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giovedì 2 febbraio 2017

INQUINAMENTO E RISORSE ECONOMICHE
di Massimo Gatti

Aria pura a Milano

Puntualmente quando arriva gennaio nell’area milanese e in Lombardia si scopre che viviamo in una delle aree più inquinate del mondo con pesanti ricadute sulla salute della popolazione. Governo nazionale e Giunta regionale lombarda sono responsabili oggi e ieri di politiche scellerate che hanno puntato tutto su autostrade molto costose e sulla cementificazione del territorio sacrificando il trasporto pubblico, la mobilità alternativa, l’agricoltura, i parchi e la buona occupazione. Inoltre l’azione di contrasto contro mafie, corruzione e sperperi è stata debole. La città di Milano a prescindere dalle maggioranze che si susseguono pensa solo a se stessa e la Città metropolitana e le province nominate dai consiglieri comunali e non elette dai cittadini, molto deboli nell’azione amministrativa e di rappresentanza, dovrebbero decadere automaticamente dopo l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016,con il ripristino immediato del voto popolare per eleggere organi istituzionali legittimati. Si sentono roboanti annunci per completare opere come la Paullese senza il pudore di assumersi la responsabilità dei tagli al trasporto pubblico su ferro e gomma e alla spesa per la viabilità ordinaria. 

A pieni polmoni
Si programmano addirittura nuove infrastrutture nella zona di expo con le conseguenti speculazioni immobiliari e commerciali, in cui cordate politiche più o meno filogovernative fissano le priorità senza attenzione all’effettivo bisogno dei territori. L’Italia di fronte ai terremoti, al dissesto idrogeologico e ai cambiamenti climatici ha bisogno di un governo che abbia il coraggio di non annunciare e perseguire alcuna grande opera (ad eccezione del trasporto pubblico su ferro per i pendolari) e di non illudere con i poteri speciali. Bisogna impegnare almeno 5/10 anni nella cura, manutenzione e razionalizzazione dell’esistente con ricadute positive su tante piccole e medie imprese. Nel dibattito pubblico vi è la ripetizione continua della mancanza di risorse economiche. La crisi è innegabile, ma si possono fare scelte diverse da quelle attuali. La ex Provincia di Milano, oggi Città metropolitana è stata “derubata” per legge della sua società principale ASAM che contiene Serravalle. Questa ultima è una società che si occupa di grande viabilità dal 1954 ed è oggi valutata per difetto almeno 500 milioni di euro. Doveva stare in prestito in Regione Lombardia e poi restituita a Città metropolitana. Non se ne parla più almeno nel medio periodo. 

Aria pura a Torino
La Giunta di Regione Lombardia con l’aiuto del governo nazionale se ne è impossessata e il Presidente Maroni pensa in questo modo di togliere dal pantano la Pedemontana e di proseguire con i cantieri dell’autostrada anche nella zona di Seveso sventrando i terreni che da 40 anni contengono la diossina dell’ICMESA e di quel disastro ambientale. Il Sindaco di Milano Sala che si è dimenticato di essere automaticamente anche Sindaco metropolitano grazie alla nociva legge Delrio, ha ottenuto di poter alienare in fretta il quasi 20% di Serravalle proprietà di Milano città, raccattando nelle previsioni circa 100 milioni di euro. A questo punto se non si riesce a sventare la sconsiderata svendita di un patrimonio pubblico strategico, ai comuni e ai cittadini fuori Milano vanno attribuiti 400 milioni di euro con un apposito stanziamento di Regione Lombardia e del governo nazionale per le rispettive competenze. È necessario verificare anche se non vi sono dei conguagli in quota parte per il lodigiano fino al 1995 e per la Brianza fino al 2004.

Aria pura a Siracusa
Altro che i 25 milioni di euro di bonus/mancia che il governo nazionale ha assicurato all’ultimo bilancio metropolitano per non fallire. Non basta qualche appendice nei pomposi e vuoti patti per Milano città o per la Lombardia; mancano all’appello almeno 375 milioni di euro. Sono quattrini in prevalenza dei 133 comuni dell’ex Provincia di Milano e soprattutto di oltre 2 milioni di cittadine e cittadini che hanno urgenza di avere investimenti e servizi pubblici locali. Si rifletta su quante politiche concrete si potrebbero avviare contro l’inquinamento e per la salute pubblica con le risorse sopra richiamate. I vertici delle istituzioni locali, regionali e nazionali rispondano nel merito, anziché chiacchierare su tutto e su niente.