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lunedì 27 novembre 2017

Una riflessione dello scrittore Carmine Scavello
25 novembre: Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne.



Al mondo ci sono “uomini, ominicchi e quacquaracquà”: chi fa violenza a una donna non è un uomo! Appartiene alle altre due categorie di uomini imperfetti. Un vero Uomo ha una morale, l’orgoglio dell’appartenenza al genere umano, il senso dell’onore e una spiccata riconoscenza del rispetto e della dignità della Donna. Nemmeno le bestie conoscono la violenza gratuita; quella che in apparenza sembra violenza su un altro essere vivente non è altro che istinto di conservazione della specie. Alcuni uomini hanno avuto per nascita e per dono celeste la fortuna di possedere l’uso della ragione, ma non ne fanno buon uso. Si sentono vigorosi, a loro dire, di appartenere al sesso forte e dimenticano che le leggi di civiltà riconoscono pari diritti e opportunità tra uomini e donne.  Scellerati si abbandonano a gesti criticabili e condannabili di fare cattivo uso di un potere che nessuno ha loro riconosciuto. La donna non è un oggetto o una loro proprietà ed essi non possono disporne a loro piacimento; fa parte a pieni titolo dell’umanità e condivide le stesse gioie e dolori degli uomini. Questa giornata mondiale serve per dire basta a questa piaga e per dare un taglio al silenzio. Vuole essere un momento per far prender coscienza alle donne di non stare più zitte per vergogna, per paura, per quieto vivere e per la speranza che prima o poi le cose si possano aggiustare e che il tempo richiuda tutte le ferite. Il problema riguarda anche gli Uomini di buona volontà per non lasciare da sole le donne a gestire le situazioni. Le comunità devono farsi carico del problema cominciando a sensibilizzare la popolazione partendo dalle scuole e dai luoghi di aggregazione. L’offesa anche a una singola donna deve essere considerata un’offesa all’intera collettività; mi verrebbe la voglia di dire, come uomo di strada, di riconoscere come persone indesiderate e non degne di vivere in mezzo a noi coloro che si macchiano di questi delitti indegni; possano essere visti come appestati e scacciati dalla società come gli scomunicati di ieri e non come quelli di oggi. L’indifferenza, applicata alla lettera, è peggio di una pugnalata; essere sputati addosso, privati del saluto o considerati come dei sassi che si incontrano sul cammino è una pena che nessuno uomo potrebbe sopportare. Sono stato cattivo, e pur non usando la stessa violenza, colpisco la libertà e la dignità di quell’uomo, che si macchia dell’infame delitto sulla violenza a una donna, di vivere libero in mezzo a uomini liberi. Buona vita