L’Occidente
che io, in piena e totale solitudine, definisco ripetutamente (troppo: secondo
qualche lettore irregimentato in uno di essi) dei “cinque irrazionalismi”
(ritenendo esiziali per la sua sopravvivenza sia quelli religiosi sia
quelli politici) continua a dare segnali di indubbia follia. In America
del Nord si ripete a cadenze imprevedibili ma ricorrenti il rituale delle
sparatorie nelle Università (l’ultima c’è stata alla “Brown” di Rhode Island);
in Australia il fenomeno è imitato, ma sulle spiagge; in Europa i governanti di
Paesi che dovrebbero “rialzarsi” da una crisi economica preoccupante diventano
“volenterosi di guerre (altrui)” e dissanguano le proprie finanze (e i
cittadini) con l’invio di armi e di denaro a un Paese che negli anni Quaranta
era stato “collaborazionista” di Hitler e delle sue SS, nella persecuzione
degli ebrei e che di recente ha ri-scoperto il fascino malefico del Nazismo,
esprimendolo trucemente con i cosiddetti ”battaglioni Azov”, massacratori di
russofoni e filorussi nel Donbass. A Oslo si dà il premio Nobel per la Pace a
Maria Corina Machado che non ha mai usato né usa mai, nel suo lessico, il
termine “pace”.
Machado
Considero
inutile enumerare gli altri aspetti bizzarri di un’azione politica
dell’Occidente affidata sempre più a “nani e ballerini” (per dirla con Rino
Formica), a ex coatti di periferia urbana, ad incolti e semi-analfabeti
“professionisti del nulla” che spuntano dal vuoto delle loro scolorite
esistenze per governare i popoli.Non posso tacere, però, e
non commentare l’ultimo “parto” politico-filosofico del duo
Zelensky-Podolyak (consigliere preferito e prediletto del primo) non
perché io tema che esso possa produrre un qualche effetto (è vuota ciarla)
ma perché è sintomatico di una forma d’irrazionalismo che entra a pieno titolo
nella follia e va a conforto della mia tesi.Podoloyak ci avverte che se
Russia, Cina, India e America pensano di ridisegnare un nuovo assetto
geopolitico del mondo esso sarebbe, come nel suo canto dice, a piena
voce, Andrea Chenier, “pura fiaba”. Secondo l’uomo-ombra dell’ex protagonista
dell’avanspettacolo ucraino, andrebbero invece cancellati e ridotti al pristino
stato tutti gli Stati che sono nati per annessioni belliche violente. Infatti,
secondo il punto di vista dello stratega Podolyak, cedere territori
occupati a seguito di conquiste con le armi sarebbe (e si deve dedurre: sarebbe
stato, nel corso dei secoli) del tutto illogico: un vero insulto
alla ragione!Esaminiamo le conseguenze
dell’ucraino assunto.L’adesione alla logica, per
fare un esempio, dovrebbe indurre la Meloni, nei suoi abbracci con
Zelensky, a sentirsi solo una rappresentante rionale dello Stato Pontificio.
E ciò
perché l’Italia voluta unita, con scontri bellici e cruenti, da
Piemontesi, Garibaldini prezzolati da Inglesi e Francesi (per fare
dispetto e dare fastidio, e non solo questo, agli Imperi Europei
Orientali) sarebbe il frutto di una illogicità palese,
manifesta e oltraggiosa dal punto di vista della razionalità. A parte,
infatti, lo Stato Pontificio, anche la Repubblica di Venezia e quella di Genova
(Repubbliche marinare con potenti flotte navali), il Ducato di Milano e la
Repubblica di Firenze, il Regno di Napoli e di Sicilia, avrebbero dovuto (secondo
la dottrina, fatta propria da Zelensky, non è chiaro se lo potrebbero
richiedere ancora), sostenere la logica intangibilità e
incedibilità dei loro rispettivi territori. In altre parole, Trieste, Trento e
il Sud Tirolo, sarebbero stati sottratti illogicamente all’Austria
come Napoli al Regno delle due Sicilie. Ora, che
Podolyak, sia il più ascoltato consigliere di Zelensky, comico di Kjev, e
dica corbellerie gigantesche è certamente affare che non ci riguarda, ma che la
vecchia Europa, con l’aggiunta della Gran Bretagna, sia ai piedi di un leader
, “nano e ballerino” in odore di neo-nazismo e propalatore di
smisurate fandonie ci preoccupa e ci indigna non poco.