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domenica 14 settembre 2025

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E LIBRI
di Angelo Gaccione  


 
Che ne sarà dei libri e dei loro artefici ora che l’impiego dell’intelligenza artificiale sta divenendo sempre più diffuso anche in questo campo? I risultati sono strabilianti e basta fare la prova. Mi è stata recapitata di recente una fiaba costruita con l’ausilio dell’intelligenza artificiale da parte di una persona che non si era mai cimentata con la scrittura in vita sua. Siccome la qualità e lo stile mi sono parsi subito di buona fattura, ero certo che non poteva essere farina del suo sacco. Ed infatti ne ho avuto immediatamente la conferma. Mi è stato candidamente rivelato che ci si era limitati a fornire, a quell’insieme di tecnologie che permettono ad un computer di comprendere e tradurre in un linguaggio parlato (e in questo caso scritto), pochissimi dati. L’intelligenza artificiale, con la sua capacità di “sentire, pensare e agire” come un vero e proprio essere umano, aveva fatto tutto da sola fino al prodotto finito. Tra l’altro senza refusi, senza la fatica dello scrittore, in un tempo velocissimo, e senza dover pagare una lira a chicchessia. Dimenticavo di aggiungere che anche le suggestive tavole pittoriche messe a corredo della fiaba, sono state realizzate dall’intelligenza artificiale rapidamente e a costo zero. Gli editori d’oggi in poi possono programmare i loro libri a costi limitatissimi, suggerire l’argomento che a loro parere abbia più presa sui lettori, fissare il numero dei personaggi, delle pagine, e non avere più niente a che fare con una persona fisica. Altrettanto sorprendenti le schede critiche su un paio di libri che ho avuto modo di vedere. Rigorose, analitiche, puntuali, stilisticamente ben scritte, acute nel penetrare a fondo nella materia ed evidenziarne i pregi da più angolazioni, non avevano nulla da invidiare alle recensioni che troviamo comunemente sulle pagine culturali di quotidiani e di riviste colte e blasonate. Con l’intelligenza artificiale, anche da questo punto di vista il ciclo circolare del lavoro editoriale si autogenera e si chiude su sé stesso, senza bisogno di delegarlo a specialisti e a studiosi. Una sorta di autarchia autosufficiente ed economicamente indipendente, dove nessun sindacato potrà mettere becco. Non è meraviglioso?