Le parole o i termini, i vocaboli,
sono nati senza una data precisa e nemmeno si sa chi sono i creatori. Hanno una
sonorità che dovrebbero accostarsi alla forma della cosa definita o, nel caso
del suono, al verso di un animale o di un rumore. Esse non seguono queste
regole sempre a causa delle diverse lingue, quindi una parola viene scritta o
detta in modo diverso. Gli scrittori vanno alla ricerca di quelle per meglio
esprimersi e dare un valore letterario, per meravigliare e in alcuni casi le
inventa. In altri ambiti tecnici fanno la catena delle derivazioni come dal
greco, poi dal latino e infine all’italiano. Ci sono le appropriazioni da altre
lingue, quelle che imbarbariscono fino a scomparire, possono essere lunghe o
breve, fare commuovere, ridere, riflettere, zittire, entusiasmare, creare
emozioni, fare innamorare e molto altro. Le parole non sono flessibili, eppure
molti le interpretano a piacimento, sono inequivocabili, ma un sì diventa una
negazione e viceversa. A voce si modellano con toni diversi, cambiano volto e
si perdono. Quando scrivo non sempre rincorro un termine giusto, è esso che si
presenta e scivola sul foglio con un seguito che molti dicono sia frutto di un
momento creativo o ispirazione. Ti do la mia parola, ma ci si può
fidare? Non sempre. Nel dormiveglia a volte creo pensieri scaturiti da unaparola
insolita e mi dico che non ho la forza di scriverli, lo farò domani, tanto è
facile da ricordare. Invece non sempre ci riesco e mi rimprovero per non
essermi svegliato. Che io sia ignorante è ovvio, non conosco tutte le parole
del dizionario e anche quelle tecniche che non vi sono e nascono di continuo.
Molte parole sono definite erroneamente, altre ambigue, non tutte di una
valenza. Comunque, quelle che vorrei, non ci sono per descrivere quelle
sensazioni emozioni e sentimenti che sono nel mondo delle astrazioni. Il
silenzio a volte è più eloquente e sincero delle parole. Per esprimermi e
comunicare percorro strade parallele con il disegno, la pittura e la scultura. Dove
trovare l’archetipo che descrive l’interiore? Nella bellezza? Nella poesia? Ma
esse sono astrazioni, e allora? Non trovo risposte, solamente interrogativi e
dubbi. In tal caso mi chiedo come possono essere soddisfatti e appagati con
presunzione gli scrittori? Tacere sempre non si può. Allora la vita è legata
alla parola? Come hanno fatto i nostri progenitori e come fanno gli animali, le
piante e le cose a intendersi? Ho letto delle risposte e certamente
contribuisce l’intuito.