taluni effetti
negativi dell’irrazionalità ma non debellarla in toto. E, difatti, essa è ricomparsa nellosventurato Occidente sotto la forma fantasmagorica
(ed imprevista) dei Dazi! Come mai? Nel “regno dell’irrazionalità” un
ruolo importante è svolto dal fattore emotivo e Trump ha sempre avuto e
mostrato con ingiusticabile orgoglio, atteggiamenti da uomo passionale. Pur non
essendo in grado di valutarne la credibilitàaccademica e scientifica, si è
legato all’ ex consigliere economico di Barack Obama (che quanto a propensioni
per il litigio e per la guerra non è stato “secondo” a nessun Presidente
Statunitense), di nome Peter Navarro, inventore di sinonimi e anagrammi di
docenti da portare a sostegno delle sue teorie. Il professore universitario,
ascoltato e seguito da Trump, mostra, con i suoi scritti, di essere
visceralmente ostile alla Cina (che immagina come la Nazione capace di distruggere
la cosiddetta “civiltà occidentale”). Dell’irrazionalità degli abitanti della nostra
parte del Pianeta, quel “luminare”, probabilmente accecato dall’avversione etnica, non scorge invece i difetti. Per imporre il
pazzesco dazio del 104% alla Cina e per nascondere tale suo vero e ultimo
intento, Trump ha dovuto mettersi contro
il mondo intero, suscitando un vespaio che ha preoccupato Elon Musk, uomo di
straordinarie capacità intellettive e realizzative che, anch’egli sorpreso
dall’exploit Trumpiano, ha qualificato Peter Navarro “imbecille come un sacco
di mattoni”.