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sabato 19 dicembre 2015

ELOGIO DELL’EMPATIA

Vittorio Gallese
Se ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero.” W. B. Yeats sintetizza in questo aforisma “metafisico” il sentimento relazionale alla base della costruzione sociale umana: l’empatia. Ora la scienza ci conferma l’importanza di questo “risuonare nell’altro”: l’uomo è un animale sociale, e lo conferma la presenza nel nostro organismo dei neuroni specchio, che ci predispongono naturalmente all’apprendimento tramite imitazione e al sentire condiviso. La novità nella trattazione è che la scoperta del prof. Vittorio Gallese, neurofisiologo di fama mondiale, vincitore nel 2007 del prestigioso Grawemeyer Award per la psicologia, ha ripercussioni pratiche relativamente al contesto lavorativo e di impresa. Se ne è parlato giovedì scorso a Milano, al convegno "L'Altra Formazione", organizzato da ProjectLand e giunto alla sua quinta edizione.
Cosa ci possono dire i processi emotivi rispetto allo sviluppo dell’impresa? Come è possibile sviluppare l’intelligenza emotiva? In quale modo i meccanismi culturali di un'azienda sono connessi all'empatia? Si può apprendere per imitazione attraverso il nostro corpo? Che rapporti ci sono tra managerialità e intelligenza emotiva? Le persone possono sviluppare tali capacità e come?
Per rispondere a queste domande, sono intervenuti personaggi di spicco del mondo scientifico e di impresa. Primo tra tutti proprio Vittorio Gallese, membro qualificato dell'équipe di scienziati dell'Università di Parma che, all'inizio degli anni '90, ha scoperto l'esistenza dei Neuroni Specchio: una svolta epocale che ha posto le basi fisiologiche per una teoria dell'empatia.
In sintesi? L’uomo è di fatto una sintesi tra razionalità ed emozioni. Scuola, lavoro, società ci invitano a separare queste due dimensioni, ma secondo Gallese ed altri teorici non c’è nulla di più errato: i grandi risultati si ottengono solo se l’individuo si mette in gioco nel suo complesso, se si comprende che la relazione è fondamentale e che coinvolge non solo il cervello, ma il cervello/corpo, l’io e gli altri.
Anche per le imprese e i loro leader vale la stessa regola: i rapporti tra successo commerciale e capacità di comunicare emotivamente sono evidenti, come la nessità di formare i propri collaboratori attraverso valori ed emozioni, coinvolgendoli nella “mission” aziendale.
Oltre a Gallese, è intervenuta la dottoressa Paola Ponzinibio, psicoterapeuta a indirizzo Sistemico-Relazionale specializzata in processi di apprendimento che mettono in gioco la componente emotiva; quindi il dottor Luciano Ziarelli, specializzato in tecniche di comunicazione emotiva.
Le testimonianze delle imprese? Numerose e significative. Hanno portato testimonianze sul tema Marcello Bugari, Responsabile dell’Academy del Gruppo Reale Mutua; Mauro Danesino, Responsabile Divisione Strategie e Politiche del Lavoro, Direttore Creval Academy - Gruppo bancario Credito Valtellinese, Ermanno Grassi, Direttore Generale ITAS Assicurazioni; Massimiliano Liberale, Responsabile Formazione ActionAid; Michele Mannella, Direttore Risorse Umane Sara Assicurazioni SpA; Tiziano Merlini, Direttore Risorse Umane Assimoco SpA; orazio Rossi, Country President ACE Group.
“Siamo cablati per essere sociali”, ha spiegato Gallese. Costitutivamente realizzati per interagire. E se lo facciamo mettendoci in sintonia con l’altro (più o meno consapevolmente), tanto meglio: ne traiamo vantaggio noi, la nostra carriera, lo staff e i colleghi con i quali lavoriamo. Non ultimo, i clienti che saranno più disponibili ad approfondire proposte commerciali.
Valerio Venturi