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lunedì 16 giugno 2014

Nuove avventure militari italiane in territorio somalo                           
di Antonio Mazzeo

sangue in Somalia


Messina. Il tricolore torna a sventolare a Mogadiscio e il governo Renzi mette a disposizione dei nuovi signori della guerra parà, istruttori e veicoli militari. Un paio di giorni fa, nel corso di una cerimonia tenutasi nella capitale della Somalia, il comando del National Support Element (IT NSE), il team italiano attivo nel paese del Corno d’Africa lacerato dalla lunga guerra civile, ha donato al locale Ministero della difesa tre veicoli minivan per consentire una “migliore mobilità” dei militari impiegati a Gashandiga, Mogadiscio. “Gli aiuti alle istituzioni somale rappresentano parte dell’impegno profuso dall’Italia nell’ambito delle iniziative internazionali a salvaguardia della pace e della stabilità del paese”, si legge nel comunicato emesso dalle forze armate italiane.
Il contingente nazionale opera nell’ambito dell’European Union Training Mission to contribute to the training of Somali National Security Forces (EUTM Somalia), la missione di formazione e addestramento delle forze armate somale che l’Unione europea ha istituito il 15 febbraio 2010 per concorrere alla “stabilizzazione del Corno d’Africa” e “rafforzare” il governo e le istituzioni somale. Condotta in collegamento con il Comando militare statunitense per il continente africano (US AFRICOM) ed AMISOM, la missione dell’Unione africana che vede schierati in Somalia più di 17.000 uomini di Uganda, Kenya, Burundi, Sierra Leone e Nigeria, EUTM Somalia ha come obiettivo strategico il rafforzamento del dispositivo multinazionale chiamato a contrastare in Corno d’Africa le milizie armate al-shabaab ritenute vicine ad al-Qaeda.

Schierata inizialmente a Kampala, capitale dell’Uganda, e presso il centro addestrativo di Bihanga (250 km a ovest di Kampala), EUTM Somalia avrebbe dovuto operare sino al 2013, ma nel gennaio 2013 il Consiglio Europeo ha deciso la sua estensione sino al 31 marzo 2015, ampliandone i compiti alla “consulenza politico-strategico alle autorità somale” e all’addestramento specializzato delle forze governative. Nella seconda metà del 2013 la missione Ue ha trasferito il suo quartier generale e il Mentoring Advisory Training Element (MATE) presso l’aeroporto internazionale di Mogadiscio e dal gennaio 2014 tutte le sue attività sono condotte esclusivamente in territorio somalo. Attualmente l’addestramento delle unità viene effettuato presso il Jazeera Training Camp, a circa 5 Km a sud dallo scalo aereo.Sino ad oggi EUTM Somalia ha contribuito alla formazione di 3.600 tra ufficiali, specialisti e istruttori militari somali. La missione ha ottenuto un budget di 11,6 milioni di euro per il periodo compreso tra il febbraio 2013 e il marzo 2015 e vede schierati 125 militari di 13 paesi europei. Il team italiano è composto da 78 unità, in buona parte paracadutisti della Brigata “Folgore”, impiegate in vari ambiti, dall’addestramento delle forze armate somale alla sicurezza dei movimenti e del contingente, al supporto logistico e amministrativo. “I nostri specialisti forniscono alle reclute somale conoscenze e tecniche utili a contrastare la minaccia delle mine e degli ordigni esplosivi improvvisati (IED) unitamente a nozioni di primo soccorso tattico sul campo di battaglia, ecc.”, ha spiegato il National Support Element (IT NSE). Secondo il cronogramma operativo, nel 2014 il team italiano seguirà la formazione di 1.850 militari somali, per una spesa che solo nei primi sei mesi dell’anno è stata di 7 milioni e 62.000 euro. Dal 15 febbraio il comando della missione Ue in Somalia è stato affidato al generale Massimo Mingiardi, vice comandante della Scuola di fanteria di Cesano ed ex comandante della brigata “Folgore”. Il colonnello Mingiardi aveva già operato a Mogadiscio nel 1993 come comandante di compagnia durante l’Operazione “Ibis”, tragicamente segnata dall’incredibile numero di violazioni dei diritti umani commesso dal contingente italiano e dalla battaglia del check-point “Pasta” che il 2 luglio 1993 provocò la morte di tre uomini e il ferimento di 33 parà italiani.In vista del rafforzamento dei vincoli bilaterali tra l’Italia e la Somalia, il 17 settembre 2013 si è tenuto a Roma un vertice tra l’allora ministro Mario Mauro e Abdihakim Mohamed Haji Fiqi, responsabile del dicastero alla difesa del Governo federale somalo. Nel corso del meeting venne siglato un Memorandum di Cooperazione nel settore della difesa a sostegno delle nuove istituzioni politiche e militari somale.