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lunedì 28 luglio 2014

GUERRA E IMPOTENZA

Ho iniziato a scrivere queste sette poesie, organizzate sulle sette lettere del nome Israele e utilizzando versetti tratti dalla Bibbia, nel 2006, ai tempi dell’invasione israeliana del Libano e ne ho continuato la stesura durante i giorni dell’operazione “Piombo fuso” a Gaza nel 2009.

Speravo di non dover più usare queste parole, ma di fronte all’indicibile orrore del massacro perpetrato in questi giorni dal governo israeliano, mi vedo costretto a riproporle alla vostra attenzione, sapendo che esse sono non solo espressione del nostro sdegno, ma anche, purtroppo, della nostra impotenza.


ISRAELE


Sono consapevole che molti ravviseranno, in ciò che vi apprestate a leggere, una bestemmia.
La bestemmia non è però mia.
Bestemmia è la politica del Governo dello Stato di Israele e di tutti coloro che la sostengono.




I


Il Libano arde: è tutto un fuoco
Si pervertono in pece i suoi fiumi-
Radiosi di qua uscirete -e in zolfo le sue creature
Arde la notte arde di giorno
Erba si secca fiore si piega
La terra guscio sgusciato spogliata spoglia
E spinto è il giusto nel baratro


Fonti:

I                      mio
S                     Isaia, 34, 9
R                     Isaia, 55, 12, 34, 9
A                     Isaia, 34, 10
E                     Isaia, 40, 7
L                     Isaia, 24, 3
E                     Isaia, 29, 21




S


Infamie l’empio diffonde
Striscia di Gaza catino di sangue
Ride il deserto e la terra spenta
Abitatori di questo mondo mai più usciranno da noi
E il nostro frutto è il vento
La luce ti darà la sua rugiada
E la terra dei puri insozzerà di crimini


Fonti:

I                      Isaia, 32, 6
S                     mio
R                     Isaia, 35, 10
A                     Isaia, 26, 18
E                     Isaia, 26, 18
L                     Isaia, 26, 12
E                     Isaia, 26, 10


R


I miei occhi si consumano per tanto lacrimare
Sotto le verga del suo furore
Ritta la Signora Multiforme Morte
Abita in mezzo alle nazioni non trova riposo
E m’ha circondato d’un muro perché non esca
Levatevi gridate di notte spandete come acqua il vostro cuore
E vecchi giacciono e fanciulli per terra nelle vie sotto la verga del suo furore


Fonti:

I                      Lamentazioni, 2, 11
S                     Lamentazioni, 3, 1
R                     mio
A                     Lamentazioni, 1, 3
E                     Lamentazioni, 7, 3
L                     Lamentazioni, 2, 19
E                     Lamentazioni, 2, 21, 3, 1

 


A


Iddio creò nel principio il cielo e la terra
Segno mio sarà nell’alto dei cieli un arco
Raccolte delle nuvole l’arco apparirà
Allora precipitò dagli aerei sulla terra il cielo
Ed ecco un fumo levarsi dalla terra come il fumo d’una fornace
La pianura e gli abitanti delle città e tutto ciò che cresceva sul suolo distrusse
E vide Iddio che ciò era buono


Fonti:

I                      Genesi, 1, 1
S                     Genesi, 9, 13
R                     Genesi, 9, 14
A                     mio
E                     Genesi, 19, 28
L                     Genesi, 19, 25
E                     Genesi, 1, 11


E


Io imploro una giustizia che non c’è
Sappiate: chi vendica la colpa ha una spada
Radici divelte sotto di lui in alto rami spezzati
Anche l’albero però ha una speranza: se è tagliato rinverdirà
E dunque si ponga io grido alla conta dei morti fine
L’uomo disteso non si rialza più
E dal suo sonno non si riscuoterà


Fonti:

I                      Giobbe, 19, 7
S                     Giobbe, 19, 29
R                     Giobbe, 18, 16
A                     Giobbe, 14, 7
E                     mio
L                     Giobbe, 14, 12
E                     Giobbe, 14, 12

L


Insistete non stancatevi tornate domandate
Sentinella a che punto è la notte? La notte sta per finire
Ruggito immane riempie le montagne come un popolo immenso in marcia
Ancora però l’alba non viene. Non stancatevi
E la mia casa sarà chiamata la casa di tutti i popoli
Lo zoppo di Dio tornerà a camminare diritto
E il fiore della vigna sarà tra poco grappolo maturo


Fonti:

I                      Isaia, 21, 12               
S                     Isaia, 21, 11
R                     Isaia, 13, 4
A                     Isaia, 21, 11
E                     Isaia, 56, 7
L                     mio
E                     Isaia, 18, 6


E


I fiori sono apparsi sulla terra l’inverno è ormai passato è tempo di cantare
Sei bella amica mia come sei bella vieni a me dal Libano
Ridono i tuoi riccioli fra le guance vieni bocca di fonte
Apri amica mia o tuttabella pozzo d’acque vive che sgorgano dal Libano
E scenderemo all’alba nei vigneti a vedere se mignola la vite se è fiorito il melograno
La mandragola caccia i suoi profumi l’amore è più forte della morte
E sarà la terra per tutti promessa per tutti speranza


Fonti:

I                      Cantico dei cantici, 2, 12, 11, 12
S                     Cantico dei cantici, 1, 15 – 4, 8
R                     Cantico dei cantici, 1, 1 – 4, 15
A                     Cantico dei cantici, 5, 2 – 4, 15
E                     Cantico dei cantici, 6, 13
L                     Cantico dei cantici, 6, 14 – 8, 6
E                     mio


Giulio Stocchi