Caro Direttore, il
4 ottobre u.s. è stata pubblicata da Acrinews, giornale online di Acri (Cosenza),
con il quale collaboro di tanto in tanto con argomenti vari, compresi quelli di
natura letteraria una proposta, senza dubbio una provocazione. Con
piacere, apprendo però che la mia nota è stata apprezzata e condivisa
da tanti amici che condannando il genocidio a Gaza, si sentono
offesi dall’arrogante pretesa di Trump di avere il Premio Nobel per la
Pace, premio che io, invece, voglio assegnare ad “Odissea”, per l’impegno che
da oltre vent’anni, nelle sue pagine va affermando, per il disarmo
unilaterale contro tutte le guerre, battendosi con lo strumento della parola e
delle idee, per la pace. Testimonianze autorevoli di artisti, poeti,
musicisti, filosofi, promotori della non violenza, pacifisti e difensori della
libertà di tutti nel mondo, sono la forza della cultura della linea di
“Odissea”, giornale, che ha sempre difeso i più deboli, gli ultimi della terra,
gli uomini che sono morti per la difesa dei diritti, dei senza diritti, e
con coraggio ha dato, e dà voce a quanti voce non hanno. Grazie. Francesco Curto - Perugia lunedì 6 ottobre 2025 curtofrancesco1949@libero.it
Come i lettori
possono immaginare, “Odissea” riceve ogni giorno email e messaggi da ogni parte
d’Italia e non solo. Arrivano per esprimere il loro consenso a quanto i nostri
numerosi collaboratori e collaboratrici pubblicano, e qualche volta per
comunicarci il loro dissenso, com’è giusto che sia, se sono in disaccordo con
qualcuno degli argomenti trattati. Sul tema della pace – un tema che ci
riguarda tutti perché ha a che fare con la sopravvivenza dell’intero genere
umano – non ci dovrebbe essere contrasto. Chi a cuor leggero può essere
favorevole alla guerra in epoca nucleare? Chi vorrebbe davvero, se si sofferma
a riflettere e ragionare, vedere massacrare i propri cari, i propri amici, le
proprie case, i propri beni, le proprie città, il patrimonio di cultura e di
bellezza che la genialità umana ha prodotto nel corso dei secoli e di cui
andiamo fieri? Chi può volere la distruzione dell’ambiente che ci tiene in
vita, delle specie animali e vegetali che ci circondano e ci rendono lieti? La
risposta dovrebbe essere scontata, ma non lo è. Uomini e donne molto
intelligenti e persino artisti, creatori, scienziati, medici che per
professione curano le malattie e salvano vite, spesso si lasciano andare a
considerazioni banali, conformiste, aberranti, disumane, guerrafondaie, allo
stesso modo di tanti uomini di Stato e di Governo che sembrano accecati dalla
stupidità e dall’estremismo, e non si rendono conto di portare il genere umano
intero verso la catastrofe. “È consapevole che anche di lei e della sua
famiglia non resterebbe traccia?”, ho chiesto ad una personalità politica che
riveste un ruolo tutt’altro che marginale della nostra vita pubblica, e che su
altre questioni mostra un moderato buon senso. Eppure sull’impiego di una marea
di miliardi per riarmarsi fino ai denti, sulla produzione di armi di sterminio
sempre più terribili e distruttive, su eserciti, alleanze militari, difesa
(come se ci si potesse difendere dalla catastrofe nucleare e i primi a morire
nei conflitti non fossero i civili innocenti), egli e tanti altri ragionano,
anzi, sragionano, come il più ottuso e ignorante dei bipedi. “Odissea”
in questi 22 anni di vita (siamo entrati nel 23°) ha messo pace e disarmo
all’apice della sua riflessione e del suo impegno morale, umano e civile. Non
ha mai derogato e ha difeso le sue ragioni anche quando collaboratori, amici,
persone a noi più vicini, si schieravano per la guerra, ne rivendicavano la
necessità contro le aggressioni, e avrebbero volentieri condotto il mondo alla
distruzione, pur di riaffermare i loro princìpi. Purtroppo si continua ad
ignorare che non c’è principio che tenga davanti alla scomparsa generale delle
persone fisiche, delle vite degli esseri umani. Senza gli esseri umani vivi e
concreti, resta un solo “principio”: quello del nulla. Cioè, il principio
della fine. E non si avrebbe neppure la soddisfazione di dibattere su chi
avesse avuto ragione o torto, perché non resterebbe nessuno per un confronto.
Noi abbiamo sempre indicato altre vie per finirla con le guerre, anche quando
alcuni ci toglievano l’amicizia, prendevano le distanze, e altri ci insultavano
e persino minacciavano. Molti di quegli amici e collaboratori si sono ravveduti
dopo il massacro russo-ucraino, dopo il genocidio palestinese. Milioni sono
scesi in piazza per chiedere disarmo, pace, fine della spesa militare che
affama e distrugge. Un piccolo gruppo di governanti arroganti ed estremisti,
responsabili dei conflitti e dei contrasti mondiali, agisce contro la volontà
pacifica dei propri popoli e la calpesta. Non mostra alcuna saggezza e alcun
ravvedimento. Ma chi li ha eletti questi governanti, non gli ha conferito il
mandato di portare le nazioni alla guerra, di lavorare per la distruzione
generale; li ha eletti per favorire il benessere della nazione, la pace e la
concordia con gli altri popoli, la cooperazione e la convivenza pacifica come
prescrivono le Costituzioni. Questa digressione era doverosa e abbiamo voluto
proporla subito sotto la lettera del nostro lettore ed estimatore - che
pubblicamente ringraziamo - come ringraziamo tutti coloro hanno apprezzato il
suo gesto e lo hanno condiviso, perché ci fa piacere che tanti lettori
considerino “Odissea” una voce importante, fra le tante, in favore della pace,
del disarmo, del dialogo. Ci fa piacere che il clima stia mutando grazie a
tante donne e uomini di buona volontà, a tanti giovani che non restano
indifferenti davanti all’orrore e al dolore; che sentano empatia umana, che
solidarizzino. Tutto questo per noi vale più di qualsiasi Nobel, di qualsiasi
riconoscimento, e gratifica le nostre coscienze di uomini e donne che vogliono
rimanere tali. [A. G.]