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martedì 6 febbraio 2018

Libera divagazione sulla Giornata Nazionale
 contro lo Spreco Alimentare
di Carmine Scavello

Fame
Cari amici lettori,
vi ricordo che oggi è la Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare istituita dalla legge n° 166 del 19 agosto 2016. Il legislatore ha avuto come finalità la riduzione degli sprechi dei prodotti alimentari in tutte le fasi ad essi connessi che vanno dalla produzione, alla trasformazione delle materie prime, alla distribuzione e alla somministrazione. Il cibo costa tempo e denaro comperarlo e cucinarlo; sprecarlo è un vero peccato, sapendo che c’è gente povera che non può permettersi i pasti giornalieri. Si acquista cibo più del necessario, così si rischia di non consumarlo tutto entro la scadenza segnata sulle confezioni. So che in tante famiglie si preparano pietanze diverse per accontentare tutti i familiari; c’è chi ha gusti difficili; c’è chi fa diete particolari; c’è chi ha problemi di digestione; c’è chi soffre di allergie; c’è chi, come i bambini, rifiuta il cibo solo per l’aspetto visivo. In questi casi, povera donna che dovrà tribolare per accontentare tutti! Da statistiche fatte dalla Coldiretti risulta che un quarto del cibo preparato rimane nel piatto e finisce così nella raccolta differenziata dell’umido. Non ci sono più i tempi quando la minestra era uguale per tutti. Mai come allora era attuale il detto: o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra! Quando non si ha scelta, si fa di necessità virtù e si tura il naso. Lasciatemi dire, e non mi vergogno a dirlo, che la pasta avanzata la sera al mattino aveva un sapore migliore. Ditemi pure che era fame e potrei pure condividerlo; però provare per credere nessuno l’ha mai smentito. Mi hanno sempre insegnato che bisogna alzarsi dalla tavola non completamente sazi; solitamente mangiamo più del necessario. Le cuoche di casa non sono abituate a preparare le giuste porzioni e abbondano un pochino sulla quantità, pensando che qualcuno farebbe il bis; poi, quel di più rimane nei piatti o nelle stoviglie. E pensare che animali domestici attuali non sono abituati a mangiare gli avanzi di cibo; un tempo quegli animali facevano festa quando avanzava qualcosa nel piatto dei padroni. Non intendo dare consigli a nessuno perché anch’io non sono senza peccato; posso dire però con certezza che il giorno dopo consumo il pasto avanzato il giorno prima. Credetemi non ho più visto nessuno dai tempi della mia giovinezza baciare il pane prima di buttarlo nella pattumiera; a quel tempo era un’offesa grave al lavoro dell’uomo. Forse nessuno mi crederà se dicessi che le ragazze litigavano a mangiare il pane con la muffa; le mamme le avevano convinte che facesse crescere i capelli lunghi e lucenti. Beata innocenza! Era una bugia ingenua a fin di bene. Chiamatela pure esagerazione; io dico che era rispetto al pane e alla fatica che occorreva a produrre il grano.