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venerdì 29 gennaio 2016

GIORNATE DELLA MEMORIA
Versi per la Shoah
di Claudio Zanini

Filo spinato

Sommersi

 2)
Ardono le anime come olio santo,
fiammelle svaporanti
in stillicidio d’abbandono.

Resta il corpo in notte senza stelle
ridicolo spauracchio deformato.
Resta la carne indifesa,
(appena la si urta con un dito
ecco apparire subitaneo alone
cianotico sull’arido pallore). 

Resta il corpo, stremato
a ciondolare disarticolato
e molle prima dell’inciampo.
Indelebili, restan sulla pelle,
involucro malato e vulnerabile.
cosparsi buchi e ustioni.
                                 
Resta il risuonare vitreo delle ossa
ad ogni percussione:
il gelo liofilizza
gli arti diafani,
loro dà tintinnante fragilità.

Tutto sembra ridotto e assottigliato
solo gli occhi si gonfiano profondi
come globi tumidi
in uno sgomento opaco da animale,
occhi che, un tempo umani, videro.

3)
Se l’anima svapora cancellata
resta attonito il corpo d’animale
che a fatica si governa,
mosso da istinti primordiali.
Masse cieche si devono guidare,
sonnolente e grevi
come nelle antiche transumanze:
così, alcuni son condotti
con solerzia, agli ostelli estremi
nel gelo di smisurate stanze;
altri, superflui per sventura,
che estenuati s’abbandonano,
proseguon docili per il mattatoio
nell’ordine di file ben serrate.

4)
Il corpo singolo è uno spreco,
s’accatasta, allora, ammassato
in coacervi densi di carne viva.
Da creatura si fa organica materia,
massa da considerare in misura
di quintali o tonnellate,
d’ingombro a cube metrature,
di temporalità in meccanica scansione,
di capienza in vagoni e carri merci.

(Che frastuono, tuttavia, in quelle voci
quelle grida e mormorii intollerabili)

5)
Molti alla resurrezione mancheranno,
impresentabili, con quelle macchie
nerastre e sconce, indelebili
sui volti spauriti e deturpati.
Il dolore senza nome non consente
presenza dignitosa, dissimularlo
a lungo è vano, schizza fuori
lancinante, spiacevole sorpresa.
Meglio una muta assenza;
altri risorgeranno, cantando a tono. 

6)
La pelle impallidendo
al sole scolorisce, calcinata
provoca trascurabili tumori.
Anzitempo i corpi s’assottigliano
in forme d’invidiabile eleganza
e il portamento ne guadagna.
Quindi, ogni rilievo s’appiattisce
e si svuota in cavità profonde
aderendo alla forma delle ossa
al disegno puro dello scheletro.

Si dimagrisce troppo,
diminuisce il peso a vista d’occhio.
Ciò che è perso in eleganza, tuttavia
favorisce l’assemblaggio corporale
dei corpi fitti in alloggiamenti
esigui o entro appositi cubicoli.
Ma il soggiorno è breve,
stretti in fosse collettive
delle membra ci si sbarazza presto.