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martedì 22 maggio 2018


Politica e rottamazione
di Franco Toscani

Rottamare, in senso proprio, significa demolire autoveicoli o macchinari fuori uso. E' possibile riutilizzare i rottami dei macchinari come materiale metallico. I pezzi e gli accessori delle macchine ancora funzionanti possono essere riutilizzati come parti di ricambio. I rottami sono pezzi di oggetti e prodotti rotti, macchine o veicoli fuori uso e inservibili per gravi rotture e difetti di funzionamento. Le automobili diventano prima o poi rottami. Figurativamente, si riducono a "rottami" le persone sfinite, spesso anziani mal ridotti e depressi. Nel linguaggio del rampantismo politico odierno, per rottamazione s'intende estensivamente l'operazione di emarginare i dirigenti politici vecchi o da tempo in campo e di sostituirli con i nuovi, all'insegna del "nuovismo" più spinto e sbandierato. Politicamente, un "rottame" è colui che non ha più nulla da dire e da dare alla comunità. Questo è il linguaggio politico dell'attuale nuovismo-arrivismo neobarbarico, che invita al disprezzo e all'irrisione dell'avversario, in nome del mito e, anzi, della favola del "nuovo" a tutti i costi. Ora, tale esasperato "nuovismo", ben lungi dal costituire un vero rinnovamento e invito al cambiamento, nasconde molto spesso, nell'agone politico, soltanto la propria protervia e arroganza di potere.
Esso afferma continuamente di introdurre una ventata di freschezza politica, ma cela solo il proprio nulla, la propria efferatezza e improntitudine. A tale bullesca sfacciataggine è lecito opporre, molto semplicemente, che si rottamano le cose, non le persone. Come si sa, le parole sono pietre, possono ferire e umiliare, vanno meditate e scelte - se possibile - con cura. Non si calpestano così vilmente e gratuitamente, da gradassi, le storie, le esperienze, le culture e i vissuti politici degli esseri umani. Accade poi che anche i velleitari e pittoreschi "rottamatori" vengano "rottamati", ma nel frattempo molti danni e sfracelli possono essere compiuti.
Il fatto stesso che questo linguaggio e questa retorica della "rottamazione" siano stati a lungo acriticamente accettati è poi di per sé molto grave, è un segno, fra gli altri, non solo della volgarità e pochezza di certa politica rampante, ma di come essa possa attecchire piuttosto facilmente. Contrastare questa deriva anche sul piano linguistico, etico, culturale e antropologico è un dovere umano e politico di ciascuno, significa coniugare la libertà alla responsabilità e contribuire, a partire dall'attenzione ai rapporti umani e agli usi linguistici della vita quotidiana, a una convivenza più civile.