Una riflessione dello scrittore
Carmine Scavello
25 novembre: Giornata
Mondiale Contro la Violenza sulle Donne.
Al mondo ci
sono “uomini, ominicchi e quacquaracquà”:
chi fa violenza a una donna non è un uomo! Appartiene alle altre due categorie
di uomini imperfetti. Un vero Uomo ha una morale, l’orgoglio dell’appartenenza
al genere umano, il senso dell’onore e una spiccata riconoscenza del rispetto e
della dignità della Donna. Nemmeno le bestie conoscono la violenza gratuita;
quella che in apparenza sembra violenza su un altro essere vivente non è altro
che istinto di conservazione della specie. Alcuni uomini hanno avuto per
nascita e per dono celeste la fortuna di possedere l’uso della ragione, ma non
ne fanno buon uso. Si sentono vigorosi, a loro dire, di appartenere al sesso
forte e dimenticano che le leggi di civiltà riconoscono pari diritti e
opportunità tra uomini e donne.
Scellerati si abbandonano a gesti criticabili e condannabili di fare
cattivo uso di un potere che nessuno ha loro riconosciuto. La donna non è un
oggetto o una loro proprietà ed essi non possono disporne a loro piacimento; fa
parte a pieni titolo dell’umanità e condivide le stesse gioie e dolori degli
uomini. Questa giornata mondiale serve per dire basta a questa piaga e per dare
un taglio al silenzio. Vuole essere un momento per far prender coscienza alle
donne di non stare più zitte per vergogna, per paura, per quieto vivere e per
la speranza che prima o poi le cose si possano aggiustare e che il tempo
richiuda tutte le ferite. Il problema riguarda anche gli Uomini di buona
volontà per non lasciare da sole le donne a gestire le situazioni. Le comunità
devono farsi carico del problema cominciando a sensibilizzare la popolazione
partendo dalle scuole e dai luoghi di aggregazione. L’offesa anche a una
singola donna deve essere considerata un’offesa all’intera collettività; mi
verrebbe la voglia di dire, come uomo di strada, di riconoscere come persone
indesiderate e non degne di vivere in mezzo a noi coloro che si macchiano di
questi delitti indegni; possano essere visti come appestati e scacciati dalla
società come gli scomunicati di ieri e non come quelli di oggi. L’indifferenza,
applicata alla lettera, è peggio di una pugnalata; essere sputati addosso,
privati del saluto o considerati come dei sassi che si incontrano sul cammino è
una pena che nessuno uomo potrebbe sopportare. Sono stato cattivo, e pur non
usando la stessa violenza, colpisco la libertà e la dignità di quell’uomo, che
si macchia dell’infame delitto sulla violenza a una donna, di vivere libero in
mezzo a uomini liberi. Buona vita