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venerdì 27 gennaio 2017

PIAZZETTA LIBERTY
di Jacopo Gardella

Questo intervento dell’architetto e urbanista Gardella denuncia tutta la disinvolta ignoranza di un ceto amministrativo che, non confrontandosi mai con i suoi cittadini, in fatto di uso dello spazio pubblico e del suo patrimonio, lascia che ogni sorta di soluzione sia possibile, anche la più urbanisticamente spregiudicata e culturalmente aberrante. Da anni da questo giornale pratichiamo una vigorosa opera di resistenza, ma vorremmo sapere cosa fa l’opposizione a Palazzo Marino, che razza di dignità hanno i consiglieri che vi siedono e se non sentano un minimo di vergogna gli assessori, molti dei quali sono persone mediamente colti e avvertiti. “Odissea” e la città di Milano si aspettano da tutti loro un sussulto di dignità, oppure che se ne vadano a casa, visto che non sono capaci di svolgere il loro ruolo di custodi del bene pubblico a cui sono chiamati.



La Piazzetta come si presenta oggi, guardando verso est:
sullo sfondo l'alto edificio in vetro con pilastri abbinati;
a sinistra la facciata ricomposta del Palazzo Liberty

Le piazzette all'interno del Centro Storico della nostra città non sono molte; quelle poche vanno protette e difese anche se le architetture che le circondano, soprattutto quando sono moderne, sono tutt'altro che eccellenti. È il caso della Piazzetta Liberty; così chiamata per la facciata di un autorevole edificio costruito in stile Liberty ed affacciato sulla piazzetta di cui occupa buona parte del lato nord-est. Lungo quel lato la facciata Liberty è stata ricomposta con scarso scrupolo filologico, dopo la demolizione del poco lontano edificio originario a cui essa apparteneva.
Oltre alla facciata parzialmente ricomposta fa capolino sulla Piazzetta il lato posteriore del neoclassico Palazzo Tarsis; e poco più lontano un edificio per uffici progettato dall'architetto Gio Ponti. Il lato est della Piazzetta è chiuso da un buon esempio di International Style: un edificio a torre progettato dagli architetti Soncini e scandito da slanciate nervature verticali.
La Piazzetta si presenta come un insieme di edifici non di qualità eccelsa ma di aspetto decoroso e gradevole. Collocata in posizione centralissima essa è diventata un punto di sosta, di ritrovo, di incontro, favorito dalla presenza di un bar-pizzeria, che nei mesi estivi colloca i suoi tavolini all'aperto; ed è resa più vivace dalla folla pomeridiana e serale attratta dal Cinema Apollo in cui si proiettano pellicole sempre di qualità.

La Piazzetta come si presenterà a progetto ultimato, guardando verso est: 
le pareti del cubo di cristallo, che recingono la scalinata in discesa, 
fungono da parapetto. 
Nel fotomontaggio viene usato un trucco 
per presentare il volume di cristallo
 meno ingombrante di quanto in realtà si prevede che debba diventare. 

La prossima chiusura del Cinema Apollo preannuncia una imminente sciagura a danno della Piazzetta. Le sale di proiezione che occupano il sottosuolo della Piazzetta verranno infatti trasformate in sale di esposizione e di vendita dei molti e vari prodotti firmati dalla ditta Apple. Per attirare il pubblico dei compratori ed invitarli a scendere nei locali sotterranei si è avuta la inaudita idea di aprire una voragine nel centro della Piazzetta e di riempire la cavità con una grandiosa scalinata in diretta discesa ai negozi interrati. Il parapetto della scalinata sarà formato da un’alta parete di lastre in cristallo lambite da cascate di acqua corrente e potentemente illuminate da violenti riflettori colorati. Siamo di fronte ad un esempio del più dozzinale gusto hollywoodiano; ad un plateale spettacolo da Luna Park; ad una scenografia adatta a soddisfare il pubblico di facili gusti che frequenta le sale da gioco di Las Vegas. Quale collegamento con tale mondo grossolano possono mai avere le sobrie e discrete architetture della Piazzetta? Quale relazione con le abitudini serie e laboriose dei cittadini milanesi?

La Piazzetta come si presenta oggi, guardando verso ovest: 
sullo sfondo a sinistra il palazzo Tarsis in stile neoclassico;
 e più arretrati gli uffici dell'arch. Gio Ponti; 
a destra la facciata ricomposta del Palazzo Liberty. 

Il devastante intervento progettato per la piazzetta non consiste soltanto in un danno architettonico ma si traduce anche in una offesa civica, in un insulto ai diritti dei cittadini. È mai plausibile e tollerabile che lo spazio civico della Piazzetta, frequentato quotidianamente da chi attraversa o sosta nel centro città, venga sottratto all'uso ormai consolidato dei cittadini ed al legittimo godimento degli abitanti milanesi? È mai ammissibile acconsentire che un bene di proprietà pubblica venga ceduto ad esclusivo vantaggio di un operatore privato? Gli oneri di urbanizzazione richiesti alla ditta Apple, gestore del nuovo emporio, non giustificano il guasto ingente inferto alla Piazzetta. Tanto più che il ricavato degli oneri non si sa come verrà speso, in quale modo, per quali scopi. Nella Amministrazione Comunale è ormai invalsa l'abitudine di cedere in affitto ad imprenditori privati pezzi strategici di suolo urbano: brutto indice della progressiva decadenza dimostrata dalla nostra classe politica, pessimo indizio di un continuo insulto a danno dei cittadini.

