Pagine

giovedì 3 aprile 2025

UN MIO VECCHIO ED INGENUO SOGNO
di Vittorio Melandri 

 
Intanto che scrivo questa nota, leggo che a Sara Campanella sgozzata lunedì a Messina, si deve aggiungere oggi il ritrovamento in un valigione, del corpo di Ilaria Sula, anch’essa 22enne, scomparsa lo scorso 25 marzo dalla sua casa di Furio Camillo, a Roma. Sempre più angosciato dal tristissimo fenomeno delle donne uccise da uomini, con l’assurdo movente, “per amore”, fenomeno il cui “catalogo” annovera centinaia di casi, migliaia, se si sommano anno ad anno, ovvero una strage, al punto che anni or sono su “il Manifesto” è stato speso il titolo. “La famiglia italiana fa più vittime della mafia”, mi è tornato alla mente che sempre su “il Manifesto”, ho letto un elzeviro di Giuseppe Caliceti titolato “Gli aggettivi ti spiegano le cose”, e ripropongo, forse ingenuamente diinserire nella grammatica italiana ed insegnare (soprattutto a partire dai bambini) una specifica e rigorosa variante. Quando l’aggettivo indicativo inserito nella frase è un aggettivo possessivo, ed accompagna un nome sostantivo che indica una persona umana (da distinguersi dalla persona giuridica, quando appunto umana non è), perda automaticamente il “valore” di aggettivo possessivo e mantenga solo una generica funzione indicativa. Declinato questo al femminile significa (assertivo) che mia madre, mia moglie, mia figlia, la mia fidanzata, la mia amante, la mia compagna, chiunque essa sia, come tutte le persone umane viventi, “appartiene” solo a sé stessa, e quando accosto in una frase il nome aggettivo “mia” al suo nome, è solo per indicare che essa è la persona che mi ha generato, che ha contratto matrimonio con me, o che con me ha instaurato un qualsiasi rapporto umano. Forse da qui a qualche decennio si potrebbe registrare, se non una diminuzione degli omicidi che hanno come vittime le donne e gli uomini come autori, per estirpare questa degenerazione del “patriarcato” ci vorrà più tempo ancora, almeno un cambiamento delle motivazioni, e chi verrà dopo di noi si risparmierà delle abiezioni del tipo, “o mia o di nessun altro”.