“Hath not a Jew eyes? Hath not a Jew hands,
organs, dimensions, senses, affections, passions? Fed with the same food, hurt
with the same weapons, subject to the same diseases, healed by the same means,
warmed and cooled by the same winter and summer, as a Christian is?”(“Non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e
passioni?Non si nutre egli forse dello stesso cibo di cui
si nutre un cristiano?Non viene ferito forse dalle stesse armi?Non
è soggetto alle sue stesse malattie?Non è curato e guarito dagli stessi
rimedi?E non è infine scaldato e raggelato dallo stesso inverno e dalla
stessa estate che un cristiano?”), sono queste le parole, tratte dal
soliloquio di Shylock, protagonista dell’opera drammaturgica de Il Mercante
di Venezia di Shakespeare, con cui, spesso, il professor gazawi Refaat
Alareer era solito rivolgersi ai suoi studenti, nelle ore di insegnamento di
letteratura inglese, presso l’università islamica di Gaza e che la poetessa e docente
di letteratura inglese Nadya Siyam ha voluto fortemente ricordare il 29 Gennaio
2024, sulla rivista digitale di letteratura internazionale Word Without
Borders, quale atto etico di omaggio al suo Professore, da sempre impegnato
attivamente nei diritti dei giovani palestinesi e nel progetto We are not
Numbers evenuto purtroppo a mancare, assieme ad alcuni suoi
familiari, in seguito al raid aereo israeliano del 6 Dicembre 2023. Sul poeta Refaat
Alareer mi ero espressa lo scorso ottobre sul nostro blog internazionale “Odissea”,
menzionandolo assieme alle voci dei poeti e delle poetesse di Gaza appartenenti
alla raccolta Il loro grido è la mia voce, Fazi editore, di cui avevo
scritto una recensione. Oggi vorrei ancora una volta rendere omaggio al
professore anglicista e poeta Alareer, con la traduzione di alcuni suoi versi
in lingua inglese, dal titolo I am You ( Io sono te), la cui
testimonianza ritengo preziosa per l’accostarsi dell’autore non solo al
pensiero filosofico-pedagogico buberiano incentrato sulla filosofia della
dialogicità, in cui l’Io esiste nel mondo in quanto coppia relazionale di Io-Tu,
di reciprocità e intersoggettività (“Ich Und Du”), dai significativi risvolti
in ambito socio-politico e culturale, particolarmente per la questione
arabo-israeliana, ma anche per i richiami musicali al re del Pop Michael
Jackson, che nel 1987 si proponeva sui palchi del mondo con il brano Man in
the Mirror (Uomo allo specchio):
Io sono Te. (I am You)
Due passi: uno, due… Guardati allo specchio: L’orrore, l’orrore! Sul mio zigomo l’estremità del tuo M-16, macchiato di giallo. Si espande la cicatrice a forma di proiettile come una svastica strisciando sul mio viso, il dolore scorre fuori dai miei occhi e gocciola dalle mie narici, perforando le mie orecchie, allagando il posto in cui sono. Esattamente quanto accadde a te circa settant’anni fa. Io sono te Sono il passato a caccia del presente e del futuro. Lotto per vivere come te, combatto come te, resisto come te. Per un attimo la tua tenacia sarebbe per me esempio se non fosse che stai puntando la canna della pistola fra i miei occhi sanguinanti. Uno, due… La stessa pistola, lo stesso proiettile che uccise tua madre e che uccise tuo padre lo stai usando tu ora contro di me. Marchia questo proiettile fin dentro la canna, se lo annusi, odora del mio e del tuo stesso sangue, sa del mio presente e del tuo passato, sa del mio presente e del tuo futuro. È la ragione per cui siamo gemelli, stesso destino, stessa arma, stessa sofferenza stesse espressioni facciali incise sul viso dell’assassino, tutto identico se non fosse che nel tuo caso, la vittima si è trasformata in assassino. Te lo ripeto Io sono Te. Ma non ciò che tu ora sei diventato contro di me. Non nutro odio, voglio solo aiutarti a porre fine al tuo sentimento di odio e morte nei miei confronti. Il rumore della tua pistola ti rende sordo, l'odore della polvere si mescola a quello del mio sangue. Le scintille deformano le mie espressioni facciali. Smetteresti di spararmi, per un solo attimo, smetteresti? Basta solo chiudere gli occhi, (tenerli aperti ora rende ciechi i nostri cuori), serra gli occhi e immagina nella tua mente di guardarti allo specchio. Uno, due… Io sono Te, sono il tuo passato: uccidendo me uccidi te stesso. Refaat Alareer