Pagine

venerdì 31 ottobre 2025

A SPASSO PER VIA BRERA E DINTORNI
di Angelo Gaccione

Il chiostro grande di S. Simpliciano

Quando mi capita di percorrere la via Brera non trascuro mai di allungare il passo fino a Largo Treves e di transitare per via Solferino. Ho tanti buoni motivi che riguardano una parte della mia giovinezza e non voglio dire di più. Non trascuro di fare delle soste davanti a dei numeri civici precisi: all’aiuola dedicata alla scrittrice Lalla Romano che aveva casa quasi di fronte all’Accademia, di varcare l’atrio di quest’ultima, di sciamare lungo i suoi corridoi e di salire fino al loggiato della Pinacoteca, perché sui lati opposti degli scaloni ci sono le statue del poeta Parini e del giurista Beccaria. 

Quando giro sulla via Ancona, mentalmente ho già deciso perché. Al numero 4 c’è la casa dove abitò l’amico Cesare Medail che fu a lungo responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera. Gli bastavano pochi metri per arrivare alla sede del quotidiano milanese. Alcuni passi più avanti, al numero 2, c’è la lapide commemorativa per Carlo Rosselli che vi aveva abitato nel 1926, e dove era la sede della rivista ‘Il Quarto Stato’ che aveva fondato assieme a Pietro Nenni. La rivista durò pochissimo: dal 27 marzo al 30 ottobre del 1926; il fascismo non poteva tollerarla.


La corona dell’Anpi e i nastri con i colori nazionali posti sopra, nella ricorrenza del 25 Aprile, la nascondono per buona parte, e anche l’edera che la cinge non la rendono immediatamente visibile. Si fa fatica a leggere anche lo scritto, ma a me non sfugge, perché è ben fissa nella mia memoria.  


La lapide che ricorda i quattro architetti del BBPR (Banfi, Belgioioso, Peressutti, Rogers) sul muro di fronte, si legge invece benissimo. La corona è appesa opportunamente sotto lasciandola sgombra e visibile. Innamorato come sono dei chiostri, non posso dimenticare che proprio all’angolo, in via Dei Chiostri, in questa via chiusa e silenziosa, ci sono i chiostri dell’oratorio di quella meraviglia che è San Simpliciano. È stato definito un angolo di paradiso e lo è davvero; lo è soprattutto per i bimbi che vi trovano un luogo accogliente e sicuro e possono tranquillamente giocare sotto lo sguardo rilassato delle mamme. 

L’oratorio ha anche un grazioso teatrino, Teatro dei Chiostri si chiama, ed io vi ho scoperto una stretta collaborazione con l’Associazione Culturale “Macró Maudit”. Nata nel 2018, attraverso il teatro promuove i valori dell’impegno civile e della cittadinanza attiva, nelle carceri e nelle scuole, con una attenzione particolare alla legalità e all’antifascismo. Ha uno sguardo attento alla memoria cittadina, ma non trascura la letteratura, e forse nemmeno la poesia. Credono fermamente “nella possibilità di cambiare le cose” i loro associati, e questo ce li rende preziosi e necessari.