Pagine

mercoledì 25 ottobre 2017

LIBRI
IL FALCO PELLEGRINO
Una fuga dalla libertà
di Angelo Gaccione


La copertina del libro

Come l’amore, il tema della libertà è universale in letteratura, e i narratori vi si sono ampiamente ispirati e sempre lo faranno: perché l’anelito alla libertà è insopprimibile e prima che un valore sociale, la libertà è un’esigenza umana connaturata all’uomo come il suo respiro.
Franco Celenza che è molte cose insieme, narratore, poeta, saggista e uomo di teatro, questa volta ci consegna un apologo contemporaneo sulla libertà e la sua avventura, usando lo strumento della favola. Avrebbe potuto scrivere un dramma su questo tema e mostrarne drammaturgicamente tutti i risvolti, attraverso la coralità delle voci, ed invece no. Forse aveva davanti agli occhi le tremende performance dei miei amici del Living Theatre, che con la loro spietata crudeltà annientavano gli spettatori, mostrando sui corpi degli attori le bastonate e le sevizie inferte dagli aguzzini, che della libertà hanno avuto sempre paura. Ha preferito il ricorso alla favola Celenza, perché trasferendo su un piano più simbolico e astratto, facendo agire in un unicum umani, mondo vegetale e mondo animale, il suo discorso diventasse corale, libero, inventivo, e gli permettesse di oltrepassare ogni limite fissato dalla effettualità. Com’è noto, la favola è un mondo a sé, un mondo dove tutto è possibile, dove ad agire possono essere gli elementi più diversi della natura, possono animarsi, acquisire il dono della parola, ragionare, proporre le soluzioni più ardite o indicare una possibilità mai sperimentata prima.
Nella favola di Celenza è una serra ad animarsi, una serra di fiori destinati a vivere lo spazio di un mattino, perché la loro bellezza, i loro fantasiosi colori devono far mostra nelle case di città: devono ornare, ingentilire, rallegrare, così come devono accompagnare gli eventi e le cerimonie degli uomini. Battesimi, comunioni, matrimoni, anniversari, lutti... per tutti questi, ed altri eventi, i fiori rivestono un ruolo irrinunciabile, e dunque la loro è un’esistenza effimera, un’esistenza che non avrà mai la gioia di vedere ciascuno di loro “appassire in pace sul proprio stelo”. A questa condizione miserabile la zucca cercherà di dar voce e coscienza, proponendosi come teorica e guida e preparare la rivolta contro le forbici inesorabili. Preparare la strategia della fuga e la rinascita senza più timore, in mezzo ai campi liberi e sotto il cielo vivido e lucente che l’esistenza nella luce artificiale delle serre non consente.
Rompere i tendoni è ora un obbligo morale. Osare è tutto, e rassegnarsi è essere già morti. La fuga ci sarà, ma gli esiti non saranno dei migliori. La libertà costa fatica, sacrifici, dolori. Si mettono in moto dinamiche e pratiche di potere non dissimili da quelle che la storia delle rivoluzioni ha conosciuto come perverse. Un crudele e disilluso ritorno all’ordine sancisce l’ineluttabilità del principio di realtà, contro ogni desiderabilità possibile, contro ogni aspirazione all’utopia.

Franco Celenza
Il falco pellegrino
Una fuga dalla libertà    
Puntacapo 2017
Pagg. 80 € 10,00