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domenica 29 ottobre 2017

LIBRI
DIECIMILA.
IL PICCOLO GRANDE LIBRO DI ANDREA KERBAKER
di Angelo Gaccione

Andrea Kerbaker fra i suoi libri

Narrazioni che hanno come protagonisti i libri ce ne sono diverse. Nel 1998 curai un volume di racconti collettivi sul tema della notte; ognuno dei ventidue scrittori presenti ha raccontato la notte col suo stile, le sue visioni, i suoi fantasmi. In uno di questi racconti notturni dal titolo “Caos” di Raffaele Nigro, i libri si animano e, ubbidendo alle loro inclinazioni e preferenze, non solo cambiano di posto sovvertendo l’ordine di catalogazione disposto dal suo proprietario, ma addirittura combinandosi arbitrariamente si rimescolano al punto che l’incipit delle Rime dell’Angiolieri è stato sostituito da un brano delle Confessioni di Ippolito Nievo, tra le Rimembranze di Berni si sono inseriti versi del Foscolo, tra l’Innamorato del Boiardo brani della Vita Nova di Dante, e così via. Insomma, i libri durante la notte si sono cercati dei compagni di viaggio e si sono organizzati “una nuova vita nella piazza della mia libreria”, come scrive efficacemente Nigro.

Una città di libri a Kasa Kerbaker

Nell’agile delizioso libretto di Andrea Kerbaker ripubblicato da Interlinea di Novara: Diecimila. Autobiografia di un libro, è un libro a parlare e a raccontare la sua storia e lo fa in prima persona. È uno dei diecimila, come segnala il titolo, di una vasta biblioteca, poiché il suo proprietario è un accanito, appassionato bibliofilo. Chi come me ha avuto il privilegio di visitare la “Kasa dei Libri” di Kerbaker in Largo De Benedetti qui a Milano, e di essere guidato attraverso i vari ambienti dove i libri conducono la loro esistenza di inquilini preziosi e di riguardo, può capire a fondo questa Autobiografia. Non se ne lamentano, ma anche loro, benché la Casa goda di un certo blasone, stanno stretti ed hanno problemi di spazio come noi comuni mortali, distribuiti e ammassati come sono in ogni angolo, in ogni anfratto, disposti a colonne, a torri, sospesi al soffitto e pendenti dall’alto, debordanti nei tre piani della Casa. 

Il logo di Kasa dei Libri

La storia che il protagonista del volumetto di Kerbaker ci racconta non è solo la sua storia, ma è uno spaccato di esistenza di altri compagni di sventura e di avventura. La vita grama tra scatoloni e polverosi scaffali di librerie; l’indifferenza di clienti distratti, avventori dai gusti spesso superficiali e discutibili, di lettori esigenti, acquirenti spericolati. E ancora: il privilegio della vetrina e del posto ben in vista, gli onori di una seconda vita attraverso la trasposizione  cinematografica, l’approdo nelle case e nelle librerie di lettori accorti e sensibili; ma anche il tempo vuoto e interminabile dell’immobilità, muti tra scaffali dimenticati (perché un libro senza un occhio che lo legga è muto, come dice Eco, non ha voce e non ispira sentimenti, riflessioni, intelligenza, e perché come aggiunge Kerbaker “per un libro, non esser letto è forse la peggiore delle fini ), fino al rischio di venire svenduti, declassati del loro valore, o, peggio, finire al macero in una morte ingloriosa perché ritenuti inservibili. 

Libri sparsi in Kasa Kerbaker

L’amara poesia che la prosa di Kerbaker ci consegna non nasce solo dalla separazione che il libro deve subire quando un compagno più fortunato lascia la massa obbligata a restare dov’è, dall’incertezza del destino nuovo che attende chi se ne va; nasce soprattutto dall’aver conferito un’anima a queste fragili povere creature di carta, esposte ad ogni minaccia: un libro che rovina da un’altezza significativa a causa del gesto maldestro del suo possessore, è spacciato; è spacciato se inavvertitamente chi lo ha acquistato fa rovesciare fra le sue pagine il bicchiere pieno che tiene vicino al libro sul comodino. Un’anima umana e un occhio attento a registrare ogni dettaglio, ogni sussulto. Dal loro sentire ci è rimandata la psicologia dei frequentatori di librerie: come scelgono, cosa scelgono; le case dove i libri approdano, il carattere dei loro padroni, le relazioni, le vite di coppia e di singoli; il loro status sociale, le loro convinzioni ideologiche, la cura o meno che costoro hanno nei loro riguardi, le abitudini alla lettura, i luoghi preferiti per questo momento di raccoglimento e di silenzio solenne.

I libri appesi di Kasa Kerbaker

Capolavori di ogni tempo e libri che non hanno lasciato neppure una lieve traccia di sé, scorrono in questa narrazione. Libri che tornano ad avere una loro rivincita a distanza di decenni, contro e malgrado i tempi fulminei del consumo, delle mode e del mercato, che tratta queste creature come una merce qualsiasi. Ma anche libri che riescono ad opporre un margine di resistenza a tutte le invenzioni tecnologiche che vorrebbero cancellarne la forma in cui noi, perversi ed incalliti gutenberghiani libridinosi, li abbiamo conosciuti ed amati. Ed allora anche il libro protagonista di Diecimila continua a godersi il suo momento di trionfo e di gloria, perché il lettore Numero Quattro, come è indicato nella sequenza degli acquirenti, lo ha selezionato tra il gruppo da portarsi via. Continuerà la sua esistenza ed il suo viaggio perché ha ancora tanto da dire e “da dare”, in barba a Internet e a tutti i surrogati della modernità. Almeno fino a quanto un lettore irriducibile e premuroso, si lascerà incantare da quelle parole e da quella scrittura.

La copertina del libro

Andrea Kerbaker
Diecimila.
Autobiografia di un libro.
Interlinea Ed. 2017
Pagg. 80 € 12,00