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martedì 26 aprile 2016

WALTER PORZIO SEGNALA
Ridere o piangere?

La Corte distrettuale di Oslo non ha ritenuto violato il diritto alla vita privata e familiare del detenuto. Ma ha condannato lo Stato soprattutto per i cinque anni di isolamento a cui è stato sottoposto. Breivik sarà risarcito delle spese legali sostenute: 331 mila corone.


Nella foto il boia norvegese Breivik

È una sentenza che farà discutere e dividerà il mondo. La giustizia norvegese, con la sentenza emessa oggi pomeriggio, ha dato in buona parte ragione ad Anders Behring Breivik, il neonazista massacratore di 77 persone. Breivik aveva fatto causa allo Stato norvegese, denunciando "condizioni di detenzione inumane". La corte, presieduta dalla giudice Helen Andenaes Sekulic, gli ha dato ragione su questo punto, decidendo che le autorità dovranno al terrorista un indennizzo di 330mila corone norvegesi, cioè circa 35mila euro, per i cinque anni trascorsi in stretto isolamento. Il tribunale ha invece rigettato il secondo punto denunciato da Breivik e dei suoi avvocati, cioè il divieto seppur non assoluto di contatti verso l'esterno. Nel luglio del 2011 Breivik, vestito in nero con un'uniforme paramilitare, armato di tutto punto, prima seminò la morte nel centro della capitale Oslo, facendo saltare in aria il palazzo che ospita i più importanti uffici del governo con potenti cariche esplosive. Poi con un gommone raggiunse l'isola di Utoya, dove era in corso la festa estiva della gioventù del partito laburista (socialdemocratico) allora al governo. Spacciandosi per poliziotto, radunò tutti nello spiazzo centrale e cominciò a uccidere ragazze e ragazzi, molti dei quali minorenni, sparando all'impazzata col fucile a pompa e una potente pistola. Poi si accanì a dare il colpo di grazie alla nuca alle vittime ferite ma ancora non morte. Solo dopo, col cellulare chiamò la polizia: "Sono il comandante Breivik, la mia misione contro il veleno della società multiculturale è compiuta, mi arrendo, venitemi a prendere". 69 giovani erano a terra assassinati dalle sue pallottole. Per ore, le forze di sicurezza avevano brancolato nel buio pensando a un attentato islamista in centro, e dopo le poche chiamate disperate sui cellulari ricevute da Utoya da chi cercava di scampare al massacro faticò persino a cercare elicotteri delle forze armate per raggiungere l'isola. Nell'estate 2012 Breivik fu condannato a 23 anni di reclusione, con possibile prolungamento della pena se è o sarà giudicato particolarmente pericoloso. Da allora è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Skien, due ore da Oslo.
Nella sua causa allo Stato Breivik, divenuto nel frattempo esplicitamente neonazista (all'udienza generale si era presentato in nero salutando col braccio teso davanti alle telecamere) ha denunciato il totale isolamento, il frequente obbligo di portare manette, le frequenti perquisizioni. Per informazione del lettore: Breivik vive a Skien non in un'angusta cella bensì in un trilocale di 31 metri quadrati diviso in stanza letto, stanza palestra e stanza lavoro, più angolo cucina e servizi. Dispone di tv playstation e di un computer senza allacciamento a internet. 
La corte ha stabilito che comunque il suo totale isolamento viola l'articolo 3 della convenzione europea sui diritti umani. Ha invece decretato che vista l'alta pericolosità del detenuto, eroe brutale della galassia neonazista mondiale, i duri limiti ai suoi contatti e corrispondenza non sono in contraddizione con l'articolo 8 della stessa convenzione.Tanto più che egli aveva cercato più volte di stabilire contatti con terroristi neonazisti in altri paesi europei, persino scrivendo lettere d'amore a Beate Zschaepe, la leader e unica sopravvissuta del partito armato neonazi tedesco Nsu attualmente sotto processo a Monaco per l'assassinio in anni di dieci stranieri e di una poliziotta. La Norvegia ha scelto in modo estremo di mettersi in discussione, in nome dei suoi principi di Stato di diritto i cui valori sono validi anche per i nemici che lo vogliono distruggere. Ma la sentenza farà discutere a lungo, ovunque.

LE ESAGERAZIONI!
Allego l’articolo perché chi non ricorda o non conosce i fatti possa documentarsi. Come in tutti i fatti della vita e in ogni testa umana, ovviamente, ci possono essere svariate correnti di pensiero e diversità d’interpretazione degli avvenimenti. Ma credo di non essere così isolato quando, leggendo l’articolo in oggetto mi scandalizzo a tal punto da pensare che la follia umana spesso cada nell’incomprensione. Da noi in Italia, si discute sulle modalità di legittima difesa quando un malfattore armato si introduce in una casa e qui, ci possono essere i pareri più disparati più o meno condivisibili. Lo Stato italiano, viene multato e redarguito dal Consiglio Europeo perché le sue carceri non sono all’altezza degli standard europei in fatto di “confort” dei detenuti. Nella civile Norvegia, un “mostro convinto” che fa strage di ragazzi viene custodito col massimo riguardo in un appartamento di 3 stanze con acqua calda, televisione, forno a microonde, palestra, computer e tutto il resto. Non solo, per la legge di quel Paese, un assassino non può essere condannato a più di 25 anni, salvo che venga ritenuto pericoloso (ma quando un assassino è pericoloso?). Spero che questo bravo ragazzo un po’ discolo possa venire presto rimesso in libertà magari per buona condotta in modo che possa portare avanti la sua follia nazista creando così nuovi posti di lavoro. Poi, la Norvegia si oppone agli aiuti per i profughi mediorientali. Non trovate che ci sia qualcosa che non va? Altro che referendum, io in un Paese così farei esonerare il Parlamento, come avrebbero fatto i Vikinghi. Sono così schifato da queste notizie che preferisco smettere di scrivere. Meditate gente, meditate!
Walter Porzio