INTELLIGENZA
ARTIFICIALE E LIBRI di Angelo Gaccione
Che ne
sarà dei libri e dei loro artefici ora che l’impiego dell’intelligenza artificiale
sta divenendo sempre più diffuso anche in questo campo? I risultati sono
strabilianti e basta fare la prova. Mi è stata recapitata di recente una fiaba
costruita con l’ausilio dell’intelligenza artificiale da parte di una persona
che non si era mai cimentata con la scrittura in vita sua. Siccome la qualità e
lo stile mi sono parsi subito di buona fattura, ero certo che non poteva essere
farina del suo sacco. Ed infatti ne ho avuto immediatamente la conferma. Mi è
stato candidamente rivelato che ci si era limitati a fornire, a quell’insieme
di tecnologie che permettono ad un computer di comprendere e tradurre in un
linguaggio parlato (e in questo caso scritto), pochissimi dati. L’intelligenza
artificiale, con la sua capacità di “sentire, pensare e agire” come un vero e
proprio essere umano, aveva fatto tutto da sola fino al prodotto finito. Tra
l’altro senza refusi, senza la fatica dello scrittore, in un tempo velocissimo,
e senza dover pagare una lira a chicchessia. Dimenticavo
di aggiungere che anche le suggestive tavole pittoriche messe a corredo della
fiaba, sono state realizzate dall’intelligenza artificiale rapidamente e a
costo zero. Gli editori d’oggi in poi possono programmare i loro libri a
costi limitatissimi, suggerire l’argomento che a loro parere abbia più presa
sui lettori, fissare il numero dei personaggi, delle pagine, e non avere più niente a che fare con una persona
fisica. Altrettanto sorprendenti le schede critiche su un paio di libri che ho
avuto modo di vedere. Rigorose, analitiche, puntuali, stilisticamente ben
scritte, acute nel penetrare a fondo nella materia ed evidenziarne i pregi da
più angolazioni, non avevano nulla da invidiare alle recensioni che troviamo
comunemente sulle pagine culturali di quotidiani e di riviste colte e
blasonate. Con l’intelligenza artificiale, anche da questo punto di vista il
ciclo circolare del lavoro editoriale si autogenera e si chiude su sé
stesso, senza bisogno di delegarlo a specialisti e a studiosi. Una sorta di
autarchia autosufficiente ed economicamente indipendente, dove nessun sindacato
potrà mettere becco. Non è meraviglioso?