La copertina del libro |
Nel leggere la tua nuova
silloge “Il cielo di qua”, pubblicata
nel maggio 2018 da La Vita Felice, mi sono sentita in bilico, Corrado, sulla
soglia, a spiare il confine fra essere e nulla, istante ed eternità, quasi una
nuvola in viaggio, sospinta verso gorghi di tenebra e improvvise illuminazioni,
sulle ali della tua parola-pensiero. Hai una vocazione sapienziale a coltivare
riverberi, e scovare gemme di senso. La materia, le persone, gli elementi
naturali, le particelle subatomiche e il firmamento stesso sembrano qui ruotare
vorticosamente attorno al centro di gravità iper-massivo dell’Amore, che pulsa
nel nucleo di te. E da te questa energia salvifica si irradia, a esorcizzare il
terrore della dissoluzione totale. Sulla tua tavolozza, cielo e mare si
spogliano dei loro contorni, per sciogliersi in
un’azzurra carezza.
Ci ricordi il nostro esilio dal mistero ma solo per penetrare, subito dopo, nel cuore di nuove verità. Dal pozzo buio del silenzio estrai l’autentica voce delle cose, fotografate un attimo prima che il divenire le agguanti, le sgretoli. E le fagociti. Traduci la miseria del destino umano in costellazioni di significati, mantra di sentimenti, zattere poetiche cui aggrapparci per non sprofondare dentro abissi di assurdo.
Ci ricordi il nostro esilio dal mistero ma solo per penetrare, subito dopo, nel cuore di nuove verità. Dal pozzo buio del silenzio estrai l’autentica voce delle cose, fotografate un attimo prima che il divenire le agguanti, le sgretoli. E le fagociti. Traduci la miseria del destino umano in costellazioni di significati, mantra di sentimenti, zattere poetiche cui aggrapparci per non sprofondare dentro abissi di assurdo.
Sei
insieme granito che si sbriciola, battigia votata all’alta marea, lava dalle ferite
della Terra, e deserto assetato. La tua mente è un radar potentissimo, attento
a captare tutto il dolore e la gioia del cosmo e a tradurli nell’abbraccio che
consola. L’universo intero si rifugia nei tuoi versi, e vi si specchia, qualche
momento di riposo, poi riprende la sua fuga. La tua anima inquieta si arrampica
sempre più in alto. Il tuo sguardo temerario ci prende per mano, vola oltre le
vette, ci mostra orizzonti interiori inesplorati, là dove le onde giocano con
oceani più grandi. Con te anche la luce scrive, danza, dipinge.
Grazie,
Corrado, per questa generosa tenerezza, per aver trasformato in dono la tua
sofferenza. Il sentiero che hai tracciato suggerisce infinite biforcazioni. E
radure incantate.
Lidia Sella