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lunedì 9 giugno 2025

BISCEGLIE RICORDA KHAN YOUNIS
di Zaccaria Gallo



Le immagini sconvolgenti, che ogni giorno arrivano dalla striscia di Gaza, sono negli occhi di tutti, e continuano a turbarci profondamente. Terre martoriate, terre drammaticamente colpite da offensive e da raid militari. Giorno dopo giorno, non c’è più un attimo di tregua. Le bombe continuano a esplodere, i missili a piombare e le vittime arrivano a non contarsi più. Un gesto di dignità memoria e impegno, sabato 24 Maggio, nel pomeriggio. Via Khan Younis a Bisceglie è stata teatro di un presidio carico di indignazione e solidarietà. La scelta di Via Khan Younis come luogo del presidio non è stata casuale. Bisceglie è gemellata con la città palestinese dal 1999 e questo gemellaggio ha un forte valore simbolico, in quanto Khan Younis è il luogo di origine della famiglia di Yasser Arafat, leader storico della OLP e Premio Nobel per la Pace. In occasione di eventi e manifestazioni, Bisceglie ricorda sempre questo legame, esprimendo solidarietà al popolo palestinese e denunciando la situazione in corso a Gaza.



Non dimentica che nei pressi dell’ospedale al-Nasser, in una fossa comune sono stati trovati 283 corpi palestinesi, dopo l’assedio dell’esercito israeliano che sosteneva che, all’interno dell’ospedale, vi fossero basi operative di Hamas, senza che però abbiano mai fornito prove convincenti. A Khan Younis è stata scattata “La Pietà di Gaza”, fotografia vincitrice del World Press Photo 2024, che mostra una donna, mentre tiene in braccio il corpo senza vita di una bambina di cinque anni, praticamente uccisa insieme alla madre e alla sorella, quando un missile israeliano ha colpito la loro casa. In occasione dell’attacco feroce disumano israeliano di qualche giorno fa a Khan Younis, Bisceglie ha organizzato la deposizione di fiori nella via intitolata a questa città martire, in segno di omaggio e memoria per il gemellaggio. Un gesto semplice, ma potente, che ha visto la partecipazione di esponenti politici, amministratori locali e rappresentanti della società civile. Durante la cerimonia, si sono vissuti momenti di grande commozione nel ricordo dei bambini inceneriti. Nove bambini (e in ospedale qualche giorno dopo è morto anche il padre). Unici sopravvissuti la madre Alaa al-Najar e Adam rimasto gravemente ferito e ustionato. 



I bambini non erano combattenti Hamas, neanche Adam e suo padre. Sì i bambini! Quanti di loro hanno avuto amputati gli arti senza anestesia? Quanti hanno la superficie della loro pelle devastata da ustioni di terzo grado e urlano di dolore quando i medici tentano di staccare dal derma il tessuto bruciato? Quanti tendono ogni giorno la “ciotola del dolore” per un po’ di cibo, un po’ d’acqua, per tenere in vita un corpo spesso ridotto a sole ossa? Il blocco degli aiuti umanitari, imposto dall’esercito israeliano, sta impedendo l’accesso a viveri, acqua, medicinali essenziali, aggravando una crisi umanitaria già tragica. Fame, malnutrizione e mancanza di cure sanitarie, bisogna che siano letti come strumenti di una strategia che, secondo i manifestanti, punta all’annientamento sistematico del popolo palestinese. Questi fatti, insieme anche a quelli che contemporaneamente si stanno compiendo in Cisgiordania, senza ormai nessuna ombra di dubbio, ci fanno affermare che è in atto un genocidio. Ogni cadavere di bambino ne è una conferma. L’uomo sta lacerando l’ultimo velo della civiltà, mostrandosi bestia che uccide con efficacia, in una pianificazione dell’agonia. Non potevamo restare in silenzio! Le parole degli intervenuti hanno ribadito con forza l’urgenza di una pace giusta, del riconoscimento dello stato di Palestina, e la fine di ogni forma di occupazione e violenza. Senza giustizia non c’è pace. Ed è necessario denunciare il silenzio complice dell’Europa e l’assenza e l’indifferenza del Governo italiano. Il governo di Israele è guidato da un criminale di guerra, e con quel governo non si devono più avere rapporti. Non si deve mai distogliere lo sguardo da chi non può dare voce, da chi viene cancellato. E si deve, comunque tentare di restare umani, in questa immane perdita di umanità, da parte di uomini che non dovrebbero più osare di parlare di bellezza ed eternità, dopo quello che stanno facendo e tollerando che si faccia. Bisceglie non dimentica. Palestina libera! I bambini non devono più morire.