UN MIO VECCHIO ED INGENUO SOGNO di
Vittorio Melandri
Intanto che scrivo questa nota,
leggo che a Sara Campanella sgozzata lunedì a Messina, si deve aggiungere oggi
il ritrovamento in un valigione, del corpo di Ilaria Sula, anch’essa 22enne,
scomparsa lo scorso 25 marzo dalla sua casa di Furio Camillo, a Roma. Sempre
più angosciato dal tristissimo fenomeno delle donne uccise da uomini, con
l’assurdo movente, “per amore”, fenomeno il cui “catalogo” annovera centinaia
di casi, migliaia, se si sommano anno ad anno, ovvero una strage, al punto che
anni or sono su “il Manifesto” è stato speso il titolo. “La famiglia italiana
fa più vittime della mafia”, mi è tornato alla mente che sempre su “il Manifesto”,
ho letto un elzeviro di Giuseppe Caliceti titolato “Gli aggettivi ti
spiegano le cose”, e ripropongo, forse ingenuamente diinserire nella grammatica
italiana ed insegnare (soprattutto a partire dai bambini) una specifica e
rigorosa variante. Quando l’aggettivo indicativo inserito nella frase è un
aggettivo possessivo, ed accompagna un nome sostantivo che indica una persona
umana (da distinguersi dalla persona giuridica, quando appunto umana non è),
perda automaticamente il “valore” di aggettivo possessivo e mantenga solo una
generica funzione indicativa. Declinato questo al femminile significa
(assertivo) che mia madre, mia moglie, mia figlia, la mia fidanzata, la mia
amante, la mia compagna, chiunque essa sia, come tutte le persone umane
viventi, “appartiene” solo a sé stessa, e quando accosto in una frase il nome
aggettivo “mia” al suo nome, è solo per indicare che essa è la persona che mi
ha generato, che ha contratto matrimonio con me, o che con me ha instaurato un
qualsiasi rapporto umano. Forse da qui a qualche decennio si potrebbe
registrare, se non una diminuzione degli omicidi che hanno come vittime le
donne e gli uomini come autori, per estirpare questa degenerazione del “patriarcato”
ci vorrà più tempo ancora, almeno un cambiamento delle motivazioni, e chi verrà
dopo di noi si risparmierà delle abiezioni del tipo, “o mia o di nessun altro”.