ELOGIO DELLA
CURA
di Angelo Gaccione

Veduta di Acri
“L’amministrazione di una città consiste nella cura che
ciascuno ne fa per la
sua parte”. Questa frase di Licurgo tratta da Contro Leocrate,
l’ho scritta e ripetuta spesso, e l’ho inserita anche come ex ergo nel volume La
mia Milano. Se ciascuno di noi si adoperasse fattivamente per il bene della
propria città, la città sarebbe migliore: perché sono gli uomini e le donne a
trasformarla con il loro agire e la loro passione, a farne un luogo vitale,
interessante, ospitale. Con l’inerzia, l’indifferenza, il disinteresse dei
propri abitanti, la città non può che peggiorare, il confronto languire, la
bellezza degradare. Ho ammirazione per chi fa, agisce, si interessa: costui può
sbagliare ma può sempre correggersi; chi non fa e non agisce non sbaglierà mai, questo
è certo, ma non avrà impiegato un minuto del suo tempo e offerto una briciola
della propria intelligenza al bene collettivo. Dunque, è colpevole di quanto
non va, e non può lavarsi la coscienza. Non può accampare alibi di sorta.
Chiunque può fare qualcosa in qualsiasi luogo si troverà a vivere e ad operare.
“Due uomini associati sono un principio di potenza”: lo ha
scritto Bakunin. “Non è perché le cose sono difficili che non osiamo,
è perché non osiamo che le cose sono difficili”: lo ha scritto Seneca.


Lucia Paese

Lucia Paese ha dimostrato che si può fare: la realizzazione della sua splendida Casa d’Artista in via Roma (Piazza del Municipio) ne è una prova, e ha colmato un vuoto. Uno spazio fisico aperto al confronto intellettuale diventa sempre un punto di riferimento per tanti, di socializzazione, di alternativa al degrado. Un’altra prova è il magico Salottino privato di Gaetana Falcone che si affaccia sull’omonima piazza davanti al Palazzo Sanseverino-Falcone. È un’altra dimostrazione tangibile che si può fare, ma per fare bisogna avere passione. Aprire la casa è un gesto nobile, aprirla alla poesia è un gesto bellissimo.

Gaetana Falcone

Il Museo del Risorgimento è ospitato nel luogo più consono, il palazzo dove aveva abitato uno dei martiri del Risorgimento, il nostro Giambattista Falcone, morto nella Spedizione di Sapri con Pisacane ad appena 23 anni. Avrebbe bisogno di più spazio questo Museo, perché sono convinto che si arricchirà nel corso del tempo e le sale non basteranno. A noi il compito di supportarlo per tenerlo vivo, rendere merito a chi lo ha voluto e che per la sua realizzazione ha sopportato fatica, speso tempo, impiegato risorse. Mi riferisco al suo presidente, il prof. Giuseppe Scaramuzzo e a quanti a vari livelli lo hanno aiutato in tale impresa.

Giuseppe (Peppe) Scaramuzzo