La Piazzetta come si presenterà a progetto ultimato, 
guardando verso ovest:
 il cubo di cristallo lambito da un velo d'acque  
nasconde quasi completamente il neoclassico 
Palazzo Tarsis e gli uffici dell'arch. Gio Ponti. 

Alcuni anni fa si è verificato, poco lontano dalla Piazzetta Liberty, un analogo ed altrettanto grave episodio: la discutibile cessione di un ampio e frequentato suolo municipale ad uso esclusivo di gestori privati. Il pubblico passaggio a cielo aperto che unisce Corso Vittorio Emanuele alla retrostante Piazzetta di San Vito in Pasquirolo è stato chiuso da pareti a tutta altezza, ceduto ad un magazzino di vendita, sottratto all'uso e al godimento dei milanesi. La bella scala a due rampe incrociate ben visibile nel centro del passaggio è stata inglobata nel magazzino, soffocata da scaffali, nascosta ai passanti in transito lungo il Corso. Un vero peccato perché l’ elegante scala è dovuta al progetto di un noto studio milanese di architettura.
Al di là dei guasti estetici inferti al luogo ed oltre alle offese civiche subite dai cittadini esistono anche ragioni di competenza, di storia, di cultura urbanistica che condannano l’operazione di Piazzetta Liberty e la fanno apparire insensata.

La Piazzetta come si presenterà a progetto ultimato, 
guardando verso ovest: 
il montaggio fotografico mostra il reale ingombro
 delle lastre di cristallo che come si vede è molto maggiore
 di quello indicato nella FOTO 4.

Si sa che nella tradizione urbanistica la Piazza urbana, da sempre, è un luogo di ritrovo, un punto di raccolta, uno spazio di incontro e di comunicazione. Chi frequenta la piazza deve poterla percorrere liberamente in tutti i sensi; trasferirsi da un lato al lato opposto; andare da un angolo all'angolo di fronte, muoversi liberamente in qualsiasi direzione. Quando viene creato un ostacolo nel centro della Piazza inevitabilmente se ne limita il libero uso, se ne impedisce il pieno godimento. Quando poi l'ostacolo consiste in un ampio cratere scavato nella zona centrale è inevitabile che l'utilità e la funzione della Piazza vengano interamente vanificate.
Che cosa rimarrà della piccola e raccolta Piazzetta Liberty una volta che sia stata aperta la larga scalinata di discesa ai negozi sotterranei? Rimarrà soltanto una sottile striscia perimetrale, un angusto percorso pedonale, uno stretto e poco agevole anello compresso fra le case da un lato ed il parapetto della scalinata dall'altro. Ai bar-pizzerie verrà tolto lo spazio per disporre sedie e tavolini; ai pedoni verrà impedita la possibilità di camminare in gruppi numerosi; ai passanti sarà imposto di muoversi l'uno dietro l'altro allineati disciplinatamente in fila. Quella che era una Piazzetta gradevole ed accogliente, comoda e raccolta, verrà trasformata in un periplo angusto e disagevole, in un camminamento stretto e soffocato.

  La Piazzetta come si presenterà a progetto ultimato, guardando verso est: 
sul lastricato della Piazza è segnato il perimetro della voragine 
occupata dallo scalone di discesa ai negozi;
 ed è indicato, al posto delle altissime lastre in cristallo, 
il profilo di un falso parapetto in ferro. 
L'ingombro dello scalone, così come è indicato sul lastricato,
 è rappresentato di dimensioni molto più piccole 
di quelle che saranno le reali. 

Lo stesso errore è stato commesso in un altro luogo milanese nato per favorire incontri e ritrovi: la Piazzetta intitolata a Gae Aulenti posta di fronte alla Stazione di Porta Garibaldi. Anche qui il centro della Piazzetta è occupato dall'ingombrante ed invadente ostacolo creato da un ampio specchio d'acqua. Ogni movimento trasversale vi resta ostacolato; ogni attraversamento radiale completamente impedito. La residua zona calpestabile della Piazzetta è ridotta ad uno stretto anello perimetrale, chiuso fra le vertiginose pareti in cristallo dei grattacieli circostanti ed il perimetro della grande ed ingombrante distesa liquida. Non vi può essere sistemazione urbana più inadatta alla funzione civica di raccolta, di assembramento, di riunione come è comprensibile che venga richiesta dalle molte persone desiderose di incontrarsi e di comunicare.
Queste sono le malinconiche conclusioni che si è costretti a trarre esaminando i recenti progetti attuati nella nostra città.