La “logica” dispersa nell’Occidentedei cinque irrazionalismi. In ogni processo
umano in cui si fa ricorso ad “argomentazioni” (partendo dalla
constatazione di un fatto e dal giudizio immediato che se ne dà, per
motivi, magari, anche inconsci; proseguendo nelle deduzioni e
considerazioni logiche che possono ad esso connettersi; e,
conseguentemente concludendo per dare un’idea definitiva dell’evento) bisogna
fare i conti, in Occidente, con la “cultura” dei cinque
irrazionalismi. Avventurarsi nei sentieri del puro
raziocinio procura inevitabili sorprese, a dir
poco, sgradevoli. Se,
difatti, nella cosiddetta “civiltà Occidentale”, ci si accorge, ad un
certo punto che la tesi che viene fuori dai propri ragionamenti porta acqua al
mulino di una credenza religiosa o politica contraria alla propria,
diventa necessario fare un dietrofront repentino, anche se
clamoroso. E ciò perché si ritiene obbligo di un credente, fideista
religioso o fanatico politico, non sottrarsi anche a palesi contraddizioni
logiche, pur di non smentire pretese “verità” (prive, come noto, di ogni
dimostrazione o prova). Contrordine,
compagni! Era il titolo di una vignetta del ‘Candido’ dell’anticomunista viscerale,
Giovannino Guareschi, ma esso poteva (anzi doveva) allargarsi fino a
comprendere: Contrordine, camerati! Contrordine fratelli, figli del
comune, unico Dio!
Domanda: Perché uomini
di fede e di fanatismo politico devono sentirsi È proprio inevitabile che
comunisti, fascisti, ebrei, cristiani (cattolici, protestanti, ortodossi),
islamici diano tutti (per potere essere e dichiararsi tali, senza remore o
ripensamenti) “il cervello all’ammasso” e farneticare senza pensare? Risposta: Sì! È questa
la regola ineludibile della “casa Occidentale”!L’ultimo (in
ordine di tempo) “farneticante” risponde al nome di Donald Trump che delle
stimmate della “follia casalinga” ha mostrato cospicue tracce: ha giurato
sulla Bibbia, ha affermato che il colpo di fucile del suo attentatore in Pennsylvania
è stato deviato (nientepopodimeno che) da Dio; ha aggiunto che se egli
ritiene di fare di nuovo “grande” l’America è per adempiere a una missione
divina e così via (a parte la stura ai fuochi d’artificio daziari di cui ormai
egli stesso non capisce più niente). Orbene, di recente, il neo eletto
Presidente Statunitense aveva sorpreso un po’ tutti, non tanto ritirandosi dal
conflitto russo-ucraino, quanto trattando VolodymirZelensky, nella
stanza ovale della Casa Bianca, come una copia mal riuscita di Hitler: e
così implicitamente ritenendo che Putin faceva bene a portare a compimento la
liberazione delle zone di confine dell’Ucraina dai battaglioni Azov, dichiaratamente
“Neonazisti”. In altre parole, se Trump, nella guerra da lui ritenuta
avventatamente e illegittimamente iniziata dal suo predecessore e dagli
abitanti Super beoti del vecchio Continente (alleati NATO), aveva pensato di
doversi arrendere, ciò significava che riconosceva le buone ragioni della
Russia e condivideva il pericolo di un risorgente Nazifascismo nel cuore
dell’Europa (in quella Ucraina, cioè, che al tempo della seconda guerra
mondiale, aveva proclamato “eroi nazionali” i suoi tanti sudditi collaborazionisti
delle SS di Hitler nella difesa della razza ariana).
Poi la farneticazione! Con un revirement clamoroso
il neo Presidente ha intimato a Putin di fermarsi, gli ha minacciato
sanzioni, dichiarando di voler dare nuovamente armi a Kiev. In parole
povere, Trump, ha fatto un clamoroso dietro-front, ponendosi
nella posizione, da lui dileggiata, dello sconfitto Biden. Conclusione
amara:È chiaro che Spengler quando ha previsto e temuto il tramonto
dell’Occidente, pur non vedendone la motivazione nei cinque irrazionalismi che
dominano nella vita pubblica del vecchio e del nuovo Continente (da me
solitariamente individuati) ha colto chiaramente i segnali iniziali del
declino, immaginando, ai suoi tempi, solo il possibile sviluppo. Ora con
la giravolta di Trump siamo di fronte ad una sostanziale prova dell’irrigidimento (con
conseguente immutabilità) di un modo di comportarsi che è unicamente dettato
dalla mancanza di raziocinio.