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domenica 12 novembre 2017

LA LOTTA NEL FANGO PER IL POTERE
di Franco Astengo


Per chi ha voglia di scrollarsi di botto 25 anni della propria vita si può consigliare la lettura dell’intervista rilasciata da Silvio Berlusconi al “Corriere della Sera” e pubblicata il 17 ottobre.
Si torna di botto al 1994, gli ingredienti ci sono tutti: “L’Italia è il paese che amo”, “La rivoluzione liberale”, “Meno tasse per tutti” (Totti nel frattempo ha smesso di giocare).
Un quadro rassicurante per casalinghe e pensionati aficionados di Rete 4 (dove non c’è più Emilio Fede) per una gestione del potere “en souplesse” con il ritorno di “cene eleganti” e ricevimenti a Villa Certosa.
Nel frattempo però la lotta per il potere, nella modernità, ha cambiato segno.
Ne scrive efficacemente Frederic Lordon : ”Il complotto degli anti – complottasti” (Le Monde diplomatique n.10 Ottobre 2017) dal quale ricaviamo questo passaggio: “La logica stessa del potere, la cui conquista e conservazione diventano immediatamente una questione di influenza decisa, porta strutturalmente le persone di potere a occupare alternativamente i due versanti del complotto talvolta autori, talaltra complottisti. In realtà il complotto è il loro elemento naturale: quando si affannano ad architettarne qualcuno per arrivare al potere, e quando, una volta arrivati, iniziano a vedere dappertutto complotti che potrebbero defenestrarli”.
Quanto c’è di descrizione della più recente vicenda politica italiana in queste poche righe? Verrebbe da rispondere quasi tutto. Il lamentato complotto per estromettere Berlusconi dalla presidenza del consiglio; le modalità di assunzione del governo da Letta a Renzi; il complotto traditore dei cosiddetti scissionisti del PD; le reazioni del M5S, e in particolare del suo candidato alla presidenza del consiglio, nelle frequenti occasioni di sesquipedale dabbenaggine dimostrata dagli amministratori pubblici eletti da questo movimento. La teoria del potere conseguito attraverso il complotto e il timore della perdita del potere attraverso un contro complotto appare essere l’elemento unificante in questa davvero di basso profilo triangolazione del potere: sarà su questa base che andremo a votare, con una legge elettorale evidentemente frutto di un complotto tra due dei soggetti componenti il triangolo.
Certo c’è poco da stare allegri nel presente, ma se queste saranno (come sono) le premesse metodologiche dello scontro politico in Italia c’è ancora da temere il peggio. E a sinistra?
A Sinistra, tra “chi soffre e spera” cresce la voglia di assistere da semplici spettatori a questo triangolare di “lotta nel fango” per il potere. In assenza di una strutturazione politica per una soggettività in grado di volgere in positivo le grandi contraddizioni sociali della nostra epoca offrendo un terreno di concreta lotta politica quotidiana per tanti non resterà altra scelta che sedersi sugli spalti. Sia ben chiaro che un qualche aggiustamento meramente elettoralistico provocherà un’ulteriore crisi di rigetto.