Caro
Direttore, vorrei dedicare alcune
riflessioni, dettate soprattutto dal sentimento di gratitudine, per la
possibilità di poter scrivere sulla rivista “Odissea”. Devo però fare un salto
indietro, di un anno e mezzo circa e, più precisamente, al giorno successivo alla
presentazione dell’Antologia, da Lei curata, sulla raccolta di poesie dedicate
alla strage di Piazza Fontana, tenutasi il 25 Aprile 2024 presso il Don Uva di
Bisceglie, con la partecipazione del poeta Zaccaria Gallo e del Professor
Langella, i cui testi, fra gli altri autori, appartengono alla medesima
raccolta e di cui lessi alcune poesie. In questo arco di tempo, non sono poi
mancate le due trasferte presso la Biblioteca Ostinata di Milano, per la
presentazione del primo romanzo di Gallo, Pensel, di cui ne auspico un
secondo, e la presentazione dell’Antologia già citata, dedicata a Pino Pinelli
presso l’Anpi di Voghera, a cui avevo prestato la mia voce; così come annovero
fra i bellissimi ricordi, la seconda trasferta a Milano, presso l’Associazione
Regionale Pugliesi di Milano, nuovamente per la presentazione di Pensel,
affiancata da alcune mie letture. Ero rimasta affascinata, prima di
recarci con Lei, il Prof. Langella ed il Poeta Gallo, per una breve visita al
gioiello romanico tranese che spicca sul mare Adriatico, con i suoi quasi 280
scalini (li contammo quel giorno!) per raggiungere il Campanile e per godere di
un paesaggio così sublime. Ricordo ancora lo stupore di quel
giorno, prestando ascolto ai vostri discorsi sulla “Carmen”, in uno dei Cafè
biscegliesi, davanti ad un piattino di deliziosi sospiri: non avevo argomenti dello
stesso calibro, in tema lirico e non solo, per potermi inserire in un discorso
critico, nonostante sia appassionata di arte e musica, ma mi piaceva osservarvi
e ascoltarvi nel vostro scambio di idee;quella scena mi riportava in mente contesti simili, già letti in qualche
pagina di libro o dipinta su qualche tela, che ritraeva gli intellettuali bohémienne
nei caffè letterari parigini: da allora quel ricordo è nitido e limpido, non è
mai sbiadito e mai cadrà in oblio. “Odissea” è divenuto uno spazio
di ricerca, qualcosa che non avevo potuto concretizzare dopo gli studi
universitari, un momento di silenziosa condivisione con altri intellettuali e
scrittori, da cui posso solo continuare ad imparare, un modo per denunciare ciò
che non dovrebbe mai minare la dignità di un essere umano, universalmente
concepito, che si tratti di sfera lavorativa, sociale, familiare,
istituzionale, ambientale, culturale etc. Tutto questo è per me “Odissea”:
guardare il mondo da più punti di vista, con le sue atroci sofferenze e
bellezze, e con occhio obiettivo ed umile, portare una piccola testimonianza
che possa scuotere il cuore e le coscienze di tutti. Semplicemente Grazie Direttore. Anna Rutigliano.