ODISSEA E LA VISIONE URBANA Le risposte di Gabriele Scaramuzza
1.È opinione
comune che a Milano, come del resto in molte città italiane grandi e piccole, a
partire dagli anni Settanta del Novecento, sono stati realizzati una serie di
manufatti urbani ibridi piuttosto discutibili, ed inseriti in contesti non
pertinenti o assolutamente dissonanti. Mi riferisco in particolare alle
“capannette scheletriche” realizzate da Gae Aulenti in Piazzale Cadorna, che
dovrebbero dare l’idea di un Foro, ma che quasi nessuno capisce il senso e la
funzione; ai tubi attorcigliati dello svedese Claes Oldenburg nello stesso
luogo, e che non si capisce che ci facciano in un luogo come quello, a pochi
passi dal Castello Sforzesco. Qual è la sua opinione in merito?
Scaramuzza. Condivido il dissenso circa l’operato di Gae
Aulenti p.za Cadorna; i tubi attorcigliati sono però l’unica cosa che mi piace,
simbolo plausibile del filo e dell’ago, simbolo della moda dunque.
2.Definito da più
parti particolarmente invasivo rispetto al piccolo slargo che lo contiene (di
per sé alquanto armonico), il monumento alla memoria dell’ex presidente della
Repubblica Sandro Pertini di Aldo Rossi in via Croce Rossa (fermata
Montenapoleone della Metropolitana Gialla linea 3), appare in effetti
completamente decontestualizzato e dissonante, tanto che il giornale “Odissea”
ne ha suggerito la rimozione per rimontarlo in un contesto più coerente, e di
creare al suo posto un’aiuola fiorita da affidare alle cure dell’Emporio Armani
che si affaccia sulla piazzetta. Come giudica lei quest’idea?
Scaramuzza. Già, anche a me non piacciono il monumento a
Pertini e la sua collocazione attuale. Condivido il suggerimento di “Odissea”.
3.L’architetto e
urbanista Jacopo Gardella in un lungo e documentato saggio pubblicato di
recente su “Odissea” nella Rubrica “La Carboneria” (www.libertariam.blogspot.it),
accusa principalmente amministratori pubblici e istituzioni, di quella che lui
chiama “una mancata idea di città”. L’assenza di regole certe e buone per un
sano governo del territorio e la sua progettualità (che da amministratori e
istituzioni dovrebbero derivare), ha prodotto il caos urbano, le speculazioni e
le incoerenti e dannose realizzazioni che oggi ci ritroviamo sotto gli occhi.
“Colpevoli i politici e gli amministratori pubblici, ma altrettanto colpevoli i
committenti ed i finanziatori privati” scrive Gardella. E come dargli torto? Se
si guarda a quello che è successo sui terreni dell’ex Fiera Campionaria
con“City Life”, sull’area di Porta Garibaldi, ecc., si rimane sconcertati.
Questo delirio di grattacieli incoerenti, storti e storpi, spuntati dal nulla e
senza uno straccio di progettualità complessiva, rende quei luoghi artificiali,
privi di anima. Ci si è illusi che un supermercato (seppure bello vasto)
interrato sotto Piazza Gae Aulenti, bastasse ad animare il luogo. È vero, i
grattacieli funzionano come una calamita visiva attirando l’attenzione di chi
transita da quelle parti, ma appaiono come corpi separati, luoghi blindati;
mentre la Stazione ferroviaria, vale a dire il nodo strategico dell’area, ha
perso ogni centralità, è divenuta marginale. Lei che opinione se ne è fatta?
Scaramuzza. Condivido le opinioni di Jacopo Gardella, e
sono d’accordo con quanto aggiunto da “Odissea”.
4. Se dovesse
eliminare uno dei tanti controversi manufatti presenti in città, quale
eliminerebbe subito e perché?
Scaramuzza. Se ne dovessi scegliere simbolicamente uno
solo, direi il monumento a Montanelli all’ingresso dei Giardini Pubblici; ma ne
esistono tanti altri (ad es. le costruzioni per l’Expo davanti al Castello).