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mercoledì 30 luglio 2025

GUERRA, DAZI, SPAZIO POLITICO EUROPEO
di Franco Astengo



Per una Zimmerwald del XXI secolo.
  
In un momento di immane tragedia come questo contrassegnato dalla guerra come fattore discriminante si è aggiunta la cosiddetta vicenda dazi al riguardo delle quale vogliamo registrare le reazioni dei principali soggetti politici d'alternativa presenti sul piano europeo: una posizione che accomuna  Linke, France Insoumise, PCF, Verdi Francesi (il cui portavoce Benjamin Lucas chiede il voto dell'europarlamento e dell'Assemblea Nazionale), Podemos mettendo anche in difficoltà il PSOE di governo che facendo parte del gruppo S&D a Strasburgo ha votato la commissione Von der Leyen oltre ai partiti italiani. L'occasione può diventare buona allora per cercare di oltrepassare remore antiche individuando l'Europa come spazio politico ed elaborando una posizione di sinistra alternativa sui punti nodali del confronto in atto superando anche la logica che presiede la divisione in gruppi al Parlamento Europeo. L'obiettivo dovrebbe essere quello di costruire una adeguata realtà che da sovranazionale (come adesso) dovrebbe evolvere in internazionalista.
Il giudizio che si cerca di esprimere attraverso questo intervento deriva dall’analisi delle contraddizioni di fondo che sul piano economico, politico e sociale attraversano lo spazio politico europeo: contraddizioni che possono essere affrontate soltanto se valutate nel profondo delle loro determinazioni complessive, prima di tutto al riguardo del ristabilimento delle condizioni imposte  da meccanismi, ben evidenti tra l’altro nello specifico del “caso italiano” di limitazione nell’esercizio dell’agibilità democratica.



Si tratta di non lasciare aperto lo spazio generato dal disorientamento generale e fin qui appannaggio dei populismi e dell’astensione, cercando di colmarlo - anche parzialmente com’è ovvio- da contenuti di lotta che possono avere possibilità di presenza politica ed anche istituzionale soltanto attraverso una precisa collocazione all'interno del quadro politico europeo nell'ottica di costruzione alternativa. La questione europea necessita di un ripensamento al riguardo di determinate posizioni assunte anche nel recente passato.
 Su questo punto va rinnovato l’appello rivolto al PSE e a Sinistra Europea per un incontro urgente. Debbono essere elaborati elementi di progettualità alternativa posti sia sul terreno della strutturazione politica, sia al riguardo della prospettiva economica e sociale e soprattutto della pace. Non è sufficiente pensare alla green economy e ai possibili relativi modelli di vita: le fasi di transizione sono diverse e complesse. Abbiamo davanti grandi difficoltà: dobbiamo essere capaci di ripensare i temi di fondo dello sviluppo e della stessa convivenza civile, delle relazioni umane, degli interscambi economici, culturali, sociali, ambientali proponendo il superamento del legame esclusivo alla logica del profitto.
Deve essere aperta una prospettiva della trasformazione sociale a livello sistemico corrispondente però ad una adeguata soggettività politica.
il punto di ripartenza potrebbe essere costituito da un’opposizione alla logica della guerra il cui senso potrebbe essere riassunto nell’indicazione di una “Zimmerwald del XXI secolo”. Un incontro tra forze diverse nel corso del quale porre le questioni fondamentali affrontando anche il tema del deficit di democrazia che affligge la vita politica del Continente.