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lunedì 7 luglio 2025

TRUMP VUOLE FERMARE VERAMENTE PUTIN? 
di Luigi Mazzella


 
Una delle prime cose che ho imparato dalle mie esperienze di vita è stata la certezza dell’assoluta falsità della propaganda dei Paesi che entrano in guerra.
Da bambino, gli slogan del Duce del Fascismo, Benito Mussolini, mi avevano convinto, negli anni Quaranta,  della estrema, inguaribile perfidia di Albione (nome antico dell’Inghilterra), del perverso giudaismo massonico e plutocratico degli Stati Uniti d’America e della mostruosa abitudine dei Russi di mangiare i bambini “dopo averli sbucciati come caramelle”, ma alla fine della seconda guerra mondiale ero stato  indotto a credere, dai nuovi “Soloni” al governo del Paese e dal loro  seguito di “giannizzeri” dei media  che Inglesi e Nord-americani erano stati i nostri beneamati “liberatori” dalla schiavitù politica e che i Russi avevano decapitato il Nazismo, il mostro più orribile di tutte le nefandezze ideologiche. Forte di tale acquisita certezza, quando all’inizio della guerra russo-ucraina ho sentite le due contrapposte propagande, non ho creduto né all’una né all’altra, chiedendo lumi solo al mio raziocinio e nutrendo notevoli perplessità su ciò che andavo leggendo e ascoltando. Dopo, però, le dichiarazioni di Donald Trump, del suo Vice Vance e di Robert Kennedy jr. Ministro della Sanità ed erede (nipote e figlio) dei due celeberrimi fratelli (JF e Robert sr.), e sempre confidando nel mio uso di ragione, ho elaborato una mia idea sulle origini di quel conflitto. Se ben tre illustri Statunitensi dichiaravano falsa la propaganda ucraina sull’aggressione e sull’invasione russa (fatta propria, invece, da una NATO, influenzata da un ben poco lucido Joe Biden (oltre che stupida violatrice delle sue stesse norme con l’intervento bellico) e ritenevano veritiera la versione sul pericolo di un nascente neo-nazismo ucraino (genocida con i battaglioni Azov di filorussi e Russofoni nelle zone di confine del Paese di Zelensky) non v’era ragione per cui non dovessi credere a un Putin, consapevole che il sacrificio di milioni di Russi morti per combattere il Nazismo in Europa non dovesse risultare vano per le bizze e le smanie di potere di un comico d’avanspettacolo, stanco del suo mestiere.
Rebus sic stantibus, mi sono posto due angoscianti domande: 
1) Se Trump si era convinto della linea di Putin volta a estirpare un nascente neo nazismo nel cuore dell’Europa dopo gli anni di collaborazionismo di molti Ucraini con Hitler al tempo della seconda guerra mondiale, perché invitare Putin a fermarsi prima di avere portato a termine l’operazione (la stessa che era stato l’orgoglio dei suoi predecessori nella seconda guerra mondiale?)
2) Se il Presidente Statunitense ha ritenuto esatta la tesi di un risorgente pericolo nazista nel cuore d’Europa, perché non ha tentato di convincere i suoi alleati Nato, tutti sedicenti antifascisti (tranne la Meloni) dell’abbaglio preso e non ha provato ad invitarli a smettere di abbaiare stupidamente all’Orso Russo?
È comprensibile che egli, dimenticando le lezioni della Storia, non abbia tenuto conto che in Europa i “volenterosi moschettieri delle guerre”, dopo avere provocato ben due conflitti mondiali erano già pronti per alimentarne un terzo?
È possibile che egli si sia impegnato a realizzare la pace in breve termine solo perché non ha previsto che i Super Beoti Europei avrebbero continuato a muoversi da cobelligeranti dell’Ucraina e a inviare armi a Zelensky per ritardare la sua resa?
La risposta alla seconda domanda potrebbe essere addirittura più inquietante e legittimare un terzo interrogativo: 
3) Potrebbero il silenzio e l’invito del neo Presidente essere il segno di una precisa e furbesca convenienza americana di fare armare gli Europei con acquisti di missili, bombe e altro negli States dopo la vittoria ottenuta dell’aumento al 5%, nei bilanci dei Paesi Europei, delle spese militari? 
Se così fosse, il “Cave Trump” sarebbe d’obbligo ma resterebbe privo di ascolto nell’Europa dei Super Beoti!