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mercoledì 30 aprile 2014

Anche i treni veloci deragliano
di Giovanni Bianchi

Memento audere semper

Ministro e mutande

Ho ripescato un vecchio mantra, non sempre usato dalla sinistra, per contribuire a incitare me stesso e il Paese a buttarsi finalmente nel guado per attraversarlo. Per porre cioè fine all'infinitudine della transizione infinita. In fondo la sua traduzione popolaresca (e populista) la ritroviamo nel Renzi che ripete anche troppo spesso: "Ci metto la faccia"!
Non si tratta cioè tanto di decisionismo quanto di coraggio in quanto temperamento e in quanto atteggiamento quotidiano. Credo anche che la critica –in ogni caso doverosa– non si debba fermare agli annunci, ma sia sospinta a guardare i frutti e i risultati.
Ad esser sincero, lo stile mi pare convincente, mentre i frutti non sono tali da creare entusiasmo. Mi vanno bene gli 80€ in busta paga, sia pure con la smaccata strizzatina d'occhio alle elezioni europee, dal momento che perfino il Vangelo invita a farsi amici con la disonesta  ricchezza, mentre non mi piacciono la gestazione e il parto prevedibile della legge elettorale e mi lasciano perplesso l'impianto, la ratio e l'architettura costituzionale del nuovo Senato.
Il decisionismo italico cioè mi pare più brillante nello stile che nella sostanza. E però ci sono tempi in cui i nodi si sono talmente intricati da poter essere soltanto tagliati e il troppo tergiversare potrebbe risultare autolesionista, soprattutto dopo gli esiti del pur capace Enrico Letta.
Siamo tutti dunque diventati –da destra a sinistra passando per il centro– decisionisti dell'immagine e populisti?
Probabilmente il caso di studio più cospicuo è costituito dal peronismo, del quale mi sono un poco occupato prima e dopo il default argentino, anche se la preparazione più tosta l’ho dedicata al populismo statunitense, meno interessante per noi.
Il peronismo infatti, in tutta la sua gamma, dal generale ad Evita, dal dubbio Menem al radicale Firmenich dei "montoneros", è più prossimo come configurazione a quello italiano perché il nostro Paese è stato sovente populista a propria insaputa, confondendo il populismo con la destra, in una Nazione che la destra ha storicamente perso per strada con la chiusura dell'esperienza di Spaventa e Quintino Sella... 
(Leggi tutto l'articolo nella Rubrica "Segnali di Fumo")