27 GENNAIO: NON SOLO MEMORIA
BASTA RAZZISIMI E FASCISMI
"Bay Bay", opera di Giuseppe Denti |
Il 27 Gennaio, 73 anni fa, avvenne la liberazione
di Auschwitz, il lager simbolo del peggiore dei crimini nazisti: la macchina di
morte chiamata "soluzione finale", Shoah, Porrajmos, Olocausto. Milioni
di persone furono deportate e sistematicamente sterminate, o perché ritenute di
“razza inferiore” - gli ebrei anzitutto, ma anche i rom e le popolazioni slave
- o perché lgbtq, disabili, oppositori politici, partecipanti alla Resistenza nei
vari Paesi, donne libere: tutti e tutte coloro che
erano scomodi ai disegni razzisti del regime nazifascista. A 73 anni di distanza e a 80 anni dalla promulgazione delle
infami leggi razziali da parte del regime fascista italiano, il 27 gennaio la
Giornata della Memoria deve essere di monito e di allarme per la diffusione
della xenofobia, la rilegittimazione delle tesi razziste nel discorso pubblico,
la persistenza dell’antisemitismo e la ricomparsa di intimidazioni e violenze
da parte di gruppi che si ispirano esplicitamente al nazifascismo. L’Europa, sempre più in difficoltà e
divisa di fronte alla crisi globale, è preda
di pericolose derive nazionaliste al suo interno. La perdita delle garanzie e
dei diritti sociali conquistati nel dopoguerra, le crescenti disuguaglianze
provocate dalle politiche liberiste e la precarizzazione del vivere quotidiano
alimentano rabbia e frustrazione. L’incapacità di una risposta positiva e
solidale lascia indisturbati quanti si sono arricchiti nella crisi e consegna
nuovi spazi alle consuete
dinamiche di individuazione di un capro espiatorio su cui far ricadere ogni
responsabilità della situazione presente. Questo ruolo è oggi assegnato ai
migranti, persone in fuga da miseria e
povertà, tratteggiate come sanguisughe del nostro sistema economico e
demonizzate sulla base di riemergenti pregiudizi razzisti. Pregiudizi che, in
Italia, si vanno ad abbattere anche sui tanti stranieri da sempre residenti nel
nostro Paese, cui si sceglie persino di negare la cittadinanza ed i diritti ad
essa connessi. Pregiudizi che si ripercuotono, allargando lo sguardo, sulle
politiche di frontiera europee, sempre più improntate alla costruzione di muri
per impedire la circolazione delle persone, e che sono alla base, negli Stati
Uniti di Trump di provvedimenti con il Muslim Ban e del ritorno del
suprematismo bianco.
Ricordare oggi l’infamia nazifascista significa non soltanto
rifiutarsi di dimenticare, ma anche e soprattutto essere consapevoli che mai
nulla è conquistato per sempre.
Non si tratta di proporre paragoni storicamente
insostenibili ma suonare un campanello di allarme per germi infausti che, se
non contrastati fermamente, rischiano di prospettare nuovi drammi per il vivere
comune. Significa contrastare i discorsi e le politiche
che oggi bollano il profugo e il migrante come “invasore”, che alzano muri e in
terra e in mare, che negano cittadinanza in base al colore della pelle.
Significa non guardare dall’altra parte di
fronte alla crescente violenza razzista e neofascista in Europa, che colpisce
soprattutto migranti, ma anche chi è considerato “diverso”, e che ha trovato
anche in Italia i suoi seguaci, dimostrando ancora una volta quali siano gli
effetti degli spazi concessi alle organizzazioni di estrema destra ormai
legittimati dai media e dalla politica.
Non possiamo e non vogliamo rivivere le tragedie
del passato. Per questo è necessario chiudere ogni spazio politico ai
nazifascisti: chiudere le loro sedi, non concedere loro spazi pubblici e
istituzionali, continuando a costruire mobilitazioni sociali e popolari, che
respingano la loro retorica razzista. Occorre agire prima che sia troppo tardi,
perché il fascismo non è un'opinione, è un crimine.
[Milano Antifascista, Antirazzista, Meticcia e Solidale]