ELOGIO DELL’EMPATIA
Vittorio Gallese |
“Se ciò che io dico risuona in te, è
semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero.” W. B. Yeats sintetizza in questo aforisma “metafisico” il
sentimento relazionale alla base della costruzione sociale umana: l’empatia.
Ora la scienza ci conferma l’importanza di questo “risuonare nell’altro”:
l’uomo è un animale sociale, e lo conferma la presenza nel nostro organismo dei
neuroni specchio, che ci predispongono naturalmente all’apprendimento tramite
imitazione e al sentire condiviso. La novità nella trattazione è che la
scoperta del prof. Vittorio Gallese, neurofisiologo di fama mondiale, vincitore
nel 2007 del prestigioso Grawemeyer Award per la psicologia, ha ripercussioni
pratiche relativamente al contesto lavorativo e di impresa. Se ne è parlato
giovedì scorso a Milano, al convegno "L'Altra Formazione",
organizzato da ProjectLand e giunto alla sua quinta edizione.
Cosa ci possono dire i processi emotivi rispetto allo
sviluppo dell’impresa? Come è possibile sviluppare l’intelligenza emotiva? In
quale modo i meccanismi culturali di un'azienda sono connessi all'empatia? Si
può apprendere per imitazione attraverso il nostro corpo? Che rapporti ci sono
tra managerialità e intelligenza emotiva? Le persone possono sviluppare tali
capacità e come?
Per rispondere a queste domande, sono intervenuti
personaggi di spicco del mondo scientifico e di impresa. Primo tra tutti
proprio Vittorio Gallese, membro qualificato dell'équipe di scienziati
dell'Università di Parma che, all'inizio degli anni '90, ha scoperto
l'esistenza dei Neuroni Specchio: una svolta epocale che ha posto le basi
fisiologiche per una teoria dell'empatia.
In sintesi? L’uomo è di fatto una sintesi tra razionalità
ed emozioni. Scuola, lavoro, società ci invitano a separare queste due
dimensioni, ma secondo Gallese ed altri teorici non c’è nulla di più errato: i
grandi risultati si ottengono solo se l’individuo si mette in gioco nel suo
complesso, se si comprende che la relazione è fondamentale e che coinvolge non
solo il cervello, ma il cervello/corpo, l’io e gli altri.
Anche per le imprese e i loro leader vale la stessa
regola: i rapporti tra successo commerciale e capacità di comunicare
emotivamente sono evidenti, come la nessità di formare i propri collaboratori
attraverso valori ed emozioni, coinvolgendoli nella “mission” aziendale.
Oltre a Gallese, è intervenuta la dottoressa Paola
Ponzinibio, psicoterapeuta a indirizzo Sistemico-Relazionale specializzata in
processi di apprendimento che mettono in gioco la componente emotiva; quindi il
dottor Luciano Ziarelli, specializzato in tecniche di comunicazione emotiva.
Le testimonianze delle imprese? Numerose e significative.
Hanno portato testimonianze sul tema Marcello Bugari, Responsabile dell’Academy
del Gruppo Reale Mutua; Mauro Danesino, Responsabile Divisione Strategie e
Politiche del Lavoro, Direttore Creval Academy - Gruppo bancario Credito
Valtellinese, Ermanno Grassi, Direttore Generale ITAS Assicurazioni;
Massimiliano Liberale, Responsabile Formazione ActionAid; Michele Mannella,
Direttore Risorse Umane Sara Assicurazioni SpA; Tiziano Merlini, Direttore
Risorse Umane Assimoco SpA; orazio Rossi, Country President ACE Group.
“Siamo cablati per essere sociali”, ha spiegato Gallese.
Costitutivamente realizzati per interagire. E se lo facciamo mettendoci in
sintonia con l’altro (più o meno consapevolmente), tanto meglio: ne traiamo
vantaggio noi, la nostra carriera, lo staff e i colleghi con i quali lavoriamo.
Non ultimo, i clienti che saranno più disponibili ad approfondire proposte
commerciali.
Valerio Venturi