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mercoledì 10 dicembre 2025

IL GOVERNO DELLA GUERRA


 
Il 12 dicembre (56° anniversario della strage di Stato di piazza Fontana) si terrà uno sciopero generale indetto dalla CGIL per “modificare la manovra di bilancio 2026” presentata dal governo Meloni. Questa manovra in realtà è fatta su misura per i padroni, le banche, i mercanti di cannoni, e ricade interamente sulle spalle delle classi lavoratrici. Si restituisce poco o nulla ai salari dei lavoratori falcidiati dall’inflazione e sul piano fiscale. Si continua a tagliare sulla sanità pubblica. Si aumenta l’età pensionabile. Nulla per la scuola, nulla per il diritto alla casa, nulla per l’ambiente. La sola spesa ad aumentare è quella militare: 23 miliardi nei prossimi tre anni. Arriveranno in breve al 5% del PIL come imposto da NATO e UE. Risorse che vengono sottratte alle spese sociali per essere dirottate su una politica di guerra e aggressioni ai popoli, come quello palestinese. Il governo Meloni da quasi tre anni a questa parte non ha approvato misure per fermare l’ondata di cassa integrazione e licenziamenti, mentre da quasi tre anni continua a calare la produzione industriale e l’economia è in stagnazione. Il suo obiettivo, mentre prosegue con una cinica demagogia sociale, è paralizzare, dividere e sconfiggere il movimento operaio e sindacale, provocando e attaccando le mobilitazioni a difesa dell’occupazione e delle libertà democratiche.
In questo scenario, vanno messe al centro dello sciopero generale del 12 dicembre le rivendicazioni urgenti e vitali dei lavoratori sfruttati e oppressi:
Nessuna fabbrica deve essere chiusa! Nessun posto di lavoro deve essere perso! Forti aumenti di salario! Fondi per la sanità e la sicurezza dei lavoratori, scuola, pensioni, casa, tutela dell’ambiente! Rifiuto delle spese militari, forte tassazione del capitale, dei ricchi e dei parassiti.
Convergiamo in massa su questa scadenza trasformandola in una giornata di lotta di classe contro l’offensiva padronale e governativa, per mettere fine alla politica di austerità, reazione e guerra, per battere nelle fabbriche e nelle piazze il governo Meloni. I tempi duri impongono lotte dure, come quelle praticate dagli operai nei giorni scorsi a Genova, per ottenere miglioramenti temporanei. L’unità va conseguita sul terreno della lotta per la difesa degli interessi economici e politici della classe operaia, contro lo sfruttamento e le misure antioperaie, il militarismo e la fascistizzazione, contro la guerra imperialista. Basta con la politica di divisione e di collaborazione con la borghesia! Non ci può essere progresso, giustizia sociale e pace nel capitalismo giunto al suo ultimo stadio. Solo l’unità d’azione della classe operaia e delle masse oppresse in un solo fronte contro questo barbaro sistema può sconfiggere la reazione e portare il necessario cambiamento rivoluzionario. Chiamiamo i migliori elementi del proletariato a rompere con l’opportunismo, a stringere contatti e unirsi nel lavoro di ricostruzione del partito comunista, strumento indispensabile per dirigere la lotta politica nella prospettiva dell’abbattimento del capitalismo e della costruzione della società dei lavoratori: il socialismo!
Organizzazione per il partito comunista del proletariato