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domenica 7 giugno 2015

LA STORIA DI MAHER

Maher Saleh

Maher Saleh ha 47 anni, di Zawata, Nablus. Padre di 6 figli. Maher è un paramedico volontario di Nablus.  Quando mi hanno sparato mi ha soccorsa, così come ha sempre soccorso tante persone ferite durante gli scontri.  E' sempre presente, in mezzo ai gas e ai proiettili che sparano gli israeliani, nonostante stia lottando da tempo contro un altro mostro: un tumore. Sono moltissimi i palestinesi malati di tumore in Palestina, poiché se sei palestinese, le cure sono un terno al lotto.
Qui in West Bank non ci sono cure, a volte c'è la radio terapia e un po' di chemio, ma solo quando israele concede l'ingresso dei materiali. I palestinesi per curarsi devono correre in Giordania o a Gerusalemme. Succede però, quello che succede a quasi tutti i palestinesi: Israele gli si vieta di lasciare la Palestina. Il finale delle loro storie potete immaginarlo.
Maher Saleh ha seguito una terapia presso il Rafhidya Hospital di Nablus, ma non è sufficiente. Il Rafhdya ha preparato tutta la documentazione che è stata presentata alla DCO palestinese per far curare Maher a Gerusalemme presso il Victoria Hospital a spese dell'autorità nazionale palestinese.
Israele ha rilasciato a Maher un permesso di 3 mesi per entrare, non in tutta Gerusalemme, ma solo per recarsi direttamente al Victoria Hospital. Dopo la prima visita al Victoria, il medico ha comunicato a Maher che deve essere subito operato per rimuovere il tumore.
Questo tipo di operazione c'è solo in un altro ospedale di Gerusalemme, il Saint Joseph Hospital.
Dal Victoria Hospital, in relazione con la DCO, fanno richiesta ad Israele per cambiare il permesso di Maher. L'intervento chirurgico è fissato per venerdì prossimo. Due giorni fa Maher mi telefona e mi dice che Israele gli ha negato il permesso. Allora questo non ha nulla a che vedere con motivi di sicurezza perché se ti danno il permesso per entrare a Gerusalemme e recarti in un ospedale, non vedo come possa diventare pericoloso in un altro ospedale. Questa è punizione e tortura di Israele verso i palestinesi. La tortura più crudele. Maher, mi aveva chiesto al telefono di dare notizia alle organizzazioni per i diritti umani. Gli ho chiesto di vederci faccia a faccia, perché non sapevo come dirglielo che le organizzazioni per i diritti umani se ne sbattono il cazzo di Maher, di Zahi, dei palestinesi che non hanno futuro. Gliel'ho detto ieri a Maher, guardandolo negli occhi, avrei voluto mentirgli, ma non ce l'ho fatta. Dopo una chiacchierata ci siamo accordati per raccontare questa storia affinché più persone la conoscessero.
A Maher Saleh, con tutto il mio rispetto per la sua grande umanità in un mondo disumano.
Samantha Comizzoli