Le immagini sconvolgenti, che ogni
giorno arrivano dalla striscia di Gaza, sono negli occhi di tutti, e continuano
a turbarci profondamente. Terre martoriate, terre drammaticamente colpite da
offensive e da raid militari. Giorno dopo giorno, non c’è più un attimo di
tregua. Le bombe continuano a esplodere, i missili a piombare e le vittime
arrivano a non contarsi più.Un gesto di dignità memoria e impegno, sabato
24 Maggio, nel pomeriggio. Via Khan Younis a Bisceglie è stata teatro di un
presidio carico di indignazione e solidarietà. La scelta di Via Khan Younis come
luogo del presidio non è stata casuale.Bisceglie è gemellata con la
città palestinese dal 1999 e questo gemellaggio ha un forte valore simbolico,
in quanto Khan Younis è il luogo di origine della famiglia di Yasser Arafat,
leader storico della OLP e Premio Nobel per la Pace. In occasione di eventi e
manifestazioni, Bisceglie ricorda sempre questo legame, esprimendo solidarietà
al popolo palestinese e denunciando la situazione in corso a Gaza.
Non
dimentica che nei pressi dell’ospedale al-Nasser, in una fossa comune sono
stati trovati 283 corpi palestinesi, dopo l’assedio dell’esercito israeliano
che sosteneva che, all’interno dell’ospedale, vi fossero basi operative di Hamas,
senza che però abbiano mai fornito prove convincenti. A Khan Younis è stata
scattata “La Pietà di Gaza”, fotografia vincitrice del World Press Photo 2024,
che mostra una donna, mentre tiene in braccio il corpo senza vita di una
bambina di cinque anni, praticamente uccisa insieme alla madre e alla sorella,
quando un missile israeliano ha colpito la loro casa.In
occasione dell’attacco feroce disumano israeliano di qualche giorno fa a Khan
Younis, Bisceglie ha organizzato la deposizione di fiori nella via intitolata a
questa città martire, in segno di omaggio e memoria per il gemellaggio.Un gesto
semplice, ma potente, che ha visto la partecipazione di esponenti politici,
amministratori locali e rappresentanti della società civile. Durante la
cerimonia, si sono vissuti momenti di grande commozione nel ricordo dei bambini
inceneriti.Nove bambini (e in ospedale qualche giorno dopo è morto anche
il padre). Unici sopravvissuti la madre Alaa al-Najar e Adam rimasto gravemente
ferito e ustionato.
I bambini non erano combattenti Hamas, neanche Adam e suo
padre. Sì i bambini! Quanti di loro hanno avuto amputati gli arti senza
anestesia? Quanti hanno la superficie della loro pelle devastata da ustioni di
terzo grado e urlano di dolore quando i medici tentano di staccare dal derma il
tessuto bruciato? Quanti tendono ogni giorno la “ciotola del dolore” per un po’
di cibo, un po’ d’acqua, per tenere in vita un corpo spesso ridotto a sole ossa?
Il blocco degli aiuti umanitari, imposto dall’esercito israeliano, sta
impedendo l’accesso a viveri, acqua, medicinali essenziali, aggravando una crisi
umanitaria già tragica. Fame, malnutrizione e mancanza di cure sanitarie,
bisogna che siano letti come strumenti di una strategia che, secondo i
manifestanti, punta all’annientamento sistematico del popolo palestinese.
Questi fatti, insieme anche a quelli che contemporaneamente si stanno compiendo
in Cisgiordania, senza ormai nessuna ombra di dubbio, ci fanno affermare che è
in atto un genocidio.Ogni cadavere di bambino ne è una conferma. L’uomo
sta lacerando l’ultimo velo della civiltà, mostrandosi bestia che uccide con
efficacia, in una pianificazione dell’agonia. Non potevamo restare in silenzio!
Le parole degli intervenuti hanno ribadito con forza l’urgenza di una pace
giusta, del riconoscimento dello stato di Palestina, e la fine di ogni forma di
occupazione e violenza. Senza giustizia non c’è pace. Ed è necessario
denunciare il silenzio complice dell’Europa e l’assenza e l’indifferenza del
Governo italiano. Il governo di Israele è guidato da un criminale di guerra, e
con quel governo non si devono più avere rapporti. Non si deve mai distogliere lo
sguardo da chi non può dare voce, da chi viene cancellato. E si deve, comunque
tentare di restare umani, in questa immane perdita di umanità, da parte di
uomini che non dovrebbero più osare di parlare di bellezza ed eternità, dopo
quello che stanno facendo e tollerando che si faccia. Bisceglie non dimentica.
Palestina libera! I bambini non devono più morire.