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domenica 23 dicembre 2018

Degrado
NIHIL (O QUASI) SUB SOLE NOVUM:
MA ULTERIORE DEGRADO DELLA DEMOCRAZIA
di Franco Astengo



Prescindendo da una valutazione sui contenuti della manovra economica 2019 (pessimi) e allo scopo soltanto di rinfrescare la memoria si ricordano di seguito le modalità di approvazione del provvedimento negli ultimi anni. Lo scenario, quest’anno particolarmente inquietante, si presenta però da molti anni analogo: voto di fiducia, maxi-emendamento e tutto il resto. Questa sommaria ricostruzione serve soltanto a dimostrare come il ruolo del Parlamento sia ormai da molti anni messo in discussione e le Camere considerate soltanto la sede di ratifica di decisioni prese in altra sede.
E’ la prosecuzione della linea del “decisionismo”, della “vocazione maggioritaria”, dei tentativi presidenzialisti ma arrivati in porto ma che hanno inquinato la correttezza del rapporto tra Governo e Parlamento, così come questo era stato delineato dalla Costituzione (poi ci sarebbe il tema dei regolamenti parlamentari che dovrebbe essere affrontato con serietà).
Il primo punto all’ordine del giorno di chi intendesse ribadire la centralità della Costituzione Repubblicana nel nostro ordinamento dovrebbe essere rappresentato dal ristabilimento delle piene funzioni del Parlamento. La responsabilità di questa profonda deviazione è di attribuzione molteplice: dalla bicamerale 1997, al referendum fallito dal centro destra nel 2006, all’analoga operazione fallita clamorosamente dal PD nel 2016, all’idea del superamento del parlamentarismo attraverso il web propugnata dal movimento 5 stelle, all’autoritarismo con punte di sapore nostalgico messe in campo dalla Lega dopo aver abbandonato il Nord considerato come appendice. L’opposizione dovrebbe ripartire da valutazioni di questo tipo che del resto sorressero proprio il “NO” al referendum 2016 da parte di settori consistenti di elettrici ed elettori di sinistra e conseguentemente democratici, al di fuori dalle strumentalizzazioni politiciste che pure in quell’occasione si sommarono. A quelle elettrici e a quegli elettori non fu data risposta in termini politici e adesso ci ritroviamo in una situazione che, dal punto di vista della qualità della democrazia, non possiamo che giudicare come ulteriormente degradata.

2019 CONTESTATA FIDUCIA AL SENATO

22 DICEMBRE 2018: Una giornata lunghissima con colpi di scena e furiose polemiche. Poco dopo le 2,30 del mattino il Senato conferma la fiducia al Governo sulla Manovra economica.
I voti a favore sono stati 167, 78 i contrari, 3 gli astenuti, tra cui il senatore a vita Mario Monti e il parlamentare pentastellato Gregorio De Falco, ex ufficiale di Marina diventato celebre nella vicenda del naufragio della Costa Concordia. Il Pd, nel corso delle dichiarazioni di voto, aveva annunciato un ricorso alla Corte Costituzionale. Il testo approvato al Senato torna alla Camera.

2018 FIDUCIA
Nella seduta del 23 dicembre 2017 il Senato ha approvato definitivamente la Legge di Bilancio 2018 contenente il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 non ancora pubblicato.)
Con 140 sì e 97 no, l'Aula ha rinnovato la fiducia al Governo, che aveva posto la questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo 1 del testo trasmesso dalla Camera.



2017 FIDUCIA CONTESTATA DALLE OPPOSIZIONI
La decisione del governo di porre la fiducia è stata invece duramente contestata dalle opposizioni. Solo il Movimento Cinque Stelle era disposto a evitare le barricate. La capogruppo di Sinistra italiana Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato ha attaccato in particolare «l’assurda e ingiustificata decisione di imporre la fiducia», scelta « in linea con tutta la politica del governo: truffaldina sin dalla manovra con cui Renzi è arrivato a Palazzo Chigi, cinica e del tutto disinteressata ai problemi e alle sofferenze reali del popolo italiano». A spiegare il no del M5S è stato Luigi Gaetti, che ha puntato l'indice sull’«arroganza della ministra Boschi» venuta in Aula a chiedere la fiducia. Paolo Romani ha spiegato che il giudizio di Forza Italia «non può che essere di netto dissenso per metodo e contenuti della legge» di bilancio e ha sottolineato che «il popolo ha detto no a un governo ricco di diapositiva e povero di idee».

2016 FIDUCIA TECNICA
La prima legge di Bilancio, valida per il triennio 2017-2019 e chiamata a sostituire da quest’anno la legge di Stabilità, può vantare più di un record: il più rapido iter parlamentare di approvazione (discussione effettiva sul testo in soli 10 giorni); un via libera con una “fiducia tecnica” con esame “monocamerale”, solo quello della Camera. Il Senato, ieri, si è limitato a ratificare il testo licenziato da Montecitorio prima del referendum costituzionale. Un passaggio che ha regalato al Governo Renzi dimissionario la sua ultima fiducia, con 173 voti favorevoli e 108 contrari, seguita dal «sì» definitivo sull’intero provvedimento (tabelle incluse) con una maggioranza che si è ridotta a 166 voti inclusi quelli dei 13 senatori “verdiniani” contro 70 no e un astenuto.

2015 FIDUCIA DOPO ESTENUANTE MARATONA
Il governo ha incassato la fiducia al termine di una lunga maratona notturna: il maxiemendamento alla legge di Stabilità ottiene poco prima delle cinque di mattina il via libera del Senato con 162 sì e 37 no. La discussione è stata estenuante e si è protratta ben oltre il termine inizialmente previsto (le 2): il Senato ha ora incardinato in aula la riforma elettorale, la cui discussione generale inizierà mercoledì 7 gennaio, decisione che è stata presa dopo l'approvazione della legge di stabilità.
La discussione è stata tesa e febbrile: M5S ha chiesto il rinvio in commissione del provvedimento e alla fine non ha partecipato al voto protestando contro la maggioranza e i banchi del governo, mentre Forza Italia ha abbandonato l’aula.



2014 FIDUCIA E MAXI EMENDAMENTO
Ieri sera il Senato, con 171 voti favorevoli, 135 contrari e nessun astenuto, il Senato ha votato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento interamente sostitutivo del disegno di legge di stabilità n. 1120 AS.
Il voto contrario di Forza Italia ha ufficializzato la creazione di una nuova maggioranza parlamentare.
Il giorno prima non si saranno finiti in tempo utile i lavori della Commissione bilancio, per cui in Aula erano approdati per l’esame il ddl n. 1120 (legge di stabilità 2014) e il ddl n. 1121 (bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016) nel testo originario e senza relazione della Commissione Bilancio.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Franceschini ha quindi depositato il maxi-emendamento 1.900, interamente sostitutivo del ddl di stabilità, sul quale ha posto la questione di fiducia al fine di accelerare l’esame della manovra e di verificare la maggioranza di Governo. Il maxi-emendamento comprende le proposte approvate in Commissione e gli emendamenti non posti in votazione dei relatori e del Governo.