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lunedì 7 ottobre 2013


LIDIA SELLA
FRAMMENTI INEDITI

Solo un velo sulla potenza
delle tenebre,
l’ingenua ragione.
*
Anche dalla figura geometrica più astratta
carovane di forme:
nemesi dell’arabesco.
*
Prima o poi ogni fidanzato
si trasforma in una busta
contenente piccole reliquie.
*
Un malato terminale, la parola,
nel reparto di poesia sperimentale.
*
Noi, dannati, appesi al gancio della parola esatta.
*
Cogliere nessi, radici, significati:
anche il pensiero ha i suoi orgasmi.
*
Anche l'amicizia fra due stupidi
è una questione di affinità elettive?
*
Se la vita si allunga,
più tempo allora
per diventare adulti?
*
Quando avrai imparato tutto
non ti servirà più a nulla.
*
Eventi temuti per anni nella realtà
poi non accadono:
l’inimmaginabile ha maggiori probabilità
di verificarsi.
*
Quando ti sposerai con l’eternità
tutte le parole che avrai letto
formeranno dietro a te
uno strascico lunghissimo.
*
Un condannato a morte
anche il tuo peggior nemico:
superflua ogni vendetta.
*
Un’avida occhiata allo specchio
per controllare se ancora esisti.
*
 Dalla fucina dei sogni
la segnaletica per il tuo futuro.
*
Su questo gran vuoto interiore,
il mulinello della fretta.
*
Se la invochi si nega:
fa la ritrosa, la morte.
*
Tunnel di dolore che sbucano
su gioie accecanti: occhio al tranello!
*
Dopo la burrasca, via via più deboli
- come orgasmi di vecchio -
le onde di qualunque mare.
*
Ago, frusta, tsunami,
canto, carezza, catena:
ma quanto ci forgia
e nutre - ogni parola?