Infanzia palestinese Hai avuto un solo sorriso nella tua
infanzia svanita. Il mondo
di orrore si è intriso di tutta
una guerra infinita. Il fetore
intorno ti attaglia, ma tu non
più badi agli odori, attento
al crepitar di mitraglia e a più
terrificanti fragori. Della
gioia si è rotta la molla. Se vivi e
ti arride la vita, in bocca
avrai sempre la zolla di
qualche tristezza infinita. Scampare
alle bombe, nutrirti è questo
il tuo solo dettame e, con
lutto nel cuore, portarti dove
spigan la sete e la fame. Di tutto
e di tutti hai bisogno. Più
nessuno e più nulla ti resta. Ti nutri
soltanto nel sogno. Ma il
vuoto boccone ti desta. Se un
giorno venissi sul Lario, per
grazia scampato all’inferno, consci
che di quel tuo calvario, è
complice il nostro Governo saremmo
con te premurosi. E, per
quanto nessuno ci accusi, speriam d’una
tale accidiosi che il
tempo col tempo ci scusi.