Con l’uscita di scena del capo del cosiddetto “DOGE”
(Dipartimento dell’Efficienza Governativa) dell’amministrazione americana,
comincia a delinearsi il primo dei clamorosi fallimenti della politica dei
ricconi alle spese dei poveracci. Che l’accoppiata del più ricco uomo sulla Terra
e del presidente della nazione più potente non potesse durare era piuttosto
evidente fin dall’inizio. Molti segnali facilmente interpretabili anche sulla
base della psicologia infantile, si sono susseguiti fino alla conclusione del
sodalizio. Il ruolo di effettivo “Boss della Capanna Bianca” che si era
ritagliato con cura il plurimiliardario, strideva enormemente con la
personalità dell’uomo più potente e tronfio della Terra. Ricordiamo la scena
del primo che occupa lo spazio disponibile tutt’intorno alla scrivania del
secondo ballandogli intorno col figlioletto sulle spalle e poi lascia l’infante
libero di giocare e scaccolarsi il naso sulle suppellettili dell’augusta
scrivania; una scenetta degna di uno dei tanti filmatini prodotti
dall’intelligenza artificiale che circolano in rete come una volta facevano le
barzellette argute a sfondo politico. Oppure la scena dove il gran capo
si presta come improbabile promotore di vendita delle auto del riccone per
compiacerlo dopo che si erano manifestati i primi attriti. Questi erano
solo alcuni dei chiari segnali che sono apparsi, agli occhi degli attenti
osservatori, come messe in scena da teatro dei burattini. Poi ci sono gli
elementi di sostanza, con il riccone tutt’a un tratto impoverito, si fa per
dire, nelle sue aziende del cuore per l’antipatia che è riuscito a crearsi con
le sue manifestazioni di sostegno alle più becere pulsioni dell’ultradestra in
tutto il mondo (motosega, saluto nazista, sostegno alla AFD a seggi aperti in
Germania, ecc., ecc.). Col risultato tangibile di una diminuzione delle vendite
delle sue famose auto elettriche che sfiora il 50% in Europa.
Ma il potere,
come ben si sa, dà alla testa e l’altro si è lanciato in un’offensiva
economico-commerciale col resto del mondo e, tenendo ben salde le leve del
ponte levatoio dei dazi nelle mani, ha manovrato queste con una mano, mentre
con l’altra compulsava gli acquisti e le vendite di titoli sui mercati, ben
sapendo anzitempo quale sarebbe stato l’andamento (creato dalle sue stesse
manovre). Un’azione che nemmeno Al Capone riuscì mai a compiere impunemente per
accumulare la sua ricchezza. Poi, quando si è trattato di stipulare accordi
multimiliardari coi ricconi in Medio Oriente, ecco il gran capo farla da
assoluto padrone, lasciando il suo sodale a becco asciutto. Insomma, così come fin
dall’inizio di questo “periodo di prova” del famigerato “Doge” si percepiva
chiaramente l’aspirazione al comando del riccone, del resto perpetuata persino nell’ultimissimo
atto pubblico del suo mandato indossando una maglietta che recita “The
Dogefather”, una chiara allusione a chi tiene i fili della marionetta che sta
sulla poltrona della scrivania; ora il potente sta dimostrando che la ricchezza
non è tutto e lui, in quanto molto potente, può facilmente insidiare il primato
della ricchezza dell’altro, gli bastano poche mosse. Ecco dunque le sorti di
milioni di persone negli Stati Uniti e di qualche miliardo sparse per il resto
del mondo, nelle mani di cotanta onestà, dignità, onore, rettitudine morale e correttezza
politica. Proprio gli individui che ci vogliono per curare gli interessi dei
poveri ignoranti che li hanno eletti alle massime cariche della più potente
Nazione al mondo. Congratulazioni!