LIBRI
DIECIMILA.
IL PICCOLO GRANDE LIBRO
DI ANDREA KERBAKER
di Angelo Gaccione
Andrea Kerbaker fra i suoi libri |
Narrazioni che hanno come
protagonisti i libri ce ne sono diverse. Nel 1998 curai un volume di racconti
collettivi sul tema della notte;
ognuno dei ventidue scrittori presenti ha raccontato la notte col suo stile, le
sue visioni, i suoi fantasmi. In uno di questi racconti notturni dal titolo
“Caos” di Raffaele Nigro, i libri si animano e, ubbidendo alle loro
inclinazioni e preferenze, non solo cambiano di posto sovvertendo l’ordine di
catalogazione disposto dal suo proprietario, ma addirittura combinandosi
arbitrariamente si rimescolano al punto che l’incipit delle Rime dell’Angiolieri è stato sostituito
da un brano delle Confessioni di Ippolito
Nievo, tra le Rimembranze di Berni si
sono inseriti versi del Foscolo, tra l’Innamorato
del Boiardo brani della Vita Nova di
Dante, e così via. Insomma, i libri durante la notte si sono cercati dei
compagni di viaggio e si sono organizzati “una nuova vita nella piazza della
mia libreria”, come scrive efficacemente Nigro.
Una città di libri a Kasa Kerbaker |
Nell’agile
delizioso libretto di Andrea Kerbaker ripubblicato da Interlinea di Novara: Diecimila. Autobiografia di un libro, è
un libro a parlare e a raccontare la sua storia e lo fa in prima persona. È uno
dei diecimila, come segnala il titolo, di una vasta biblioteca, poiché il suo
proprietario è un accanito, appassionato bibliofilo. Chi come me ha avuto il
privilegio di visitare la “Kasa dei Libri” di Kerbaker in Largo De Benedetti qui
a Milano, e di essere guidato attraverso i vari ambienti dove i libri conducono
la loro esistenza di inquilini preziosi e di riguardo, può capire a fondo
questa Autobiografia. Non se ne
lamentano, ma anche loro, benché la Casa goda di un certo blasone, stanno
stretti ed hanno problemi di spazio come noi comuni mortali, distribuiti e ammassati
come sono in ogni angolo, in ogni anfratto, disposti a colonne, a torri,
sospesi al soffitto e pendenti dall’alto, debordanti nei tre piani della Casa.
Il logo di Kasa dei Libri |
La storia che
il protagonista del volumetto di Kerbaker ci racconta non è solo la sua storia, ma è uno spaccato di
esistenza di altri compagni di sventura e di avventura. La vita grama tra scatoloni
e polverosi scaffali di librerie; l’indifferenza di clienti distratti,
avventori dai gusti spesso superficiali e discutibili, di lettori esigenti,
acquirenti spericolati. E ancora: il privilegio della vetrina e del posto ben
in vista, gli onori di una seconda vita attraverso la trasposizione cinematografica, l’approdo nelle case e nelle
librerie di lettori accorti e sensibili; ma anche il tempo vuoto e
interminabile dell’immobilità, muti tra scaffali dimenticati (perché un libro
senza un occhio che lo legga è muto, come dice Eco, non ha voce e non ispira
sentimenti, riflessioni, intelligenza, e perché come aggiunge Kerbaker “per un libro, non esser letto è forse la
peggiore delle fini” ), fino al
rischio di venire svenduti, declassati del loro valore, o, peggio, finire al
macero in una morte ingloriosa perché ritenuti inservibili.
Libri sparsi in Kasa Kerbaker |
L’amara poesia che
la prosa di Kerbaker ci consegna non nasce solo dalla separazione che il libro
deve subire quando un compagno più fortunato lascia la massa obbligata a
restare dov’è, dall’incertezza del destino nuovo che attende chi se ne va;
nasce soprattutto dall’aver conferito un’anima a queste fragili povere creature
di carta, esposte ad ogni minaccia: un libro che rovina da un’altezza
significativa a causa del gesto maldestro del suo possessore, è spacciato; è
spacciato se inavvertitamente chi lo ha acquistato fa rovesciare fra le sue
pagine il bicchiere pieno che tiene vicino al libro sul comodino. Un’anima
umana e un occhio attento a registrare ogni dettaglio, ogni sussulto. Dal loro
sentire ci è rimandata la psicologia dei frequentatori di librerie: come
scelgono, cosa scelgono; le case dove i libri approdano, il carattere dei loro
padroni, le relazioni, le vite di coppia e di singoli; il loro status sociale,
le loro convinzioni ideologiche, la cura o meno che costoro hanno nei loro
riguardi, le abitudini alla lettura, i luoghi preferiti per questo momento di
raccoglimento e di silenzio solenne.
I libri appesi di Kasa Kerbaker |
Capolavori
di ogni tempo e libri che non hanno lasciato neppure una lieve traccia di sé,
scorrono in questa narrazione. Libri che tornano ad avere una loro rivincita a
distanza di decenni, contro e malgrado i tempi fulminei del consumo, delle mode
e del mercato, che tratta queste creature come una merce qualsiasi. Ma anche
libri che riescono ad opporre un margine di resistenza a tutte le invenzioni
tecnologiche che vorrebbero cancellarne la forma in cui noi, perversi ed
incalliti gutenberghiani libridinosi,
li abbiamo conosciuti ed amati. Ed allora anche il libro protagonista di Diecimila continua a godersi il suo
momento di trionfo e di gloria, perché il lettore Numero Quattro, come è
indicato nella sequenza degli acquirenti, lo ha selezionato tra il gruppo da
portarsi via. Continuerà la sua esistenza ed il suo viaggio perché ha ancora
tanto da dire e “da dare”, in barba a
Internet e a tutti i surrogati della modernità. Almeno fino a quanto un lettore
irriducibile e premuroso, si lascerà incantare da quelle parole e da quella
scrittura.
La copertina del libro |
Andrea Kerbaker
Diecimila.
Autobiografia di un libro.
Interlinea
Ed. 2017
Pagg. 80 €
12,00