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martedì 16 dicembre 2025

LA GEOPOLITICA DEI FORSENNATI   
di Luigi Mazzella 


Podolyak
 
L’Occidente che io, in piena e totale solitudine, definisco ripetutamente (troppo: secondo qualche lettore irregimentato in uno di essi) dei “cinque irrazionalismi” (ritenendo esiziali per la sua sopravvivenza sia quelli religiosi sia quelli politici) continua a dare segnali di indubbia follia. In America del Nord si ripete a cadenze imprevedibili ma ricorrenti il rituale delle sparatorie nelle Università (l’ultima c’è stata alla “Brown” di Rhode Island); in Australia il fenomeno è imitato, ma sulle spiagge; in Europa i governanti di Paesi che dovrebbero “rialzarsi” da una crisi economica preoccupante diventano “volenterosi di guerre (altrui)” e dissanguano le proprie finanze (e i cittadini) con l’invio di armi e di denaro a un Paese che negli anni Quaranta era stato “collaborazionista” di Hitler e delle sue SS, nella persecuzione degli ebrei e che di recente ha ri-scoperto il fascino malefico del Nazismo, esprimendolo trucemente con i cosiddetti ”battaglioni Azov”, massacratori di russofoni e filorussi nel Donbass. A Oslo si dà il premio Nobel per la Pace a Maria Corina Machado che non ha mai usato né usa mai, nel suo lessico, il termine “pace”.


Machado

Considero inutile enumerare gli altri aspetti bizzarri di un’azione politica dell’Occidente affidata sempre più a “nani e ballerini” (per dirla con Rino Formica), a ex coatti di periferia urbana, ad incolti e semi-analfabeti “professionisti del nulla” che spuntano dal vuoto delle loro scolorite esistenze per governare i popoli. Non posso tacere, però, e non commentare l’ultimo “parto” politico-filosofico del duo Zelensky-Podolyak (consigliere preferito e prediletto del primo) non perché io tema che esso possa produrre un qualche effetto (è vuota ciarla) ma perché è sintomatico di una forma d’irrazionalismo che entra a pieno titolo nella follia e va a conforto della mia tesi. Podoloyak ci avverte che se Russia, Cina, India e America pensano di ridisegnare un nuovo assetto geopolitico del mondo esso sarebbe, come nel suo canto dice, a piena voce, Andrea Chenier, “pura fiaba”. Secondo l’uomo-ombra dell’ex protagonista dell’avanspettacolo ucraino, andrebbero invece cancellati e ridotti al pristino stato tutti gli Stati che sono nati per annessioni belliche violente. Infatti, secondo il punto di vista dello stratega Podolyak, cedere territori occupati a seguito di conquiste con le armi sarebbe (e si deve dedurre: sarebbe stato, nel corso dei secoli) del tutto illogico: un vero insulto alla ragione! Esaminiamo le conseguenze dell’ucraino assunto. L’adesione alla logica, per fare un esempio, dovrebbe indurre la Meloni, nei suoi abbracci con Zelensky, a sentirsi solo una rappresentante rionale dello Stato Pontificio.



E ciò perché l’Italia voluta unita, con scontri bellici e cruenti, da Piemontesi, Garibaldini prezzolati da Inglesi e Francesi (per fare dispetto e dare fastidio, e non solo questo, agli Imperi Europei Orientali) sarebbe il frutto di una illogicità palese, manifesta e oltraggiosa dal punto di vista della razionalità.
A parte, infatti, lo Stato Pontificio, anche la Repubblica di Venezia e quella di Genova (Repubbliche marinare con potenti flotte navali), il Ducato di Milano e la Repubblica di Firenze, il Regno di Napoli e di Sicilia, avrebbero dovuto (secondo la dottrina, fatta propria da Zelensky, non è chiaro se lo potrebbero richiedere ancora), sostenere la logica intangibilità e incedibilità dei loro rispettivi territori. In altre parole, Trieste, Trento e il Sud Tirolo, sarebbero stati sottratti  illogicamente all’Austria come Napoli al Regno delle due Sicilie.
Ora, che Podolyak, sia il più ascoltato consigliere di Zelensky, comico di Kjev, e dica corbellerie gigantesche è certamente affare che non ci riguarda, ma che la vecchia Europa, con l’aggiunta della Gran Bretagna, sia ai piedi di un leader , “nano e ballerino” in odore di neo-nazismo e propalatore di smisurate fandonie ci preoccupa e ci indigna non poco.