di Stefano Tomei
Dai racconti di BookCity
2018.
I 4 racconti sono nella
rubrica “Gutenberg” di questo giornale.
Come si rappresenta un
concetto astratto? Che forma ha la libertà, che colore ha l’amore?
Generazioni
di artisti hanno provato a rendere concreti concetti immateriali, per dare una
forma visibile a ciò che, per sua natura, esiste solo nella mente di ognuno. Chiara
Moretto, designer e fotografa, ma anche poetessa e soprattutto artista,
realizza così i suoi lavori: portando su tela il proprio immaginario,
dipingendo con veemenza e velocità ciò che sente
nell’animo.
Nella sua ultima serie di opere, “Flowing
away”, Moretto si ispira a quattro racconti presentati durante BookCity
Milano 2018 (C. Vergati, F. Caleffi, A. Gaccione, G. Galzio), trasportando in materia
viva e pulsante la propria interpretazione.
Ogni
testo genera un’idea che si traduce in immagine e si concretizza con due soli
elementi: forma e colore. Nessun naturalismo, non sono immagini didascaliche o
semplici illustrazioni: la Moretto si spinge oltre rispetto al rappresentare il
racconto di un altro, offrendo piuttosto una personale visione del testo con
delle impressioni veloci, dei flash che permettono ai lettori di ampliare la visione
del brano, allargandola ad altri campi sensoriali. Si tratta di quattro tele
dipinte ad acrilico, tranne una a tecnica mista, realizzate di getto dopo la lettura.
Se la Poesia di Moretto richiede un lungo lavoro di labor limae per raggiungere la compiutezza, nella sua Pittura
invece l’immagine si realizza da sola, istintivamente, come nella mente così
sulla tela.
Kayak (Ispirato al racconto di Gabriella Galzio) |
Ed
è così che l’artista riporta in colore la pace e l’armonia di un Kayak in mare
aperto o le carni squarciate dei due protagonisti di Tartare au Caviar, arricchite da filamenti d'oro che illuminano il
dipinto: come i due opposti antagonisti, verde e rosso, uniti dalla brama di
apparire e di splendere. In Un Centenario
la tecnica cambia, perché “per raccontare una vita così lunga non potevo
utilizzare colori brillanti” ha dichiarato l’artista, così ha scelto terre e pigmenti
liberi, che sporcano la tela e si accumulano su di essa come le esperienze e i
fatti di vita nel racconto. Ma è forse nell’opera La Promessa che più è notevole la capacità dell’artista di
trasportare in immagine concetti tanto complessi come l’inganno, il crimine, la
brama di potere e l’omertà in un torbido ma elegante color argento screziato di
viola.
Un centenario (Ispirato al racconto di Cesare Vergati) |
La promessa (Ispirato al racconto di Angelo Gaccione) |
La
Moretto riesce a costruire una propria visione dei testi senza ricorrere a
simbolismi, con un astrattismo che risulta immediato, ma non scontato: i colori
scelti esprimono, in un linguaggio universale, il proprio modo di vedere la
realtà e le forme che li incanalano creano un’immagine autonoma ed eloquente,
dirigendo lo spettatore dove l’artista vuole.
Classe
1986, salentina di nascita, Chiara Moretto si forma tra Varese e Milano, dove
tuttora vive e opera. Da sempre incline all'espressione artistica in diverse
forme, durante gli studi classici si dedica al teatro, alla musica e al canto. Consegue
la Laurea triennale in Fashion Design presso Politecnico di Milano nel 2008,
iniziando il cammino professionale nel mondo della moda come Graphic e Product
Designer, senza però rinunciare alla formazione, che continua attraverso un
Master di Fotografia presso Istituto Italiano
di
Fotografia di Milano, nel 2012. Dal 2014 in poi opera come Fotografa e Visual
Designer
freelance.
Durante tutto il percorso formativo e lavorativo non rinuncia mai al lavoro
artistico, trovando nella pittura e nella poesia i due canali espressivi più consoni
alla propria sensibilità. Nel 2014 pubblica la prima Antologia di Poesie edita
dalla casa editrice Pagine, "Sentire".
Dopo anni di sperimentazione da autodidatta, nel 2017 si specializza in Disegno
e Pittura frequentando lo studio d'Arte Lorenzini (Varese). Prosegue tuttora la
formazione in campo artistico, accedendo nel 2018 al Biennio magistrale in
Visual Cultures e Pratiche Curatoriali presso l’Accademia di Brera di Milano.