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lunedì 20 gennaio 2014





Teatro Garage
Presenta





Dal 4 al  16 FEBBRAIO 2014

GIROTONDO
di Arthur Schnitzler
traduzione di Gianni Guardigli


regia   Francesco Branchetti

con
Gaia de Laurentiis
Lorenzo Costa

e con
Giovanni Guardiano
Vincenzo Schirru
Simone Lambertini
Nicola Paduano

danzatrice Federica Ruggero

musiche Pino Cangialosi
scene Alessandra Ricci
costumi Clara Surro
assistente alla regia Ilaria Fioravanti
disegno luci Francesco Branchetti
foto di scena  Pierpaolo Redondo






Girotondo è un'opera teatrale dello scrittore e drammaturgo Arthur Schnitzler, che sin dalle prime rappresentazioni suscitò grande clamore e scandalo.
“Girotondo” ha il fascino intenso di un testo che, raccontando una storia apparentemente guidata dai meccanismi ambigui dell’eros e dai movimenti del pensiero di personaggi che duettano su partiture a tema privato, racconta in realtà la fine di un’epoca, la fine di un impero, la fine di un mondo.
E’ una avvincente prova di “stile drammaturgico” spinto talmente in alto da raggiungere gamme diversissime: da note ironiche a sfumature di profonda amarezza, da gioco verbale ai limiti del virtuosismo a denuncia dell’ipocrisia delle norme morali dell’Austria felix e, in particolare, della Vienna in cui sta nascendo la psicanalisi e sta crollando l’Impero Asburgico.
Ogni personaggio di questa geniale pièce è un tassello di un mosaico che esibisce tutti i colori della società dell’epoca.





Girotondo è una commedia attualissima e a renderla tale è il tono drammaturgico di Schnitzler, il suo disincanto, la sua ironia che spesso sfocia nell’amarezza e che svela spesso l’assurdità delle norme e consuetudini morali dominanti nella società.
L’intreccio si basa sugli incontri tra dieci personaggi appartenenti a dieci differenti condizioni sociali ed umane: la prostituta, il soldato, la cameriera, il giovane signore, la giovane signora, il marito, la ragazzina, il poeta, l’attrice, il conte. Dieci quadri in cui  i personaggi dialogano due alla volta. Uno dei due personaggi è poi protagonista anche del quadro successivo, tranne la prostituta. Quando il conte, ultimo personaggio ad entrare in scena, si congiunge alla prostituta del primo quadro la danza sessuale ha termine. I personaggi di Girotondo sono i rappresentanti di tutte le classi sociali senza distinzioni di sorta e l’aridità alla fine fatalmente colpisce tutti. Ogni personaggio è smascherato della sua veste sociale e svelato nella sua umanità più vera, attraverso la straordinaria capacità dell’autore di indagare, di  analizzare  e raccontare la banalità, il quotidiano, l’inutilità delle convenzioni e la retorica spietata dei rapporti. In Girotondo, si indaga la catastrofe affettiva ed amorosa in cui ogni essere umano può imbattersi, si parla con straordinario acume psicologico della crisi generale dell’uomo contemporaneo, in  una riflessione sulla condizione umana in cui l’amore talvolta diviene soltanto piacere fisico, pur inteso in tutte le sue sfumature, e  che spesso e volentieri sfocia in mera abitudine. Girotondo è la rappresentazione di una società in crisi che fatalmente è costretta a fare i conti con sé stessa. Si parla di convenzioni, di finzione, di un amore alienato, di una ricerca mossa dal desiderio di colmare un vuoto, di una solitudine che ha conseguenze profonde nella società. L’ipocrisia è il motore principale dei personaggi, ma le loro vite si rivelano come una dolorosa ricerca del nulla, in un girotondo dove l’amore è spesso inutile, quasi sempre uguale, ripetitivo, negativo, in fondo disperato. Ogni cosa gira su sé stessa e alla fine anche le esistenze dei protagonisti si svuotano di senso in un balletto implacabile in cui dominano banalità, falsità, retorica, perdita di senso della realtà, vacuità della vita e stereotipi di relazioni e rapporti.





La regia intende restituire al testo la straordinaria capacità d'indagare l'animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza macabra e straziante che ci trascina nell'inferno privato di un rapporto di coppia, di una relazione, di un incontro. Scene e musiche, daranno un apporto fondamentale a questo viaggio nel mondo dei rapporti tra uomini e donne, nell'inconscio, nella psiche, di cui sono proiezioni.
           
Teatro dell’Angelo
Via Simone de Saint Bon n°19, Roma
tel 06/37513571 – 06/37514258
www.teatrodellangelo.it – info@teatrodellangelo.it
Dal martedì al sabato ore 21.00 - domenica e festivi ore 17.30
Biglietti: da €25,00 a €18,00





Ufficio stampa Silvia Signorelli +39.338.9918303 signorellisilvia@libero.it


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Gli Amici della Scala ricordano il loro Amico e Socio Onorario
il maestro Claudio Abbado





Il più grande rossiniano – Il più grande verdiano – Il più grande mahleriano
La sua Cenerentola è stata fantastica, e ha contribuito alla riscoperta del compositore pesarese.
Ha portato alla Scala Mahler e lo ha fatto conoscere al grande pubblico. Nel suo primo concerto sinfonico alla Scala ha diretto la Seconda sinfonia.
Memorabile il Don Carlo con Ronconi, che fu una pietra miliare, e Il Ballo in maschera. E poi il Macbeth e Simon Boccanegra con Strehler.
Il grande rapporto con Pollini.
L'intenso rapporto con la Scala e Milano, la sua città che molto ha amato.
L'amore per la musica contemporanea e soprattutto la collaborazione con Nono.
Di lui è stata straordinaria l'illuminata e al contempo artistica managerialità, la sua capacità di fondare orchestre, formarle e dirigerle. Un assemblatore.
La fondazione dell’orchestra Filarmonica della Scala è uno dei più grandi regali che ha fatto a Milano.
Il lavoro a Vienna con i Wiener e la rivoluzione con i Berliner, il passaggio da Karajan al suo stile, ha cambiato lo stile di un’orchestra e non di un’orchestra qualunque.
Riuscire a cambiare e trasformare i Berliner è stato epocale.

Il suo ritorno alla Scala nel 2012.

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"Odissea" lo ricorderà presto con uno scritto del filosofo e musicologo Gabriele Scaramuzza.