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mercoledì 30 novembre 2016

Chiara Pasetti consiglia ai lettori di Odissea
Tributo ad Antonia Pozzi

Antonia Pozzi

Sabato 3 dicembre, nel giorno della morte di Antonia Pozzi (1912-1938), l’Associazione “Zelata Verde” (nella foto la sede) organizza un tributo alla poetessa: dalle ore 17.30, presso Palazzo Cavagna Sangiuliani (Via Cavagna Sangiuliani 9, Zelata di Bereguardo-Pavia), verrà scoperta una targa-ricordo sulla dimora di famiglia. A seguire, presentazione di Antonia Pozzi, Parole. Tutte le poesie (ed. Àncora), con Graziella Bernabò e suor Onorina Dino, le curatrici del volume. 
Ingresso libero e gratuito.
Al termine, aperitivo bio a cura di Eco-Naturasì – Cascine Orsine.
Per info: http://www.zelataverd.com/

La bellissima sede dell'incontro


Una poesia di Antonia, scritta esattamente (profeticamente?...) 
il 3 dicembre del 1934.

Funerale senza tristezza

Questo non è esser morti,
questo è tornare
al paese, alla culla:
chiaro è il giorno
come il sorriso di una madre
che aspettava.
Campi brinati, alberi d’argento, crisantemi
biondi: le bimbe
vestite di bianco,
col velo color della brina,
la voce colore dell’acqua
ancora viva
fra terrose prode.
Le fiammelle dei ceri, naufragate
nello splendore del mattino,
dicono quel che sia
questo vanire
delle terrene cose
-dolce-,
questo tornare degli umani,
per aerei ponti
di cielo,
per candide creste di monti
sognati,
all’altra riva, ai prati
del sole.
Antonia Pozzi [3 dicembre 1934]

***

RODODENDRO?
di Laura Margherita Volante


Si può essere felici di niente perché il niente è il tutto per gli spiriti liberi.
Chi dà avendo molto è lodevole, ma chi dà quel poco che ha è signore dell’anima.
I buoni intelligenti sono leader senza saperlo…
L’ambizioso si fa prima donna…
Le prime donne sono pesanti anche dopo la dieta.
Face Book. Ornigramma dell’invidia.
L’invidioso è portatore sano di paresi orale.
L’invidioso teme il confronto nella ricerca certosina del difetto altrui.
L’invidia non si dichiara, ma è alla ricerca di un alibi per non sentirsi tale.
La società odierna esaurisce senza esaudire…
Il tempo di chi non vuol star solo si attornia di adulatori.
L’egocentrico cerca compagnia ovunque per trovare il centro…

Usi e costumi:
Ieri le persone volevano bene a qualcuno. Oggi c’è sempre qualcuno che vuole essere adorato.
Per coprire i migliori si premiano i peggiori.
Sindrome del salamelecco. I salami che leccano il potere…
Incalzante o…? Chi incalza è per ottenere subito qualcosa. Chi scalza è per lasciare a piedi nudi chi non gli è di nessuna utilità.
Chi è unico e indivisibile non teme nessuno.
Il talento senza sofferenza è uno starnuto mancato.
I circoli chiusi non evolvono tanto sono impegnati a riempirsi di sé…
Quando si abbassa la cultura la mano destra si alza.
Miraggio. Un bagno di realtà ridimensiona le illusioni.
L’amore non tollera violenza. Quando le mani prudono un pizzicotto serve ricordare il dolore che si dà.
Pizzicotto o pizzicrudo? Il dolore è sempre crudo…

La sindrome di Attila. Per un uomo sbagliato una su mille ce la fa…a non subire insolenze, ingiurie, insulti, minacce, ricatti morali, ludibrio e violenze. Molte donne credono sia normale, minimizzano, sperando che cambi alle promesse, sempre disattese. Per assuefazione la situazione peggiora e la vittima si trova in una gabbia di schiavitù, di disistima, di omertà familiare, di manipolazioni, di calunnie e di ritorsioni con gravi conseguenze e strascichi anche dopo la separazione.

Vince chi si fa fiore e non chi recide i fiori più belli per porli sulla tomba di un arido cuore.
Le parole devono splendere e mai spegnere la luce…
No problem? La stupidità umana è il problema!

C’è chi dice:
“Ti invidio perché sai scrivere” “Studia ed esercitati”
“Ti invidio perché sei bella” “Studia e medita”
“Ti invidio perché hai i figli” “Studia e fai l’amore senza pillola”
“Ti invidio perché sei allegra” “Studia e non prenderti sul serio”
“Ti invidio perché sei forte” “Studia e affronta le prove”
“Ti invidio perché te la sai cavare” “Studia e aguzza l’ingegno”
“Ti invidio perché sei diversa” “Studia e non rompere più le palle…!”

Lode al merito. Meglio le lodi al ludibrio.