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martedì 18 dicembre 2018

“Flowing away” di Chiara Moretto
di Stefano Tomei

Dai racconti di BookCity 2018.
I 4 racconti sono nella rubrica “Gutenberg” di questo giornale.


Come si rappresenta un concetto astratto? Che forma ha la libertà, che colore ha l’amore?
Generazioni di artisti hanno provato a rendere concreti concetti immateriali, per dare una forma visibile a ciò che, per sua natura, esiste solo nella mente di ognuno. Chiara Moretto, designer e fotografa, ma anche poetessa e soprattutto artista, realizza così i suoi lavori: portando su tela il proprio immaginario, dipingendo con veemenza e velocità ciò che sente
nell’animo. Nella sua ultima serie di opere, “Flowing away”, Moretto si ispira a quattro racconti presentati durante BookCity Milano 2018 (C. Vergati, F. Caleffi, A. Gaccione, G. Galzio), trasportando in materia viva e pulsante la propria interpretazione.
Ogni testo genera un’idea che si traduce in immagine e si concretizza con due soli elementi: forma e colore. Nessun naturalismo, non sono immagini didascaliche o semplici illustrazioni: la Moretto si spinge oltre rispetto al rappresentare il racconto di un altro, offrendo piuttosto una personale visione del testo con delle impressioni veloci, dei flash che permettono ai lettori di ampliare la visione del brano, allargandola ad altri campi sensoriali. Si tratta di quattro tele dipinte ad acrilico, tranne una a tecnica mista, realizzate di getto dopo la lettura. Se la Poesia di Moretto richiede un lungo lavoro di labor limae per raggiungere la compiutezza, nella sua Pittura invece l’immagine si realizza da sola, istintivamente, come nella mente così sulla tela.

Kayak
(Ispirato al racconto di Gabriella Galzio)

Tartare au Caviar
(Ispirato al racconto di Fabrizio Caleffi)

Ed è così che l’artista riporta in colore la pace e l’armonia di un Kayak in mare aperto o le carni squarciate dei due protagonisti di Tartare au Caviar, arricchite da filamenti d'oro che illuminano il dipinto: come i due opposti antagonisti, verde e rosso, uniti dalla brama di apparire e di splendere. In Un Centenario la tecnica cambia, perché “per raccontare una vita così lunga non potevo utilizzare colori brillanti” ha dichiarato l’artista, così ha scelto terre e pigmenti liberi, che sporcano la tela e si accumulano su di essa come le esperienze e i fatti di vita nel racconto. Ma è forse nell’opera La Promessa che più è notevole la capacità dell’artista di trasportare in immagine concetti tanto complessi come l’inganno, il crimine, la brama di potere e l’omertà in un torbido ma elegante color argento screziato di viola.

Un centenario
(Ispirato al racconto di Cesare Vergati)

La promessa
(Ispirato al racconto di Angelo Gaccione)


La Moretto riesce a costruire una propria visione dei testi senza ricorrere a simbolismi, con un astrattismo che risulta immediato, ma non scontato: i colori scelti esprimono, in un linguaggio universale, il proprio modo di vedere la realtà e le forme che li incanalano creano un’immagine autonoma ed eloquente, dirigendo lo spettatore dove l’artista vuole.
Classe 1986, salentina di nascita, Chiara Moretto si forma tra Varese e Milano, dove tuttora vive e opera. Da sempre incline all'espressione artistica in diverse forme, durante gli studi classici si dedica al teatro, alla musica e al canto. Consegue la Laurea triennale in Fashion Design presso Politecnico di Milano nel 2008, iniziando il cammino professionale nel mondo della moda come Graphic e Product Designer, senza però rinunciare alla formazione, che continua attraverso un Master di Fotografia presso Istituto Italiano
di Fotografia di Milano, nel 2012. Dal 2014 in poi opera come Fotografa e Visual Designer
freelance. Durante tutto il percorso formativo e lavorativo non rinuncia mai al lavoro artistico, trovando nella pittura e nella poesia i due canali espressivi più consoni alla propria sensibilità. Nel 2014 pubblica la prima Antologia di Poesie edita dalla casa editrice Pagine, "Sentire". Dopo anni di sperimentazione da autodidatta, nel 2017 si specializza in Disegno e Pittura frequentando lo studio d'Arte Lorenzini (Varese). Prosegue tuttora la formazione in campo artistico, accedendo nel 2018 al Biennio magistrale in Visual Cultures e Pratiche Curatoriali presso l’Accademia di Brera di Milano.