NIHIL (O
QUASI) SUB SOLE NOVUM:
MA ULTERIORE
DEGRADO DELLA DEMOCRAZIA
di Franco Astengo
Prescindendo da una
valutazione sui contenuti della manovra economica 2019 (pessimi) e allo scopo
soltanto di rinfrescare la memoria si ricordano di seguito le modalità di
approvazione del provvedimento negli ultimi anni. Lo scenario, quest’anno
particolarmente inquietante, si presenta però da molti anni analogo: voto di
fiducia, maxi-emendamento e tutto il resto. Questa sommaria ricostruzione serve
soltanto a dimostrare come il ruolo del Parlamento sia ormai da molti anni
messo in discussione e le Camere considerate soltanto la sede di ratifica di
decisioni prese in altra sede.
E’
la prosecuzione della linea del “decisionismo”, della “vocazione
maggioritaria”, dei tentativi presidenzialisti ma arrivati in porto ma che
hanno inquinato la correttezza del rapporto tra Governo e Parlamento, così come
questo era stato delineato dalla Costituzione (poi ci sarebbe il tema dei
regolamenti parlamentari che dovrebbe essere affrontato con serietà).
Il
primo punto all’ordine del giorno di chi intendesse ribadire la centralità
della Costituzione Repubblicana nel nostro ordinamento dovrebbe essere
rappresentato dal ristabilimento delle piene funzioni del Parlamento. La
responsabilità di questa profonda deviazione è di attribuzione molteplice:
dalla bicamerale 1997, al referendum fallito dal centro destra nel 2006,
all’analoga operazione fallita clamorosamente dal PD nel 2016, all’idea del
superamento del parlamentarismo attraverso il web propugnata dal movimento 5
stelle, all’autoritarismo con punte di sapore nostalgico messe in campo dalla
Lega dopo aver abbandonato il Nord considerato come appendice. L’opposizione
dovrebbe ripartire da valutazioni di questo tipo che del resto sorressero
proprio il “NO” al referendum 2016 da parte di settori consistenti di elettrici
ed elettori di sinistra e conseguentemente democratici, al di fuori dalle
strumentalizzazioni politiciste che pure in quell’occasione si sommarono. A
quelle elettrici e a quegli elettori non fu data risposta in termini politici e
adesso ci ritroviamo in una situazione che, dal punto di vista della qualità
della democrazia, non possiamo che giudicare come ulteriormente degradata.
2019 CONTESTATA FIDUCIA
AL SENATO
22 DICEMBRE 2018: Una giornata
lunghissima con colpi di scena e furiose polemiche. Poco dopo le 2,30 del
mattino il Senato conferma la fiducia al Governo sulla Manovra economica.
I
voti a favore sono stati 167, 78 i contrari, 3 gli astenuti, tra cui il
senatore a vita Mario Monti e il parlamentare pentastellato Gregorio De Falco,
ex ufficiale di Marina diventato celebre nella vicenda del naufragio della
Costa Concordia. Il Pd, nel corso delle dichiarazioni di voto, aveva annunciato
un ricorso alla Corte Costituzionale. Il testo approvato al Senato torna alla
Camera.
2018 FIDUCIA
Nella
seduta del 23 dicembre 2017 il Senato ha approvato definitivamente la Legge di
Bilancio 2018 contenente il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno
finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020 non ancora
pubblicato.)
Con
140 sì e 97 no, l'Aula ha rinnovato la fiducia al Governo, che aveva posto la
questione di fiducia sull'approvazione dell'articolo 1 del testo trasmesso
dalla Camera.
2017 FIDUCIA CONTESTATA
DALLE OPPOSIZIONI
La
decisione del governo di porre la fiducia è stata invece duramente contestata
dalle opposizioni. Solo il Movimento Cinque Stelle era disposto a evitare le
barricate. La capogruppo di Sinistra italiana Loredana De Petris, presidente
del Gruppo Misto al Senato ha attaccato in particolare «l’assurda e
ingiustificata decisione di imporre la fiducia», scelta « in linea con tutta la
politica del governo: truffaldina sin dalla manovra con cui Renzi è arrivato a
Palazzo Chigi, cinica e del tutto disinteressata ai problemi e alle sofferenze
reali del popolo italiano». A spiegare il no del M5S è stato Luigi Gaetti, che
ha puntato l'indice sull’«arroganza della ministra Boschi» venuta in Aula a
chiedere la fiducia. Paolo Romani ha spiegato che il giudizio di Forza Italia
«non può che essere di netto dissenso per metodo e contenuti della legge» di
bilancio e ha sottolineato che «il popolo ha detto no a un governo ricco di
diapositiva e povero di idee».
2016 FIDUCIA TECNICA
La
prima legge di Bilancio, valida per il triennio 2017-2019 e chiamata a
sostituire da quest’anno la legge di Stabilità, può vantare più di un record:
il più rapido iter parlamentare di approvazione (discussione effettiva sul
testo in soli 10 giorni); un via libera con una “fiducia tecnica” con esame
“monocamerale”, solo quello della Camera. Il Senato, ieri, si è limitato a
ratificare il testo licenziato da Montecitorio prima del referendum
costituzionale. Un passaggio che ha regalato al Governo Renzi dimissionario la
sua ultima fiducia, con 173 voti favorevoli e 108 contrari, seguita dal «sì»
definitivo sull’intero provvedimento (tabelle incluse) con una maggioranza che
si è ridotta a 166 voti inclusi quelli dei 13 senatori “verdiniani” contro 70
no e un astenuto.
2015 FIDUCIA DOPO
ESTENUANTE MARATONA
Il
governo ha incassato la fiducia al termine di una lunga maratona notturna: il
maxiemendamento alla legge di Stabilità ottiene poco prima delle cinque di
mattina il via libera del Senato con 162 sì e 37 no. La discussione è stata
estenuante e si è protratta ben oltre il termine inizialmente previsto (le 2):
il Senato ha ora incardinato in aula la riforma elettorale, la cui discussione
generale inizierà mercoledì 7 gennaio, decisione che è stata presa dopo
l'approvazione della legge di stabilità.
La
discussione è stata tesa e febbrile: M5S ha chiesto il rinvio in commissione del
provvedimento e alla fine non ha partecipato al voto protestando contro la
maggioranza e i banchi del governo, mentre Forza Italia ha abbandonato l’aula.
2014 FIDUCIA E MAXI
EMENDAMENTO
Ieri
sera il Senato, con 171 voti favorevoli, 135 contrari e nessun astenuto, il
Senato ha votato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento
interamente sostitutivo del disegno di legge di stabilità n. 1120 AS.
Il
voto contrario di Forza Italia ha ufficializzato la creazione di una nuova
maggioranza parlamentare.
Il
giorno prima non si saranno finiti in tempo utile i lavori della Commissione
bilancio, per cui in Aula erano approdati per l’esame il ddl n. 1120 (legge di
stabilità 2014) e il ddl n. 1121 (bilancio di previsione dello Stato per l’anno
finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016) nel testo
originario e senza relazione della Commissione Bilancio.
Il
Ministro per i rapporti con il Parlamento Franceschini ha quindi depositato il
maxi-emendamento 1.900, interamente sostitutivo del ddl di stabilità, sul quale
ha posto la questione di fiducia al fine di accelerare l’esame della manovra e
di verificare la maggioranza di Governo. Il maxi-emendamento comprende le
proposte approvate in Commissione e gli emendamenti non posti in votazione dei
relatori e del Governo.