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sabato 25 ottobre 2025

SCAFFALI
di Angelo Gaccione


Luciano Bassani

I racconti di Luciano Bassani fra ironia, tenerezza e commozione.


Quante storie! sì, proprio con il punto esclamativo, questo è il titolo del libro di Luciano Bassani, perché di storie ne contiene ben 31: e che storie! Ne leggerete delle più surreali con personaggi strambi, svampiti, esagerati, canagliescamente simpatici, ambigui, pieni di fisime, speso lestofanti nei comportamenti e non proprio raccomandabili che la penna dello scrittore disegna con compiaciuta ironia. Ma ne incontrerete anche di intransigenti nelle loro scelte, di moralmente e professionalmente rigorosi, altri ancora colti, amichevoli, generosi, disponibili e pronti al sacrificio verso gli altri. E non mancano le storie più private ricche di ritratti familiari intrisi di tenerezza, di nostalgia, di sentimenti dolorosi, di perdite, di tragedie che commuovono e prendono il lettore alla gola. Molti di questi personaggi sono entrati nella sfera del narratore attraverso la pratica medica della sua professione; Bassani li ha curati risolvendo problemi che li avevano angustiati a lungo, restituendo loro fiducia e una qualità di vita accettabile. Li ha curati, ma li ha anche osservati a fondo; ne ha colto il lato buono, ne ha carpito alcune inclinazioni e spesso ne è diventato amico; li ha frequentati al di fuori del suo studio professionale vinto dalla curiosità e scambiando umanità con umanità. Sono, nel bene e nel male, entrati nella sua sfera emotiva e sentimentale, e lui non ne è rimasto indifferente. C’è sempre qualcosa degli altri che si “deposita” in noi e ne diventa parte. È stato questo che gli ha permesso di scriverne e di fissarne un ritratto vivido e coinvolgente sulla pagina. Il materiale “letterario” è venuto a lui direttamente, senza che egli abbia avuto bisogno di andarselo a cercare. Che si tratti di un personaggio spavaldo e umanamente simpatico come Antonio Amato detto O’ Guagliò, del robivecchi siculo-brianzolo Leone Bartolomeo, della sensitiva Paula Kovacs con le sue sedute spiritiche, del medico Alberto “sosia” di Aldo Moro, del furbo e mestatore inquilino della villa di Andora, del barbiere di Piazza Grandi, del giovane con la valigetta, della salutista, poco importa. Hanno lasciato una traccia e sono assurti a personaggi da racconto, come poteva accadere ad un impiegato della burocrazia zarista per la penna di Gogol. Sono tanti i racconti su cui mi sono soffermato e che mi hanno coinvolto sul piano emotivo. La tragica fine del cane bassotto Teo (‘Il racconto sionista’) mi ha fatto rivivere la dolorosa vicenda del nostro cagnetto Brando. Il racconto sulla scomparsa della madre dell’autore è dolente e insieme ricco di interrogativi: “Mi domando perché una volta invecchiare era più facile e mi do la risposta da solo: non ci sono più le famiglie di una volta, quelle famiglie che ti prendevano dalla nascita e ti portavano alla morte senza mai lasciarti, quelle famiglie ‘fortezza’ che rappresentavano il baluardo contro tutto e contro tutti…”. E il vuoto, il tremendo vuoto che ci lasciano quelle morti: “Che tristezza tornare a Milano senza di lei, che sensazione di mancanza nella sua casa dove tutto parla di lei, ma dove lei non c’è più (). Un anno è quasi passato da quando mia mamma ci ha lasciati, un anno difficile, ingombro di immagini lontane, un anno di domande senza risposte, un anno di struggente tristezza, un anno dove tutto sa di cose e persone che non torneranno”. È con una prosa piana, concreta, essenziale che Luciano Bassani racconta i suoi personaggi e le loro vicende; lo fa con controllata bonomia, anche quando meriterebbero qualche giudizio più severo, qualche aggettivo più duro. Consapevole, come scrive nell’epilogo congedandosi dai lettori, che “Tutti a loro modo, hanno avuto o hanno un percorso che si è intrecciato con il mio e a loro modo lo hanno arricchito”.


La copertina del libro

Luciano Bassani
Quante storie!
Belforte Editori - 2022
Pagg. 180 € 30,00