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mercoledì 8 ottobre 2025

TRUMP E ODISSEA

Premio Nobel per la pace a “Odissea”.


Francesco Curto
 
Caro Direttore,
il 4 ottobre u.s. è stata pubblicata da Acrinews, giornale online di Acri (Cosenza), con il quale collaboro di tanto in tanto con argomenti vari, compresi quelli di natura letteraria una proposta, senza dubbio una provocazione. Con piacere, apprendo però che la mia nota è stata apprezzata e condivisa da tanti amici che condannando il genocidio a Gaza, si sentono offesi dall’arrogante pretesa di Trump di avere il Premio Nobel per la Pace, premio che io, invece, voglio assegnare ad “Odissea”, per l’impegno che da oltre vent’anni, nelle sue pagine va affermando, per il disarmo unilaterale contro tutte le guerre, battendosi con lo strumento della parola e delle idee, per la pace. Testimonianze autorevoli di artisti, poeti, musicisti, filosofi, promotori della non violenza, pacifisti e difensori della libertà di tutti nel mondo, sono la forza della cultura della linea di “Odissea”, giornale, che ha sempre difeso i più deboli, gli ultimi della terra, gli uomini che sono morti per la difesa dei diritti, dei senza diritti, e con coraggio ha dato, e dà voce a quanti voce non hanno. Grazie.
Francesco Curto - Perugia 
lunedì 6 ottobre 2025
curtofrancesco1949@libero.it



C
ome i lettori possono immaginare, “Odissea” riceve ogni giorno email e messaggi da ogni parte d’Italia e non solo. Arrivano per esprimere il loro consenso a quanto i nostri numerosi collaboratori e collaboratrici pubblicano, e qualche volta per comunicarci il loro dissenso, com’è giusto che sia, se sono in disaccordo con qualcuno degli argomenti trattati. Sul tema della pace – un tema che ci riguarda tutti perché ha a che fare con la sopravvivenza dell’intero genere umano – non ci dovrebbe essere contrasto. Chi a cuor leggero può essere favorevole alla guerra in epoca nucleare? Chi vorrebbe davvero, se si sofferma a riflettere e ragionare, vedere massacrare i propri cari, i propri amici, le proprie case, i propri beni, le proprie città, il patrimonio di cultura e di bellezza che la genialità umana ha prodotto nel corso dei secoli e di cui andiamo fieri? Chi può volere la distruzione dell’ambiente che ci tiene in vita, delle specie animali e vegetali che ci circondano e ci rendono lieti? La risposta dovrebbe essere scontata, ma non lo è. Uomini e donne molto intelligenti e persino artisti, creatori, scienziati, medici che per professione curano le malattie e salvano vite, spesso si lasciano andare a considerazioni banali, conformiste, aberranti, disumane, guerrafondaie, allo stesso modo di tanti uomini di Stato e di Governo che sembrano accecati dalla stupidità e dall’estremismo, e non si rendono conto di portare il genere umano intero verso la catastrofe. “È consapevole che anche di lei e della sua famiglia non resterebbe traccia?”, ho chiesto ad una personalità politica che riveste un ruolo tutt’altro che marginale della nostra vita pubblica, e che su altre questioni mostra un moderato buon senso. Eppure sull’impiego di una marea di miliardi per riarmarsi fino ai denti, sulla produzione di armi di sterminio sempre più terribili e distruttive, su eserciti, alleanze militari, difesa (come se ci si potesse difendere dalla catastrofe nucleare e i primi a morire nei conflitti non fossero i civili innocenti), egli e tanti altri ragionano, anzi, sragionano, come il più ottuso e ignorante dei bipedi. “Odissea” in questi 22 anni di vita (siamo entrati nel 23°) ha messo pace e disarmo all’apice della sua riflessione e del suo impegno morale, umano e civile. Non ha mai derogato e ha difeso le sue ragioni anche quando collaboratori, amici, persone a noi più vicini, si schieravano per la guerra, ne rivendicavano la necessità contro le aggressioni, e avrebbero volentieri condotto il mondo alla distruzione, pur di riaffermare i loro princìpi. Purtroppo si continua ad ignorare che non c’è principio che tenga davanti alla scomparsa generale delle persone fisiche, delle vite degli esseri umani. Senza gli esseri umani vivi e concreti, resta un solo “principio”: quello del nulla. Cioè, il principio della fine. E non si avrebbe neppure la soddisfazione di dibattere su chi avesse avuto ragione o torto, perché non resterebbe nessuno per un confronto. Noi abbiamo sempre indicato altre vie per finirla con le guerre, anche quando alcuni ci toglievano l’amicizia, prendevano le distanze, e altri ci insultavano e persino minacciavano. Molti di quegli amici e collaboratori si sono ravveduti dopo il massacro russo-ucraino, dopo il genocidio palestinese. Milioni sono scesi in piazza per chiedere disarmo, pace, fine della spesa militare che affama e distrugge. Un piccolo gruppo di governanti arroganti ed estremisti, responsabili dei conflitti e dei contrasti mondiali, agisce contro la volontà pacifica dei propri popoli e la calpesta. Non mostra alcuna saggezza e alcun ravvedimento. Ma chi li ha eletti questi governanti, non gli ha conferito il mandato di portare le nazioni alla guerra, di lavorare per la distruzione generale; li ha eletti per favorire il benessere della nazione, la pace e la concordia con gli altri popoli, la cooperazione e la convivenza pacifica come prescrivono le Costituzioni. Questa digressione era doverosa e abbiamo voluto proporla subito sotto la lettera del nostro lettore ed estimatore - che pubblicamente ringraziamo - come ringraziamo tutti coloro hanno apprezzato il suo gesto e lo hanno condiviso, perché ci fa piacere che tanti lettori considerino “Odissea” una voce importante, fra le tante, in favore della pace, del disarmo, del dialogo. Ci fa piacere che il clima stia mutando grazie a tante donne e uomini di buona volontà, a tanti giovani che non restano indifferenti davanti all’orrore e al dolore; che sentano empatia umana, che solidarizzino. Tutto questo per noi vale più di qualsiasi Nobel, di qualsiasi riconoscimento, e gratifica le nostre coscienze di uomini e donne che vogliono rimanere tali. [A. G.]