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domenica 23 dicembre 2018

Un fluido, l’Amore
di Lidia Sella

Antonio Canova "Amore e Psiche"

La passione amorosa è energia vitale. Forse perciò funziona come un’onda. Il desiderio cresce. E poi si ritira. Una sorta di luna ormonale provoca l’alta marea dei sensi, allaga la psiche, dilaga in ogni fibra, dilata vasi sanguigni e organi sessuali. E, mentre culla i corpi nella comunione dell’estasi, e svela ai mortali l’eternità dell’attimo, ci sommerge nella sua spuma di gioia, e piacere. Con il segreto intento di depositare, sui fecondi fondali della donna, il sacro seme dell’essere. Dopodiché l’istinto a fondersi, e riprodursi, viene calamitato di nuovo dal grande Oceano del Nulla.
Sulla battigia delle nostre coscienze, mestamente avviate a tornare monadi, talvolta restano allora desolazione e sofferenza, simili a ossi di seppia risputati dal mare.
La perenne metamorfosi che investe il rapporto di coppia evoca il ciclo dell’acqua. Idrogeno e ossigeno si legano a formare molteplici realtà: ruscello, nuvole, pioggia, neve, ghiacci e, ancora, l’immensa distesa equorea. Lungo il suo iter di trasformazione, così l’innamoramento talvolta si incaglia sulle secche dell’odio, affonda nelle sabbie mobili del disprezzo, si cristallizza nei crepacci della rimozione. Oppure approda alle bianche spiagge del ricordo. O accende fari di nostalgia, a illuminare un possibile ritorno.
Il mito è specchio della realtà. Zeus, per irretire le sue amanti, si presentava in veste di stallone, cigno, toro bianco... Altrettanto proteiformi le emozioni romantiche. Si mostrano sotto sembianze in ogni istante diverse. A seconda delle circostanze, sembrano anzi assumere addirittura una sostanza differente. E, nel piegarsi al loro destino di cambiamento, ci plasmano dall’interno. Quando infine ci hanno trasfigurati, come pretendere di essere uguali a prima, e provare le medesime pulsioni, se al fuoco dell’esistenza bastano pochi istanti per ridurre in cenere le più luminose illusioni?
I singoli elementi che rappresentano le imprevedibili maschere e sfaccettature dell’Amore si mescolano, fluttuano, svaporano. In una folle, mistica, sadica danza. La sequenza è circolare. Attrazione, intimità, sintonia. Cui seguono tradimento, gelosia, abbandono. Subentrano, in ultimo, solitudine, depressione, rimpianto. O si annunciano tsunami di delusione, rancore, vendetta. Fino al viaggio successivo. Ti accosti al tuo compagno. E te ne separi. Nell’arco di ore, giorni, mesi, anni. In maniera provvisoria o definitiva. Nell’ambito di intese profonde o di incontri superficiali. Che importa? Il percorso tenderà a replicarsi con dinamiche e modalità analoghe. Nel gorgo dell’irrazionale, la logica non ha diritto di asilo, e il valore dell’esperienza si rivela quasi nullo.
Per chi viceversa ambisca a una maggior stabilità, il segreto è collocarsi in una corretta prospettiva spazio-temporale. Le parole sono sagge. Consideriamo l’etimo di desiderio. Sublime contemplare una stella. Ma nessuna salvezza, se ti avvicini troppo. Mantenersi alla giusta distanza contribuisce a scongiurare il rischio di precipitare nell’orbita dell’altro. E aiuta a non collassare su noi stessi. Sciocco tuttavia illudersi di costruire legami solidi e di poter governare le relazioni sentimentali. Soggiogati dal dio Eros, siamo agiti da una forza che non dominiamo. Possiamo al massimo tentare di resistere alla corrente della seduzione, che vorrebbe trascinarci altrove.
Unioni felici o sfortunate. Qual è la differenza? Presto o tardi, tutto muta, declina, si scioglie. Qualunque spinta si esaurisce.
Meglio muoversi dunque al ritmo della vita, assecondarne i capricci, accoglierne i verdetti, per quanto amari. Senza ostinarsi a inseguire chimere. Di rado siamo davvero noi a scegliere. Riannodare un rapporto sfilacciato di solito si dimostra impresa vana. Purtroppo anche Amore soccombe alla Morte. Non a caso, Euridice rimane nell’Ade. Nella migliore delle ipotesi, gli atomi del dolore diventeranno concime per l’arte, musica dalla lira di Orfeo, linfa ad alimentare l’albero della fantasia, vento nelle vele del vascello che finalmente ci condurrà lontano da questa maledetta bonaccia.