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giovedì 18 settembre 2025

DOMANDE
di Luigi Mazzella


 
Perché non si dovrebbe avere nel bagaglio dei propri risentimenti quello di avere dovuto subire nell’indifesa infanzia da parte di massaie beghine o parroci ben nutriti la ripetizione acritica di storielline mediorientali o nell’ancora immatura e pericolosamente impetuosa adolescenza il racconto di fandonie altrettanto inverosimili, indimostrabili e indimostrate di  utopie (nazifasciste o social comuniste) che con  parole fintamente filosofiche “cianciano” dell’esistenza di illuminati (e amati da Dio) Capi-guida (duci o fuhrer) o di moti popolari salvifici e benefici per l’umanità intera (e non, invece, per pochi oligarchi di Nomenklature o gerarchetti di regime?
Perché non si dovrebbe essere costretti a ricordare e a rinfacciare, alle cinque credenze che tuttora imperversano nell’Occidente:
a) ai cristiani: i massacri delle Crociate, gli stermini e i genocidi del Centro-America, le colonizzazioni nelle Americhe e in Africa, le condanne a pene capitali dei Tribunali dell’Inquisizione, le guerre sante per scismi ed eresie, i patiboli del Papa-Re nelle piazze di Roma;
b) agli islamici gli attentati con centinaia di morti, i tagli di gole con riprese televisive o cine-fotografiche;
c) agli ebrei di Netanyahu gli stermini odierni a Gaza;
d) ai nazifascisti i lager, le camere a gas, i cosiddetti “confini”;
e) ai socialcomunisti gli stermini pseudo-rivoluzionari, le distruzioni, i gulag, le foibe e le repressioni violente?



 
Domanda conclusiva (a me stesso): Per quanto tempo ancora resisterò a scrivere di razionalità, di libertà di pensiero, di pacatezza nei giudizi in una collettività dove persino gli amici e le amiche più aderenti a idee pacifiste non rinunciano, sul piano più strettamente individuale, alle loro aspre guerre verbali con polemiche infuocate: argomentate, sì, ma alla fin fine, pur sempre intrise di convinzioni acefalamente desunte da dogmi religiosi o ideologici? Il problema, per me, non è religioso né politico ma solo filosofico. Ed allora non mi resta che concludere con gli ultimi versi del VII sonetto di Francesco Petrarca: Povera, e nuda vai, Philosophia, dice la turba al vil guadagno intesa.
È da venti secoli che nell’Occidente, patria dei creduloni incalliti, i filosofi, in assenza di un pensiero libero, parlano al vento.