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giovedì 12 aprile 2018


L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA  


L’annunciato attacco missilistico Usa alla Siria rischia di far esplodere nel Mediterraneo un conflitto dagli esiti imprevedibili. La Repubblica Araba Siriana, Stato sovrano membro delle Nazioni Unite, è soggetta dal 2011 a una guerra di aggressione. Essa viene condotta dagli Stati Uniti e dalle altre potenze della Nato, da Israele e dalle monarchie del Golfo. Per anni, attraverso una rete internazionale organizzata dalla Cia, sono state finanziate e armate organizzazioni terroriste, compreso l’Isis, per demolire dall’interno lo Stato siriano, come già fatto con quello libico. Il piano però è fallito in seguito all’intervento militare russo a sostegno della Repubblica Araba Siriana. Quale pretesto dell’annunciato attacco missilistico, Washington accusa senza alcuna prova il governo siriano di aver usato armi chimiche, ignorando il fatto che la Siria ha completato nel 2014 il disarmo chimico sotto controllo internazionale. Vi sono invece prove che il Pentagono ha fornito tramite contractor armi chimiche e relativo addestramento a gruppi terroristi in Siria.
Ogni volta che gli Usa vogliono aggredire un paese, costruiscono una falsa accusa per attaccarlo: ad esempio, nel 1964 inscenarono l’«incidente del Golfo del Tonchino» (rivelatosi poi falso) per bombardare il Nord Vietnam; nel 2003 accusarono l’Iraq di possedere «armi di distruzione di massa» (rivelatesi poi inesistenti) per attaccare e invadere il paese. L’annunciato attacco missilistico Usa alla Siria è in realtà una sorta di dichiarazione di guerra alla Russia, fatta dal presidente Trump via Twitter: «La Russia si prepari, i nostri missili stanno arrivando, belli, nuovi e 'intelligenti'!». La risposta di Mosca è stata pacata, ma allo stesso tempo decisa: ha avvertito che le forze russe in Siria abbatteranno i missili. Si crea un tal modo il più grave stato di tensione dalla fine della guerra fredda ad oggi.
In questa nuova e ancora più pericolosa fase della escalation Usa/Nato contro la Russia, l’Italia è in prima fila. Le navi da guerra che si preparano ad attaccare la Siria dipendono dal Comando delle forze navali Usa in Europa, il cui quartier generale è a Napoli/Capodichino. Il Comando è agli ordini dell’ammiraglio che comanda allo stesso tempo la Forza congiunta Nato con quartier generale a Lago Patria (Napoli). L’operazione bellica è appoggiata dalla base aeronavale Usa di Sigonella e dalla stazione Usa di Niscemi del sistema Muos di trasmissioni navali. L’Italia deve assolutamente sganciarsi da questa strategia di guerra, che viola  la nostra Costituzione,  in particolare il principio stabilito dall’Articolo 11: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
La presenza sul nostro territorio nazionale di comandi e basi militari statunitensi e l’appartenenza alla Nato sotto comando Usa privano la Repubblica Italiana della capacità di effettuare scelte autonome di politica estera e militare, decise democraticamente sulla base dei principi costituzionali.
Lanciamo di nuovo l’appello a lottare per un’Italia sovrana e neutrale.
Comitato No Guerra No Nato