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sabato 7 aprile 2018

Interviste
STEFANIA ROMITO 
CONVERSA CON ANGELO GACCIONE

Stefania Romito

 Stefania Romito. Tu sei autore di testi di grande interesse tra cui “La signorina volentieri”, una raccolta di racconti che rappresenta uno spaccato della società degli ultimi anni. Hai anche curato un importante epistolario di Carlo Cassola sul disarmo mentre in veste di drammaturgo hai scritto suggestivi testi teatrali che hai pubblicato nel volume “Ostaggi a teatro”, di cui fa parte anche la “Porta del Sangue” dedicato alla strage dei Valdesi in Calabria nel XVI secolo. Di recente hai dato alle stampe una raccolta di fiabe dal titolo L’orologio di mastro Hanus. Qual è il fil rouge di queste 21 fiabe per ragazzi?

Angelo Gaccione. Il sottotitolo di questa raccolta recita: “Fiabe per ragazzi, ma che faranno bene anche agli adulti”; questa specificazione per significare che dentro queste 21 storie c’è materia densa e che i temi messi a fuoco invitano a riflettere. Il filo rosso che le lega è una forte istanza morale unita a una visione critica che sollecita a tenere desta l’intelligenza.

S. R. In queste fiabe affronti differenti tematiche: la tematica sentimentale (come in “Emily” e in “L’abbraccio”), la tematica dell’invidia (“L’orologio di Mastro Hanus” o nel racconto “Menzogne”) e anche tematiche sociali come in “Sabino in città”. Che ruolo gioca l’ironia in questi tuoi racconti?

A. G. Come hai ben evidenziato, le tematiche sono tante: la guerra, il potere, la menzogna, l’altruismo, e così via, dunque il discorso serio e doloroso è preminente. Tuttavia le vicende grottesche di “Sabino in città”, “Cacabbù” o “Effetti della tibbù”, sono cariche di ironia, magari di un’ironia amara, ma è pur sempre ironia. Direi che l’ironia riveste un ruolo centrale come critica radicale a questo mondo che diviene, ahimè, sempre più disumano.

 
La copertina del libro
S. R. Un’altra caratteristica è l’introduzione dell’elemento fantasy, come in ogni favola che si rispetti, ma che nel tuo caso si va a fondere “magicamente” con l’elemento reale. Magia, ironia, realtà, fantasia ma anche un rigoroso sguardo etico sul mondo. Un saldo punto di riferimento dal quale non si deve mai prescindere per non smarrirsi nella nebbia della “leggerezza” e del “relativismo” che contraddistinguono la nostra contemporaneità.

A. G. Hai colto a fondo gli aspetti centrali di questo libro. Io parto quasi sempre da un dato reale che poi si rovescia, magicamente, come dici tu, in un esito fantastico: come nel caso di “Emily”, ad esempio. È importante che i giovani lettori non perdano di vista la realtà, anche se essa può mostrarsi spietata; affrontarla senza fughe consolatorie aiuta a crescere e a maturare. Io credo che i ragazzi capiscano il senso degli argomenti che queste fiabe propongono, li ritengo più maturi e svegli di quanto si creda. Desideravo pubblicare un libro come questo in età matura, in età tarda. Forse sono poco canoniche come fiabe e non molto rassicuranti, ma non credo che da me ci si aspettasse fiabe zuccherose o paludate.