STEFANIA
ROMITO
CONVERSA CON ANGELO GACCIONE
CONVERSA CON ANGELO GACCIONE
Stefania Romito |
Angelo Gaccione. Il sottotitolo di
questa raccolta recita: “Fiabe per
ragazzi, ma che faranno bene anche agli adulti”; questa specificazione per
significare che dentro queste 21 storie c’è materia densa e che i temi messi a
fuoco invitano a riflettere. Il filo rosso che le lega è una forte istanza
morale unita a una visione critica che sollecita a tenere desta l’intelligenza.
S. R. In queste fiabe
affronti differenti tematiche: la tematica sentimentale (come in “Emily” e in “L’abbraccio”),
la tematica dell’invidia (“L’orologio di Mastro Hanus” o nel racconto
“Menzogne”) e anche tematiche sociali come in “Sabino in città”. Che ruolo
gioca l’ironia in questi tuoi racconti?
A. G. Come hai ben
evidenziato, le tematiche sono tante: la guerra, il potere, la menzogna,
l’altruismo, e così via, dunque il discorso serio e doloroso è preminente. Tuttavia
le vicende grottesche di “Sabino in città”, “Cacabbù” o “Effetti della tibbù”,
sono cariche di ironia, magari di un’ironia amara, ma è pur sempre ironia.
Direi che l’ironia riveste un ruolo centrale come critica radicale a questo
mondo che diviene, ahimè, sempre più disumano.
S. R. Un’altra caratteristica
è l’introduzione dell’elemento fantasy, come in ogni favola che si rispetti, ma
che nel tuo caso si va a fondere “magicamente” con l’elemento reale. Magia,
ironia, realtà, fantasia ma anche un rigoroso sguardo etico sul mondo. Un saldo
punto di riferimento dal quale non si deve mai prescindere per non smarrirsi
nella nebbia della “leggerezza” e del “relativismo” che contraddistinguono la
nostra contemporaneità.
A. G. Hai colto a fondo gli
aspetti centrali di questo libro. Io parto quasi sempre da un dato reale che
poi si rovescia, magicamente, come
dici tu, in un esito fantastico: come nel caso di “Emily”, ad esempio. È
importante che i giovani lettori non perdano di vista la realtà, anche se essa può
mostrarsi spietata; affrontarla senza fughe consolatorie aiuta a crescere e a
maturare. Io credo che i ragazzi capiscano il senso degli argomenti che queste
fiabe propongono, li ritengo più maturi e svegli di quanto si creda. Desideravo
pubblicare un libro come questo in età matura, in età tarda. Forse sono poco canoniche come fiabe e non molto
rassicuranti, ma non credo che da me ci si aspettasse fiabe zuccherose o
paludate.