di Alfonso Navarra
Caro
Angelo,
spero
che ci si incontri presto in qualche iniziativa da fare in comune in quel di
Milano e dintorni. Per l'intanto ti spedisco un nuovo appunto in cui insisto
con la speranza che "il mondo sia salvato dai ragazzini"...
"Il mondo salvato dai ragazzini" è
un libro che, nel 1968, pubblicò Elsa Morante per i tipi della Einaudi.
La
grande scrittrice, in una forma del tutto originale, lanciò un appello per
andare alla ricerca dei "ragazzini" di tutto il mondo: abbiamo
bisogno dell'energia e della innocenza dell'adolescenza per costruire un futuro
degno di essere vissuto, superando il rischio atomico e le altre ossessioni
della modernità, "la morale del consumismo e la vertigine
dell’autodistruzione".
Ecco
che cosa ne scrisse Pier Paolo Pasolini: "Un manifesto politico scritto
con la grazia della favola, con umorismo, con gioia"...
(Per
la recensione di Pasolini si vada su: http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it/molteniblog/ppp-su-il-mondo-salvato-dai-ragazzini-di-elsa-morante/)
Grazia
Fresu riassume in questo modo la "filosofia" contenuta nel libro, il
suo messaggio profondo (Per il testo completo della Fresu si vada su: http://www.cinquecolonne.it/elsa-morante-il-mondo-salvato-dai-ragazzini.html):
"Il mondo salvato dai ragazzini si svolge
per blocchi tematici, è la storia dei "condannati della terra", gli unici
veri protagonisti della Storia. La Morante ribalta la percezione del mondo sul
concetto di felicità, dividendo gli esseri umani in "felici pochi" e
"infelici molti". Gli "infelici molti" son i
"capataz" (per usare il termine come nella famosa frase di Totò: “Siamo
uomini e caporali?”), i padroni, gli schiavisti, quelli che credono di sapere
tutto, di poter decidere tutto e che dalla loro posizione di potere presumono
d’essere felici ma non lo sono. E questi sono molti, la maggioranza. I
"felici pochi", in cambio, son molto pochi. Appartengono a una classe
eletta, sono loro la vera élite della società: i deboli, i poveri, gli schiavi,
quelli che non contano nulla, che non decidono e non possono decidere perché
schiacciati dal potere. Eppure proprio loro valgono davvero, nutrono di senso
la vita di tutti, sono il vero sale della terra. Elsa Morante, grande poeta,
grande scrittrice, ha saputo in questo libro dare voce a chi non ce l’ha, agli
emarginati della società e il suo mondo salvato dai ragazzi è lo stesso mondo
che i giovani del’68 sognavano e perseguivano con i loro ideali e i loro atti,
un mondo di libertà, fantasia al potere, giustizia sociale, rispetto delle
diversità e delle minoranze".
Nei
tempi odierni, anche noi, come fece la Morante in quegli anni, potremmo andare
alla ricerca delle tante Grete Thunberg
capaci di opporsi, con semplicità ed immediatezza, sulle strade con gli
"scioperi della scuola", ma anche dai palchi dell'ONU, ai rischi che l'umanità tutta sta correndo e
di accendere una nuova fiaccola rivoluzionaria, con la fiducia in un mondo a
venire dove la "fantasia al potere" sia possibile...