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venerdì 19 febbraio 2016

Passata la festa…gabbatu lu santo
Quale futuro per Milano


Alle primarie, a partecipazione ridotta e diminuente , del PD con appendice SEL, si attaglia bene il detto “passata la festa…gabbatu lu santo”. Ha vinto l’uomo Expo, il manager già di centro-destra, Sala, vituperato ma votato dal popolo sedicente di sinistra!...Usando uno strumento di competizione scopiazzato in malo modo da altri sistemi di democrazia pur sempre verticale e a partecipazione subalterna e marginale, si prendono in giro le persone che si illudono di partecipare e decidere.
Milano corre ora un rischio micidiale: quello di essere governata come un’azienda e mercificata da manager, amministratori delegati e banchieri. Sala e Parisi, fratelli siamesi, con Passera antesignano, ben rappresentano il pensiero dei ceti ricchi e dominanti: l’ideologia e la forma di comando che tendono a ridurre tutto ad affari, moneta e finanza. Non a caso, all’indomani della chiusura di Expo, un grande quotidiano lanciò una specie di slogan attraverso il titolo di un articolo: “ Il dopo expo deve continuare in città per vendere Milano”!... Dalla Milano da bere degli Anni 80 del secolo scorso alla Milano da mangiare con Expo, si arriva alla Milano da vendere (al miglior offerente?...).
Nonostante tutto, nella società milanese ed italiana, esiste un’opposizione sociale civile ed etico-politica, che non riesce tuttavia a organizzarsi e a costruire in tempi ravvicinati un’alternativa vera al capitalismo liberistico selvaggio e distruttivo e ai ceti politici oligarchici e corrotti, incompetenti ed ignoranti.
A Milano, come nel resto del Paese, si soffrono condizioni di isolamento della cittadinanza libera ed indipendente, che viene impedita a manifestarsi dal sistema elettorale maggioritario , dalle grosse coalizioni e dai grandi oligarchi, dai mezzi di comunicazione. Non solo. Ci mettono del loro, per tenere la cittadinanza attiva relegata in un angolo, anche i piccoli e meschini personalismi dei professionisti della politica sedicente di sinistra che, a capo di micro partiti, puntualmente si ripropongono nonostante le loro responsabilità gravissime per non essere stati capaci di creare un altro modo di fare politica dal basso e partecipativo e quindi di costituire soggetti politici e formazioni nuove ed adeguate. 
A questo gioco concorre anche il M5S che esclude ad oggi qualsiasi alleanza con comitati e liste di cittadini impegnati  ed indipendenti, e rischia anch’esso di  chiudersi in se stesso e di isolarsi.
Proprio ai cittadini liberi, impegnati e competenti spetta un compito di valore civile e politico: auto-organizzarsi per partecipare al governo delle città e dei comuni e concorrere a  rifondare la democrazia costituzionale che giorno dopo giorno viene smantellata , sia attraverso leggi che cancellano i diritti conquistati con tante lotte e sacrifici (lavoro, salute, istruzione, pensioni, ambiente, giustizia, informazione…), sia tramite la controriforma costituzionale e l’ulteriore peggioramento del sistema elettorale (Italicum).
Un contributo alla promozione della cittadinanza attiva lo dà a Milano dal 2011 il Forum Civico Metropolitano che il 24 ottobre 2015 promosse una partecipata assemblea a Palazzo Marino di rappresentanti di oltre 40 comitati ed associazioni di quartiere, primo momento di reciproca conoscenza e prima pietra per costruire un movimento diffuso di cittadinanza metropolitana.  In quella sede si raccontarono e si scambiarono esperienze e competenze, richieste e progetti cittadini dei quartieri bollati come periferie, ma che invece sarebbero in grado di diventare comuni e città nel contesto di un sistema equilibrato di vasta area metropolitana: Baggio, Bovisa,Calvairate,Crescenzago,Lambrate, Navigli, Niguarda, Montestella,Olmi,Paolo Pini, Parco Nord, Parco Sempione,Portello, Quarto Oggiaro, S. Agostino, Solari,Trenno, Villapizzone…ed altri si stanno aggiungendo che ricordano i 20 Consigli territoriali in cui fu decentrata Milano e che animarono la democrazia popolare e partecipata per un trentennio (1968-98).
A quell’assise parteciparono anche rappresentanti di centri urbani dell’area metropolitana.
Chi, dei politici “professionali”, ha condiviso, ad esempio a Milano, le scelte strategiche delle ultime amministrazioni milanesi, compresa quella di Pisapia, dovrebbe farsi da parte e mettersi a disposizione per aiutare la cittadinanza attiva ad allargare la partecipazione e le forme di democrazia diretta e quindi a rinnovare le istituzioni e a eleggere in modo libero ed indipendente  rappresentanti  preparati e competenti, onesti e motivati ad agire per il Bene Comune.
Giuseppe Natale
Forum Civico Metropolitano (www.forumcivicometropolitano.it)