“Abbasso la guerra” - Una
mostra in giro per l’Italia
Oltre 70 esposizioni, un successo espressione del diffuso rifiuto
della guerra
di Francesco
Pugliese
Una veduta della mostra |
Consegnati
ad Emergency e al Gruppo Missionario Merano i proventi del volume/catalogo
A Trento
l’anteprima nell’aprile 2013, quindi esposizioni in tante scuole, biblioteche,
teatri, musei, festival, piccoli e grandi centri e manifestazioni varie; spesso
arricchita con presentazioni di libri, dibattiti e incontri, conferenze,
teatro, film. Prodotto di lunghe ricerche, la Mostra illustra
con testi, immagini e documenti, il multiforme impegno, spontaneo e
organizzato, di persone, movimenti, associazioni contro la guerra e contro la
cultura della guerra. Una documentazione in gran parte inedita fa vivere, tra
emozione e ragione, le voci e le ragioni dei movimenti pacifisti italiani e
internazionali e dell’opposizione popolare alla guerra: “Abbasso la guerra. Persone e movimenti per la pace dall’800 ad oggi”. Scene
di moltitudini, eroi solitari e profeti inascoltati, tra utopia e realismo:
fuori la guerra dalla storia. L’unica speranza per l’umanità. Il progetto mira “a sostenere la memoria storica
dell’opposizione e degli oppositori agli armamenti e alla guerra (“pazzia
bestialissima”, Leonardo); a sensibilizzare sui temi della pace e della
educazione alla pace, per un sapere e una scuola di pace; a propugnare culture,
coscienze e pratiche pacifiche e nonviolente a tutti i livelli e per un
rinnovato impegno di massa per il disarmo; a difendere il ripudio della guerra
scolpito nell’art. 11 della Costituzione italiana e sulla Carta delle Nazioni
Unite; e a ricordare le finalità di pace del processo di costruzione europea
nel centenario della “inutile strage”, proprio quando folate di nazionalismo e smarrimenti
delle finalità originarie percorrono preoccupanti il vecchio continente. E
quando il sogno dell’Onu di “salvare le future generazioni dal flagello della
guerra” attraversa uno dei suoi momenti più critici”.
È stata ideata per il centenario della
I guerra mondiale, del 70° anniversario della Liberazione, del 70° anniversario
di Hiroshima e Nagasaki, dell’Onu e nel 60° anniversario dell’Appello
Einstein-Russell: “Ricordate la vostra umanità e dimenticate tutto il
resto…Questo dunque è il problema che vi presentiamo, netto, terribile e
inevitabile: dobbiamo porre fine alla razza umana oppure l’umanità dovrà
rinunciare alla guerra?...”. (Londra, 9 luglio 1955).
“Una mostra
importante perché restituisce ‘dignità’ al movimento pacifista e alle sfide che
questo ha posto e affrontato negli ultimi 150 anni, perché racconta una storia
in cui in tanti e tante cittadini s riconoscono, perché pone sul tavolo molte
questioni ancora aperte legate al disarmo, alla nonviolenza, alla prevenzione
dei conflitti…”
(Francesco Penzo, Venezia, personeperlapace.blogspot.it)
“La guerra è follia” ha gridato Papa Francesco a
Redipuglia. Follia che dilaga nel mondo e produce stragi e orrore, miseria e
profughi. Cancella i diritti umani. Costa il 13,4% del Pil mondiale (Iep).
Brucia l’ambiente e accresce le diseguaglianze. Follia alimentata
dall’industria e dal commercio di armi, sempre più floridi (più 8,6 % nel
2016). Una nuova pazzesca corsa al riarmo è in corso. “Le spese mondiali
militari nel 2015 sono arrivate a 1.700 miliardi dollari” (Sipri): 3,4 milioni
di dollari ogni minuto, circa 5 miliardi al giorno. L’Italia ne spende 80
milioni al giorno. L’incubo atomico angoscia l’umanità, si investono somme
ingenti per costruire e mantenere arsenali atomici che già potrebbero
distruggere la Terra 25 volte. E 800 milioni di esseri umani soffrono la fame,
24 mila bambini muoiono ogni giorno di fame e di sete (Caritas I.); oltre un
miliardo di persone vivono con appena un dollaro al giorno. Più che mai è il
tempo di rinforzare il rifiuto della guerra, come è avvenuto dopo la seconda
guerra mondiale. E’ tempo di rivendicare il diritto alla pace e il diritto alla
vita. Scegliere con scienza e coscienza gli strumenti della pace, inventarne di
nuovi.
C’è bisogno di nuove ondate di mobilitazioni popolari contro il mostro
bellico, di nuova coerente lotta per la pace; dell’impegno di ognuno perché
ognuno può fare qualcosa. La pace conviene. La Mostra ha ricevuto l’alto
patrocinio del Parlamento europeo e quello della Biblioteca Nazionale Centrale
di Firenze; ha l’adesione della Fondazione Museo Storico e del Forum Pace del
Trentino, e di vari altri enti, associazioni, Regioni, Comuni, scuole. Si
compone di 24 pannelli di cm. 70x100; ha struttura e contenuti divulgativi ed è
rivolta in particolare alle scuole. Tra le altre si annotano le esposizioni
alla Campana dei Caduti di Rovereto; al Centro di Documentazione di Luserna; a
Brescia, a Verona (Museo Africano); Bologna, Venezia, Chioggia, Roma (Casa
della Memoria), Milano (Biblioteca Sormani e centro Foppette); a Sulmona, a
Ferrara (Museo del Risorgimento); a Livo (Tn) per i 50 anni di sacerdozio di
padre Alex Zanotelli; al Festival Tra le
rocce e il cielo di Vallarsa (Tn); al Festival
del Diritto di Piacenza; in Valsusa (Torino); al convegno dell’Istituto
Luce/Cinecittà Anni di pace-anni di
guerra del febbraio 2015 presso il Vittoriano a Roma; in varie scuole di
Monza, a Novi di Modena, al Festival del
Libro di Cerignola, al convegno nazionale La guerra è follia di Monteleone di Puglia del dicembre 2015. Alla
Casa per la pace di Vicenza in marzo e aprile 2017; fino al settembre 2017 è
esposta presso la Fondazione Carigo di Gorizia, quindi al Liceo Petrarca di
Trieste in ottobre e novembre; seguiranno poi esposizioni a Faenza,
Firenze, Napoli, Torino.
Nell’ultimo pannello della Mostra le parole
dell’Unesco: “Poiché le guerre nascono
nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che devono essere
costruite le difese della pace”, parole riportate sul marmo davanti ad una
scuola di Pienza, in Toscana.
“Tanto
bella che dovrebbe essere permanente” ha scritto una visitatrice a Bologna.
Durante
le esposizioni è diffuso il libro/catalogo omonimo (“bellissimo, un vero tesoro
per ognuno che si interessa alla storia del pacifismo…” Werner Wintersteiner,
Università di Klagenfurt); i cui proventi sono stati consegnati dall’autore ad
Emergency (3 mila euro) e al Gruppo Missionario Merano (3 mila euro) per la
realizzazione di un pozzo per acqua potabile in Africa. Un grazie a quanti
hanno contribuito.