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lunedì 2 giugno 2025

FUORI UNO!
di Romano Rinaldi


 
Con l’uscita di scena del capo del cosiddetto “DOGE” (Dipartimento dell’Efficienza Governativa) dell’amministrazione americana, comincia a delinearsi il primo dei clamorosi fallimenti della politica dei ricconi alle spese dei poveracci. Che l’accoppiata del più ricco uomo sulla Terra e del presidente della nazione più potente non potesse durare era piuttosto evidente fin dall’inizio. Molti segnali facilmente interpretabili anche sulla base della psicologia infantile, si sono susseguiti fino alla conclusione del sodalizio. Il ruolo di effettivo “Boss della Capanna Bianca” che si era ritagliato con cura il plurimiliardario, strideva enormemente con la personalità dell’uomo più potente e tronfio della Terra. Ricordiamo la scena del primo che occupa lo spazio disponibile tutt’intorno alla scrivania del secondo ballandogli intorno col figlioletto sulle spalle e poi lascia l’infante libero di giocare e scaccolarsi il naso sulle suppellettili dell’augusta scrivania; una scenetta degna di uno dei tanti filmatini prodotti dall’intelligenza artificiale che circolano in rete come una volta facevano le barzellette argute a sfondo politico. Oppure la scena dove il gran capo si presta come improbabile promotore di vendita delle auto del riccone per compiacerlo dopo che si erano manifestati i primi attriti.
Questi erano solo alcuni dei chiari segnali che sono apparsi, agli occhi degli attenti osservatori, come messe in scena da teatro dei burattini. Poi ci sono gli elementi di sostanza, con il riccone tutt’a un tratto impoverito, si fa per dire, nelle sue aziende del cuore per l’antipatia che è riuscito a crearsi con le sue manifestazioni di sostegno alle più becere pulsioni dell’ultradestra in tutto il mondo (motosega, saluto nazista, sostegno alla AFD a seggi aperti in Germania, ecc., ecc.). Col risultato tangibile di una diminuzione delle vendite delle sue famose auto elettriche che sfiora il 50% in Europa. 



Ma il potere, come ben si sa, dà alla testa e l’altro si è lanciato in un’offensiva economico-commerciale col resto del mondo e, tenendo ben salde le leve del ponte levatoio dei dazi nelle mani, ha manovrato queste con una mano, mentre con l’altra compulsava gli acquisti e le vendite di titoli sui mercati, ben sapendo anzitempo quale sarebbe stato l’andamento (creato dalle sue stesse manovre). Un’azione che nemmeno Al Capone riuscì mai a compiere impunemente per accumulare la sua ricchezza. Poi, quando si è trattato di stipulare accordi multimiliardari coi ricconi in Medio Oriente, ecco il gran capo farla da assoluto padrone, lasciando il suo sodale a becco asciutto. Insomma, così come fin dall’inizio di questo “periodo di prova” del famigerato “Doge” si percepiva chiaramente l’aspirazione al comando del riccone, del resto perpetuata persino nell’ultimissimo atto pubblico del suo mandato indossando una maglietta che recita “The Dogefather”, una chiara allusione a chi tiene i fili della marionetta che sta sulla poltrona della scrivania; ora il potente sta dimostrando che la ricchezza non è tutto e lui, in quanto molto potente, può facilmente insidiare il primato della ricchezza dell’altro, gli bastano poche mosse. Ecco dunque le sorti di milioni di persone negli Stati Uniti e di qualche miliardo sparse per il resto del mondo, nelle mani di cotanta onestà, dignità, onore, rettitudine morale e correttezza politica. Proprio gli individui che ci vogliono per curare gli interessi dei poveri ignoranti che li hanno eletti alle massime cariche della più potente Nazione al mondo. Congratulazioni!