Anche i
treni veloci deragliano
di
Giovanni Bianchi
Memento
audere semper
Ministro e mutande |
Ho
ripescato un vecchio mantra, non sempre usato dalla sinistra, per contribuire a
incitare me stesso e il Paese a buttarsi finalmente nel guado per
attraversarlo. Per porre cioè fine all'infinitudine della transizione infinita.
In fondo la sua traduzione popolaresca (e populista) la ritroviamo nel Renzi
che ripete anche troppo spesso: "Ci metto la faccia"!
Non
si tratta cioè tanto di decisionismo quanto di coraggio in quanto temperamento
e in quanto atteggiamento quotidiano. Credo anche che la critica –in ogni caso
doverosa– non si debba fermare agli
annunci, ma sia sospinta a guardare i frutti e i risultati.
Ad
esser sincero, lo stile mi pare convincente, mentre i frutti non sono tali da
creare entusiasmo. Mi vanno bene gli 80€ in busta paga, sia pure con la
smaccata strizzatina d'occhio alle elezioni europee, dal momento che perfino il
Vangelo invita a farsi amici con la disonesta ricchezza, mentre non mi piacciono la
gestazione e il parto prevedibile della legge elettorale e mi lasciano
perplesso l'impianto, la ratio e l'architettura costituzionale del nuovo
Senato.
Il
decisionismo italico cioè mi pare più brillante nello stile che nella sostanza.
E però ci sono tempi in cui i nodi si sono talmente intricati da poter essere soltanto
tagliati e il troppo tergiversare potrebbe risultare autolesionista,
soprattutto dopo gli esiti del pur capace Enrico Letta.
Siamo
tutti dunque diventati –da destra a sinistra passando per il centro–
decisionisti dell'immagine e populisti?
Probabilmente
il caso di studio più cospicuo è costituito dal peronismo, del quale mi sono un
poco occupato prima e dopo il default argentino, anche se la preparazione più
tosta l’ho dedicata al populismo statunitense, meno interessante per noi.
Il
peronismo infatti, in tutta la sua gamma, dal generale ad Evita, dal dubbio
Menem al radicale Firmenich dei "montoneros", è più prossimo come
configurazione a quello italiano perché il nostro Paese è stato sovente
populista a propria insaputa, confondendo il populismo con la destra, in una
Nazione che la destra ha storicamente perso per strada con la chiusura
dell'esperienza di Spaventa e Quintino Sella...
(Leggi tutto l'articolo nella Rubrica "Segnali di Fumo")