Ritorno al
“proporzionale” Per ricondurre
gli Italiani alle urne, arrestare il deleterio aumento dello astensionismo, e
costringere chi si dedica alla politica a ragionare per trovare accettabili accordi
di governo, non c’è altra via che il ritorno a un sistema di votazione
proporzionale: puro e senza premi di maggioranza che inducano a coalizioni
pre-elettorali, innaturali e forzate, che durano per lo spazio di un
mattino. L’Italia, uscita da una cruenta guerra civile dopo la sua
sconfitta, nella seconda guerra mondiale, con tale sistema elettorale, seppe
trovare il modo di riprendersi. E senza la Sinistra democristiana di
Vanoni, succube degli Stati Uniti, preoccupati dalla crescita produttiva del
“Bel Paese” contraria a una clausola del Trattato di pace, avrebbe avuto
un boom economico maggiore di quello vantato oggi da Trump.Certamente ritroverà quella capacità, dopo le lotte nel pollaio delle
due “pulzelle” (Meloni e Schlein ndr) ormai del tutto fuori
controllo. Usciti da un mefitico contesto, reso progressivamente del tutto
asfittico da due coalizioni ugualmente asservite alla peggiore America (quella
del Deep State, impadronitosi del partito “Democratico” degli Obama
e dei Biden), gli Italiani desiderosi di neutralità sapranno dare voce al loro
desiderio di pace, dando vita a forze politiche che si tengano lontane, in
limiti ragionevoli, dagli altri Paesi Europei fomentatori di guerre e
generatori di distruzioni. Persino i “pacifisti” ridotti al silenzio e
costretti a ritornare nei ranghi, dopo sofferti conati, dalla logica
spietata delle coalizioni di minoranze (che per truffa elettorale possono
diventare e diventano maggioranze di governo) potranno uscire da quel limbo di
uomini “a tutto chiamati e a nulla eletti” cui sono costretti
dall’imprevista prepotenza e prevaricazione delle due “pulzelle”, entrambe
devote di Biden che concedono agli “affiliati” spazi di manovra sempre più
angusti, condannandoli ad un’inevitabile scomparsa politica.